Prosegue fino al 15 settembre la mostra dedicata a uno dei periodi decisivi per la formazione dell’identità italiana. Allestita al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e curata da Giulio Busi e Silvana Greco, svela il fecondo dialogo culturale con la quella cristiana di maggioranza. Infatti, ub opere pittoriche come la Sacra famiglia e famiglia del Battista (504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio e la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino, Elia e Eliseo del Sassetta, appaiono significative scritte עברית.
“Il Rinascimento parla ebraico” espone anche manoscritti miniati ebraici, di foggia e ricchezza rinascimentale, come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349) – acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa – oppure l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, o il Rotolo della Torah di Biella, un’antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale.
Nel Rinascimento gli ebrei erano attivi e intraprendenti a Roma, Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli e Palermo. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah racconta per la prima volta questo ricco e complesso confronto, grazie anche alla coinvolgente scenografia.
Ricostruire tale intreccio di reciproche sperimentazioni significa ribadire il debito della cultura italiana verso l’ebraismo ed esplorare i presupposti ebraici della civiltà rinascimentale anche se questa compenetrazione non è sempre stata sinonimo di armonia, né di accettazione priva di traumi, ma ha comportato intolleranza, contraddizioni, esclusione sociale e violenza ai danni del gruppo ebraico, impegnato nella difficile difesa della propria specificità.
Con questa nuova narrazione il museo ferrarese segna un passaggio cruciale della propria offerta al grande pubblico. Non solo perché la mostra costituisce un ulteriore capitolo del racconto dell’ebraismo italiano (dopo quello sui primi mille anni, oggi trasformato in prima parte del percorso permanente), ma anche perché questa nuova sezione tocca il cuore della missione del MEIS: testimoniare il dialogo complesso ma possibile, talvolta fruttuoso, pur non privo di ombre, tra minoranza e maggioranza.
Una lezione preziosa che l’Italia raccoglie dalla sua storia per offrirla al presente, a un’Europa sempre più multiculturale e chiamata a interrogarsi sulle proprie radici.
Accompagna l’evento espositivo un bel catalogo bilingue realizzato da Silvana Editoriale.
Didascalie immagini
- Andrea Mantegna, La sacra famiglia e famiglia del Battista. Basilica di Sant’Andrea, Mantova Diocesi di Mantova – Ph. Antonio Lodigiani
- Stefano di Giovanni detto “Il Sassetta”, Il profeta Elia e Il profeta Eliseo. Tavolette dipinte per l’altare dell’Arte della Lana, con il nome del profeta in ebraico. Pinacoteca Nazionale Siena.
- Profilo maschile in costume ebraico. Collezione privata.
- Ludovico Mazzolino, La disputa al Tempio. Gemäldegalerie, Berlino Staatliche Museen zu Berlin
- Vittore Carpaccio, Nascita della Vergine. Accademia Carrara, Bergamo Su concessione di Fondazione Accademia Carrara, Bergamo
In copertina un particolare di
Andrea Mantegna, La sacra famiglia e famiglia del Battista
Orari
dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18
Dove e quando
Evento: MEIS-Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Via Piangipane, 81 – Ferrara
- Fino al: – 15 September, 2019