I tipi di film che ho voluto fare non sono di quelli che soddisfano il pubblico nell’immediato. Sono molto felice di essere stato capace di creare lavori che fanno parlare la gente anche dopo. […] Perché non sono solo mossi dall’emozione del momento, ma significa che sono stati in grado di prendere dal film qualcosa che riguarda la loro vita.‘                                                                                                                              – Isao Takahata –

A poco più di un anno dalla prematura scomparsa, il Momat – Museo Nazionale di Arte Moderna di Tokyo rende omaggio al Maestro dell’animazione Isao Takahata con la prima retrospettiva completa dedicata al suo lavoro, ripercorrendone le tappe dell’intera parabola creativa e umana.

Intitolata Takahata Isao: A Legend in Japanese Animation, la mostra è organizzata dal Momat con la NHK, la tv pubblica giapponese, con il contributo della Tokuma Memorial Cultural Foundation for Animation e dello Studio Ghibli, con il supporto di Toppan Printing Company e Seibu Landscape Company. Strutturata in quattro sezioni che seguono in ordine temporale la carriera del grande cineasta, l’esposizione ha aperto i battenti lo scorso 2 luglio e resterà aperta fino al prossimo 6 ottobre.

Laureato in Letteratura francese all’Università di Tokyo, Takahata cura la traduzione in giapponese delle poesie di Jacques Prévert e proprio seguendone l’opera scopre il lungometraggio animato La pastorella e lo spazzacamino (1953) di Paul Grimault, sceneggiato dal poeta e poi disconosciuto per le alterazioni apportate dalla produzione; è la folgorazione, il film fa comprendere a Isao le potenzialità dell’animazione, in Giappone ancora vincolata al modello Disney, e nel 1959 entra a lavorare alla Toei Doga, oggi Toei Animation, allora la più grande realtà del settore.

La prima sezione della mostra illustra il periodo iniziale in cui Isao Takahata ha lavorato alla Toei, imparando tutto sul campo per sopperire all’assenza di una specifica formazione artistica, dove ha fatto l’incontro determinante con l’amico e sodale Hayao Miyazaki e ha esordito alla regia con il lungometraggio La grande avventura del piccolo principe Valiant. Un’opera innovativa che per la prima volta, con la storia di Hols e Hilda figlia di un mostro, si rivolge a un pubblico più adulto; è un successo sul piano critico, ma non altrettanto su quello economico, oggi è un classico.

Vincolati alle loro ingombranti aspirazioni e stanchi delle condizioni di lavoro inumane, Takahata e Miyazaki lasciarono la Toei per uno studio più piccolo – la A Production dalle cui ceneri è sorta poi l’attuale Shin’ei Doga Animation – lavorando a prodotti seriali diventati famosi in tutto il mondo. Nella seconda sezione è in mostra il lavoro di Isao Takahata per serie che appartengono al nostro patrimonio affettivo, come Anna dai capelli rossi, Marco – dagli Appennini alle Ande, Conan il ragazzo del futuro, il primo Lupin III e soprattutto Heidi di cui Takahata fu anche regista.

Nella terza sezione della mostra sono in primo piano i successivi progetti cinematografici in cui è evidente un’attenzione a storie che privilegiano la povera gente, prende forma da qui una personale poetica dell’autore che darà espressione di sé in titoli come Goshu il violoncellista e Una tomba per le lucciole, primo dei suoi lavori a essere prodotto dallo Studio Ghibli – di cui Takahata è fondatore con Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki – da molti ritenuto il suo capolavoro. Pioggia di ricordi e Pom Poko introducono riferimenti più legati alla cultura giapponese, antica e contemporanea.

Protagonista dell’ultima sezione della mostra l’instancabile ricerca d’innovazione espressiva nell’arte dell’animazione che Isao Takahata non ha mai cessato di perseguire, espressa in modo esemplare dagli ultimi due titoli della sua filmografia: l’umoristico I miei vicini Yamada e il sublime La storia della principessa splendente. Due opere molto diverse tra loro, ma accomunate da una ricerca grafica estrema, con l’utilizzo delle più moderne tecnologie per assecondare la sintesi di tratti multipli e interrotti, come in una bozza, insieme a una colorazione sfumata per simulare l’acquarello.

Forse meno prolifico dell’amico Hayao, di certo meno noto e celebrato a livello internazionale – nonostante l’ultimo capolavoro La storia della principessa splendente sia stato candidato anche all’Oscar – Isao Takahata ha lasciato una traccia indelebile nell’arte dell’animazione, l’eredità di un Maestro doverosamente celebrata dal tributo del Momat di Tokyo.

Didascalie immagini

  1. Locandina della mostra / Il Momat – Museo Nazionale d’Arte Moderna di Tokyo
  2. Isao Takahata foto © 2013 Asahi Shimbun / Heidi e Peter sulla seconda locandina della mostra
  3. La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968) esordio alla regia di Isao Takahata
  4. Marco, dagli Appennini alle Ande (1976) serie / Hayao Miyazaki e Isao Takahata / Le avventure di Lupin III (1971) prima serie
  5. Anna dai capelli rossi (1979) / Heidi (1974) / Conan il ragazzo del futuro (1978)
  6. Goshu il violoncellista (1982) / Una tomba per le lucciole (1988) / Pioggia di ricordi (1991)
  7. I miei vicini Yamada (1999) / Takahata Isao (29 ottobre 1935 / 5 aprile 2018) / La storia della principessa splendente (2013)
  8. Takahata Isao tra le sue creature
    [elaborazione grafica Andrea Mancaniello]

IN COPERTINA
Takahata Isao tra le sue creature animate
Realizzazione grafica Andrea Mancaniello

Takahata Isao: A Legend in Japanese Animation
2 Luglio – 6 Ottobre 2019

MOMAT
The National Museum of Modern Art
3-1 Kitanomaru-koen, Chiyoda-ku, Tokyo 102-8322
Japan

Orari:
10:00 – 17:00
venerdì e sabato aperto fino alle 21:00
chiuso il lunedì [eccetto 12 agosto, 16 e 23 settembre]
e i martedì 13 agosto, 17 e il 24 settembre.
Ultimo accesso 30′ minuti prima della chiusura.

Dove e quando

Evento: Takahata Isao: A Legend in Japanese Animation
  • Fino al: – 05 October, 2019
  • Sito web