Fin dalla scoperta, la fotografia si è progressivamente infiltrata in ogni ambito sociale dalla scienza all’arte, dalla politica alla comunicazione e nell’informazione, così come in ogni genere di commercio e industria. Nel corso di circa due secoli, questo medium è divenuto un dispositivo fondamentale per la nostra relazione visiva con il mondo.

Alla Fondazione Mast di Bologna prosegue fino al prossimo otto gennaio un progetto visivo e di ricerca che ha richiesto oltre quattro anni di lavoro e racconta una storia diversa della fotografia: quella dei suoi innumerevoli utilizzi pratici e della sua funzione come tecnologia dell’informazione. Un ambizioso progetto artistico che indaga la fotografia come sistema di creazione, elaborazione, archiviazione, protezione e scambio di informazioni visive: un vero e proprio capitale il cui possesso corrisponde a un autentico vantaggio strategico, l’esposizione nasce da un impegno sinergico tra Fondazione Mast, Museum Folkwang di Essen, Centre Pompidou di Parigi e Deutsche Börse Photography Foundation di Frankfurt/Eschborn.

Con il titolo “Image Capital. La fotografia come tecnologia dell’informazione” la mostra è frutto della collaborazione tra il grande fotografo Armin Linke e la storica della fotografia Estelle Blaschke, ricercatrice dell’Università di Basilea dove vengono, appunto, esplorate le diverse modalità in cui la fotografia viene utilizzata all’interno di differenti tipologie di processi di produzione.

In particolare, in ambito scientifico, culturale e industriale proprio grazie alla fotografia, i sistemi di comunicazione e di accesso alle informazioni sono migliorati esponenzialmente fino a consentire lo sviluppo delle industrie globali e di vasti apparati governativi.

Il curatore Francesco Zanot, spiega: “Dentro questo circuito le immagini fotografiche assumono un peculiare valore descrivibile come una vera e propria forma di capitale. La spinta all’utilizzo della fotografia come tecnologia dell’informazione è avvenuta intorno alla metà del Novecento, quando i processi gestionali e amministrativi di aziende e istituzioni si stavano espandendo e necessitavano di essere ottimizzati”.

Con la fotografia digitale c’è stato un vero e proprio salto di scala e il Curatore, prosegue: “Anziché essere soltanto i soggetti delle fotografie, gli oggetti del nostro mondo vengono oggi costruiti sulla base delle fotografie stesse e delle loro rielaborazioni, invertendo un rapporto precedente unidirezionale. Queste trasformazioni portano con sé alcune fondamentali ricadute sul piano economico e politico: le grandi masse di immagini che alimentano questo sistema hanno acquisito un valore elevatissimo, conferendo a coloro che le possiedono e le gestiscono poteri ugualmente sterminati. Nella società capitalista la fotografia non domina soltanto l’immaginario, ma molto di più”.

Il percorso è suddiviso in sei sezioni e comprende una vasta selezione di interviste, video, immagini d’archivio, pubblicazioni e altri oggetti originali. Nonostante la loro diversità, tutti questi materiali sono disposti negli spazi espositivi su uno stesso piano, senza gerarchie né priorità, con l’obiettivo di offrire agli spettatori una narrazione-esperienza tanto immersiva quanto stratificata.

La mostra è accompagnata da un booklet informativo gratuito inoltre è previsto un programma di eventi con ingresso gratuito su prenotazione: talk, proiezioni e attività didattiche legati ai temi della mostra.