Ciò che l’occhio è per il corpo, la ragione lo è per l’anima.
Erasmo da Rotterdam

Quando nel 1531 Bernardo Cles, Principe Vescovo di Trento, chiamò i fratelli Dosso e Battista Dossi a decorare la biblioteca del Magno Palazzo, edificato per suo ordine nel complesso del Castello del Buonconsiglio, volle che si realizzasse uno scrigno adeguato alla sua preziosa collezione di testi. Per la scelta degli oltre mille volumi che ne facevano parte, il Cles si era avvalso dei consigli di illustri studiosi, in particolare Erasmo da Rotterdam, il teologo, umanista e filosofo olandese con il quale il Principe Vescovo trentino fu a lungo in contatto: erano gli anni della crisi luterana, e il Cles si muoveva abilmente sullo scacchiere della politica europea come presidente del Consiglio Segreto di Ferdinando I, fratello dell’Imperatore Carlo V e governatore delle province germaniche.

Il Magno Palazzo, la cui costruzione era iniziata tre anni prima, si configurava come un edificio autonomo e moderno, progettato secondo i canoni rinascimentali, all’interno di un complesso che mostrava ancora i caratteri di una struttura difensiva di epoca medioevale: l’intento era quello di realizzare una residenza degna di un cardinale, nomina che puntualmente il Cles riuscì a ottenere in breve tempo, anche grazie al determinante sostegno dell’imperatore Carlo V.

Alla realizzazione della ricchissima decorazione pittorica che orna gli ambienti del palazzo contribuirono principalmente Girolamo da Romano, detto il Romanino, pittore bresciano tra i maggiori interpreti della scuola lombarda del tempo, e Dosso Dossi, coadiuvato dal fratello Battista. La pittura del Romanino si caratterizza per un netto anticlassicismo che determina uno stile vivace e intensamente espressivo, in cui l’intento narrativo assume toni popolareschi, mentre Dosso, attivo a Ferrara presso la corte degli Estensi nel periodo in cui vi soggiornò Ariosto, riecheggia lo spirito del poeta nella vivacità dello stile ricco d’inventiva e nel tono magico e onirico che caratterizza opere come la Maga astrologa. E Ariosto ricorderà Dosso nell’Orlando Furioso (Canto XXXIII, vv. 5-8), annoverandolo tra quei pittori “di quai la fama […] / sempre stará, fin che si legga e scriva, / mercé degli scrittori, al mondo viva“.

La ventina di ambienti che Dosso e Battista furono chiamati a decorare a Trento comprende la Biblioteca di Bernardo Cles, per la quale Dosso progetta un  imponente apparato figurativo: gli affreschi sulle pareti (oggi in gran parte perduti) costituiscono una sorta di introduzione ai diciotto dipinti su tavola raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità, collocati nei profondi cassettoni del soffitto. Agli inizi dell’Ottocento le tavole vennero smontate e trasferite altrove, e quando alla fine del secolo si decise di riportarle nella sede originaria, sei erano scomparse e non verranno mai più ritrovate.

Il restauro delle tavole, appena concluso, è al centro della mostra I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles in corso a Trento presso il Castello del Buonconsiglio dal 1° luglio al 22 ottobre 2023. Dodici sapienti, rappresentanti di ogni campo dello scibile umano, vi compaiono ritratti a mezza figura appoggiati a un parapetto. Alle loro spalle, un cielo popolato di oscuri nembi si accende di colori sulla linea dell’orizzonte, a indicare forse l’alba di una nuova era, illuminata dalla conoscenza.

Nel percorso espositivo i dipinti di Dosso e Battista Dossi vengono messi a confronto con opere dello stesso soggetto realizzate da altri pittori, mentre esempi della produzione dei due fratelli appartenenti agli anni precedenti e successivi all’attività presso il cantiere trentino costituiscono un punto di riferimento per cercare di definire i termini della loro collaborazione.

Una serie di opere appartenenti al tardo Cinquecento e al Seicento documenta il gusto di un’epoca nella quale le immagini dei più illustri sapienti, organizzate in veri e propri cicli, erano ormai da tempo divenute un genere iconografico molto richiesto da parte di committenti eruditi: a Trento è giunto da Brera per l’occasione il celebre affresco in cui, alla fine del XV secolo, Donato Bramante raffigurò Eraclito e Democrito. Già negli anni precedenti, a Urbino, lo studiolo del duca Federico da Montefeltro era stato decorato da Giusto di Gand e Pedro Berruguete con le raffigurazioni di ventotto tra poeti, filosofi, letterati ed eruditi del passato. Per tutti, l’illustre archetipo letterario era costituito dal petrarchesco De viris illustribus, che inaugurò la rappresentazione degli eroi del passato e delle loro gesta come stimolo morale a seguirne gli esempi.

La Scuola di Atene, che Raffaello affrescò fra il 1509 e il 1511 nella Stanza della Segnatura, all’interno degli appartamenti privati del Papa in Vaticano, rappresentò forse un autorevole punto di riferimento per i Sapienti della Biblioteca di Cles: l’accertata conoscenza da parte di Dosso delle opere realizzate da Raffaello nei primi anni del soggiorno romano, ha suggerito agli studiosi l’ipotesi di un suo viaggio a Roma al seguito del duca Alfonso d’Este nel 1513 in occasione dell’elezione di Papa Leone X, quando le Stanze Vaticane rappresentavano una rivoluzionaria novità nell’ambiente artistico romano.

Nei diciotto profondi cassettoni del soffitto ligneo la decorazione realizzata dai Dossi rifletteva le aspirazioni umanistiche del vescovo mediante la rappresentazione di Saggi dell’Antichità e del Medioevo, mentre sulle pareti minori erano raffigurati i quattro Dottori della Chiesa all’interno dei loro studioli affollati di codici e di libri. L’inesauribile fantasia creativa di Dosso caratterizza ciascun personaggio suggerendo l’ambito dei suoi studi: i volti dei poeti appaiono intenti o corrucciati sotto le verdeggianti corone di alloro, mentre i rappresentanti delle discipline scientifiche indicano su poderosi tomi aperti verso lo spettatore i punti chiave di teoremi e dimostrazioni.

La pittura originale, elegante e ricca di suggestioni allegoriche che caratterizza la produzione di Dosso esprime anche qui la sua inesauribile vena creativa: i Sapienti indossano abiti e copricapi di fogge diverse, che accennano a origini e provenienze varie, lontane e misteriose, mentre i loro mantelli appaiono animati da una brezza che sembra invitare a spiegare le vele della fantasia e salpare verso le rive incantate dell’isola di Alcina.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Bartel Bruyn: Ritratto del Cardinale Bernardo Cles (1531) – Roma, Palazzo Corsini
  2. Bernardo Cles in veste cardinalizia e in ginocchio, presentato alla Madonna in trono da San Vigilio, patrono di Trento – Trento, Castello del Buonconsiglio, Magno Palazzo, Ingresso alla Sala Grande dell’appartamento clesiano 9352170
  3. Dosso e Battista Dossi: Maga astrologa (1520-21) – Ajaccio, Palais Fesch – Musée des Beaux-Arts
  4. Dosso e Battista Dossi: Sapiente (1531-32) – Trento, Castello del Buonconsiglio
  5. Dosso e Battista Dossi: Sapiente (1531-32) – Trento, Castello del Buonconsiglio
  6. Donato Bramante: Eraclito e Democrito (1486 ca.) – Milano, Pinacoteca di Brera
  7. Dosso e Battista Dossi: Sapiente (1531-32) – Trento, Castello del Buonconsiglio
  8. Dosso e Battista Dossi: Sapiente (1531-32) – Trento, Castello del Buonconsiglio
  9. Dosso e Battista Dossi: Sapiente (1531-32) – Trento, Castello del Buonconsiglio

in prima pagina:
Dosso e Battista Dossi: Sapiente  (1531-32) particolare – Trento, Castello del Buonconsiglio

 

Sito web: https://www.buonconsiglio.it/index.php/Castello-del-Buonconsiglio/mostre/Calendario-mostre/I-VOLTI-DELLA-SAPIENZA.-Dosso-e-Battista-Dossi-nella-Biblioteca-di-Bernardo-Cles

Dove e quando

Evento: I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles

Indirizzo: Castello del Buonconsiglio - via Bernardo Clesio, 5 - Trento
[Guarda su Google Maps]

Date: 01 Luglio, 2023 - 22 Ottobre, 2023