Che lo si chiami Ercole o Eracle, è fuor di dubbio che qualunque persona, di qualsiasi nazionalità, sappia a chi si fa riferimento. Infatti la figura mitica di questo personaggio è talmente diffusa e conosciuta in tutto il mondo da ispirare, nel corso dei secoli e dello sviluppo delle civiltà, esponenti delle più svariate forme d’espressione artistiche.
Dalle favole per bambini ai grandi romanzi letterari, dalle serie tv ai grandi colossal, dalle incisioni su terracotta alle grandi sculture marmoree, ogni autore affascinato dalla temerarietà di Ercole ne ha voluto fare l’oggetto della propria opera e il protagonista di una storia che possa renderlo immortale.

Dagli autori più classici come lo scultore Lisippo, il maestro di Berlino o il pittore di Antimene a quelli più “recenti” come Gregorio de Ferrari, ogni artista ha sentito l’impellente necessità di eternare la storia di Ercole in quanto personaggio fondamentale per la crescita e la consapevolezza di ciascun uomo. Modello d’espressione di forza e di virtù eroica, Eracle è stato fin dall’età arcaica il semi-dio, il forte per eccellenza per la molteplicità delle sue avventure e per la complessità della sua personalità, e il suo culto si diffuse in tutto il mondo.
Seppur di origini mitiche e classiche, per la sua estrema attualità dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019 la Reggia di Venaria a Torino ospita la mostra Ercole e il suo mito: un nome che rimane scolpito nelle menti; un viaggio fra i secoli e le culture attraverso cui poter ripercorrere la storia che ha visto l’evoluzione di un mito.

Dall’antica Grecia alla Spagna, dalla Germania alla Gran Bretagna, dalla Macedonia all’Italia, in un arco di tempo che abbraccia più di venticinque secoli, questa mostra vuole richiamare in vita la figura di Ercole mostrando le sue molteplici sfaccettature.
L’esposizione illustra il mito dell’eroe greco e dei temi a esso legati, con un’ampia selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture, manifesti e filmati provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, capaci di coprire un arco cronologico che, dall’antichità classica giunge fino al XX secolo.
A Venaria una serie di ritrovamenti archeologici di grande pregio e raffinatezza come vasi, anfore e coppe del periodo attico; e poi statuette in bronzo e in terracotta, calchi in gesso, intonaci dipinti, coppe in argento sbalzate e cesellate di epoca romana; un cofanetto in avorio testimonia il suo passaggio dal mito pagano al recupero in ambito cristiano; e ancora ventagli, elmi, boccali, coppe e cassoni fino a giungere a opere pittoriche rinascimentali e barocche.

Fin dal suo concepimento, Eracle ha sempre attirato le attenzioni e provocato la reazione delle altre divinità: ancora in fasce, strangola i due serpenti che Hera gli scaglia contro per vendicarsi del tradimento del marito Zeus, in quanto figlio di un amore libertino tra il padre degli dei e la mortale Alcmena. Proprio Hera costringerà il nostro eroe ad affrontare le sue famose imprese per conto del Re Euristeo di Micene e, non contenta, le renderà anche tutte più difficili credendo di indurlo alla morte ma, in realtà di lui ne farà, viceversa, un eroe immortale.
Eracle sarà così costretto ad eseguire il volere della dea uccidendo il leone di Nemea e l’Idra, catturando la cerva di Cerinea e il cinghiale di Erimanto, pulendo in un sol giorno delle stalle di Augia, disperdendo gli uccelli che vivevano nel lago Stinfalo, catturando il toro di Creta, mettendo in atto il furto delle giumente di Diomede, della cintura della regina delle Amazzoni, dei buoi di Gerione, delle mele d’oro che si trovavano nel giardino delle Esperidi e trasferendo il cane infernale Cerbero a Micene.

La mostra dedicata al mito di Eracle acquista ulteriore valenza proprio alla luce dei lavori di restauro che attualmente interessano la Fontana d’Ercole – elemento architettonico al centro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso – da cui inizia idealmente la visita.
Molte città di ogni nazione riportano nelle loro piazze, musei, palazzi, giardini, nei centri archeologici (templi, santuari…) opere a lui dedicate. Altre recano il suo stesso nome, come Eraclea principale centro culturale ellenico del Mar Nero che ricorda il passaggio dell’eroe durante la spedizione con gli Argonauti, o la città campana di Ercolano e il monte Vesuvio a lui consacrato. I cittadini creavano legami con la storia mitica di Eracle perché il richiamo al semidio veniva caricato di significato e le comunità costruivano in tal modo una loro personalità collettiva, identificandosi in lui. Egli è l’eroe civilizzatore, che nelle sue peregrinazioni tra oriente e occidente lotta contro la barbarie e il caos, spesso incarnati da mostri e fiere, e instaura un nuovo ordine (senza trascurare di fondare, unendosi a donne indigene, popoli e dinastie).

Come ben sappiamo, molte opere arcaiche sono state vittime del tempo e di depredazioni ed è pertanto difficile poter risalire alle storie originarie del mito. Come noto, già Omero ed Esiodo appellavano Eracle come “il forte per eccellenza, l’eroe vigoroso vissuto poco prima della guerra di Troia”, protagonista di numerose avventure che, per la ricchezza della sua personalità, “venne usato dai Greci per interpretare tante figure sovrumane straniere, che somigliavano agli dei olimpici ma anche agli eroi, nati dalle loro unioni con i mortali”. È la figura che accompagna ogni grande dominatore lungo il suo viaggio, che infonde coraggio ai conquistatori che, intrepidi, solcano il suolo di nuove terre e affrontano scontri epici.
A partire dal V secolo, alcune connotazioni morali cominciano ad emergere dal ciclo di Eracle. Quest’eroe diventa così più vicino, più umano; egli è sottoposto a dure prove che affronta con coraggio, soffre, commette degli errori e deve subire una purificazione per essere ammesso ad Eleusi. In breve, egli incarna la condizione umana.

Protettore dei pastori e degli armenti, delle sorgenti, incarnazione delle virtù del dio e dell’uomo, di colui che di fronte ad ogni tipo di ostacolo ha sempre saputo gestire le proprie paure, in un equilibrio perfetto di astuzia e forza fisica. Ercole raffigura emblematicamente i valori guerrieri e agonistici e ricorre spesso nei santuari della Grecia nelle cerimonie legate alla transizione dei paides all’età adulta. Ma è anche colui che con le sue imprese marittime è connesso alla grande Liguria che si estendeva fino all’estremo limite delle terre conosciute, le cosiddette “colonne di Ercole”, soglia che determina non solo un confine geografico ma anche il limite delle possibilità umane, oltre il quale si sconfina nel territorio del sovrumano, passando dal mondo dei vivi all’oltretomba.

Il mito di Eracle rappresenta l’ethos dei Greci, cioè il modello di comportamento positivo da emulare. Nei rilievi dei sarcofagi la presenza di Eracle rappresentava il passaggio dalla vita alla morte e l’apoteosi del defunto, cioè la vincita sulla morte, la non corruzione, e l’immortalità conquistata.
Un’immortalità consacrata in una mostra che chiude questo viaggio leggendario in un foyer cinematografico anni ‘50/60 a testimonianza di un rinato interesse per il mito di Ercole, protagonista di grandi film prodotti sia a Cinecittà che a Hollywood, oltre alla trasposizione a disegni animati Disney.

Un dio, un eroe che unisce popoli di epoche, nazioni, classi sociali diverse. Un uomo che nel corso dei secoli ha affascinato e ispirato molti uomini come modello di coraggio e temerarietà. Con ogni forma d’arte di cui l’uomo dispone si celebra la figura del grande Ercole che più di qualunque altro personaggio dell’antichità ha infiammato gli animi di ciascuno di noi.

Didascalie immagini

  1. Ercole con la Cerva di Cerinea, gesso, Skulpturhalle Basel
  2. Testa colossale di Ercole in riposo (tipo Farnese), copia marmorea romana della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/10 a.C. circa., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig / Ercole e Atena, anfora attica del Maestro di Berlino, 490/480 a. C. ca., Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
  3. Ercole e Minotauro, Giardino delle Tuileries, Parigi
  4. Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole accolto nell’Olimpo, fine XVII sec, Genova, Palazzo Spinola / Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole e l’Idra di Lerna, fine XVII sec, Genova, Palazzo Spinola / Gregorio de Ferrari (1647-1726), Ercole e il toro di Creta, fine XVII sec, Genova, Palazzo Spinola
  5. Ercole d’oro, Giardino di Palazzo Peterhof, San Pietroburgo / Statuetta in bronzo di Ercole con i pomi delle Esperidi, Italia meridionale, 100 a.C. circa, Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
  6. Ercole, Foro italico, Roma
  7. Anteo, gigante figlio di Gea, Il Leone di Nemea, cofanetto di avorio, prima metà dell’XI secolo, atelier costantinopolitano, Cividale, Museo Archeologico Nazionale / Boccale con Ercole, Maestro del martirio di san Sebastiano, Vienna, terzo quarto del XVII secolo, avorio, argento dorato, h. 32,6 cm, diam. 16,8 cm, Karlsruhe, Badisches Landesmuseum
  8. Steve Reeves in Ercole e la regina di Lidia / L’Hercules a cartoni animati della Disney

IN COPERTINA
Gustave Moreau, Le figlie di Tespio, 1853, olio su tela, Museo Nazionale Gustave Moreau, Parigi
[particolare]
Ercole seduto sul trono al centro, circondato dalle cinquanta figlie di Tespio con cui dovrà copulare per generare i Tespiadi

Catalogo edito da Skira 

Orari
dal 13 settembre al 14 ottobre:
martedì-venerdì, 10.00-18.00
sabato, domenica e festivi, 10.00-19.30
chiuso lunedì
dal 15 ottobre:
martedì-venerdì, 9.00-17.00
sabato, domenica e festivi, 9.00-18.30
chiuso lunedì
(la biglietteria chiude un’ora prima)

Dove e quando

Evento: Ercole e il suo mito
  • Date : 13 September, 201810 March, 2019
  • Sito web