La mostra che la Reggia di Venaria presso Torino presenta fino al 28 gennaio 2024, Turner. Paesaggi della Mitologia, riunisce una quarantina di opere di Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – Chelsea 1851), che con John Constable è uno dei massimi rappresentanti del Romanticismo britannico in pittura. L’esposizione si articola in sei sezioni tematiche che comprendono dipinti a olio, disegni, incisioni e acquerelli, nei quali emerge come l’artista unisse la passione per la pittura di paesaggio all’interesse per la mitologia greco-romana.

Nelle grandi tele realizzate per le esposizioni alla londinese Royal Academy, sono frequenti gli esempi di quanto Turner trattasse i soggetti mitologici ispirandosi alla maniera di Claude Lorrain: in Apulia in cerca di Apulo, ad esempio, il paesaggio che fa da sfondo alla vicenda tratta dalle Metamorfosi ovidiane rappresenta una citazione puntuale da una tela di Lorrain che Turner aveva avuto modo di vedere in una collezione privata britannica.

Uno stile analogo impronta Apollo e Pitone, esposto nel 1811 alla Royal Academy: un suggestivo effetto di luce isola la figura di Apollo, il cui corpo nudo risalta colpito dai raggi del sole staccandosi dalla materia quasi informe e magmatica dello sfondo, con la quale si confonde il corpo mostruoso dell’enorme drago Pitone. Il linguaggio figurativo dell’opera si avvicina molto a quello degli acquerelli e schizzi nei quali l’artista esprimeva liberamente l’interesse per i fenomeni più intensi di una natura vista attraverso l’estetica del Sublime, così come teorizzata da Edmund Burke.

Il trattato di estetica Un’indagine filosofica sull’origine delle nostre idee di Sublime e Bello, che Burke pubblicò nel 1757, segna il punto di svolta fra lo spirito del Neoclassicismo e il sentimento che anima il movimento Romantico: al concetto armonioso e rasserenante di Bello, subentra la poetica del Sublime, le cui note caratteristiche sono l’inquietudine e il senso di timore indotti dalle manifestazioni estreme della natura in tutta la sua potenza. Turner divenne celebre proprio per i dipinti nei quali il senso del Sublime è espresso attraverso visioni di tempeste marine e montagne impervie flagellate dai venti, all’opposto delle visioni bucoliche, serene e pittoresche, del suo contemporaneo John Constable.

Nel 1819 Turner riusciva finalmente a compiere il viaggio in Italia, a lungo desiderato: i paesaggi italiani, reali o rielaborati attraverso il ricordo, divengono lo sfondo per le scene mitologiche, nelle quali primeggia la figura di Apollo. Il golfo di Napoli è il palcoscenico su cui l’artista colloca la scena de La baia di Baia con Apollo e la Sibilla, esposto alla Royal Academy nel 1823. Il paesaggio appare una rivisitazione di fantasia degli schizzi realizzati durante il soggiorno italiano, mentre le rovine romane e la figura della Sibilla Cumana richiamano temi di meditazione costanti nella pittura di Turner: bellezza e decadenza, caducità delle umane glorie e degli imperi.

Turner tornò in Italia per un lungo soggiorno tra il 1828 e il 1829, e a questo periodo appartiene il Lago di Albano, uno degli acquerelli che il pittore utilizzava come studi per gli effetti di luce, e che avrebbe poi rielaborato nei dipinti a olio, creando le ambientazioni per scene mitologiche. Dal diario di un suo compagno di viaggio, sappiamo che Turner tracciava schizzi a matita sul posto e li colorava con gli acquerelli durante le soste notturne nelle locande, usando una spugna per creare effetti atmosferici.

Alla fine degli anni Trenta, Turner torna ad affrontare con il Bacco e Arianna, un tema tratto dalle Metamorfosi di Ovidio – come già Apulia in cerca di Apulo – ispirandosi in questo caso al dipinto di Tiziano che la National Gallery di Londra aveva acquistato qualche tempo prima. Pur nella dichiarata ammirazione che Turner provava nei confronti del grande maestro veneto, la luce dorata in cui avvolge la scena sfaldando le forme in un pulviscolo luminoso costituisce una caratteristica assolutamente personale. Viaggiatore instancabile attraverso tutta l’Europa, dagli anni Quaranta Turner iniziò a utilizzare per le sue lettere un sigillo di ceralacca con la testa di Ulisse, quasi a significare che viaggi, storia e mito rappresentavano l’humus di cui si nutriva la sua lunga e prolifica carriera artistica.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Joseph Mallord William Turner: Apulia in cerca di Apulo, esposto nel 1814 – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate
  2. Joseph Mallord William Turner: Apollo uccide il Pitone, esposto nel 1811 – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate
  3. Joseph Mallord William Turner: La morte di Atteone, con una veduta in lontananza di Montjovet, Val d’Aosta, 1837 ca. – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate
  4. Joseph Mallord William Turner: La baia di Baia con Apollo e la Sibilla, esposto nel 1823 – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate
  5. Joseph Mallord William Turner: Lago di Albano, 1828 ca – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate
  6. Joseph Mallord William Turner: Bacco e Arianna, esposto nel 1840 – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate

in prima pagina:
Joseph Mallord William Turner: Il Monte Bianco e Le Chetif con vista su Pre-Saint Didier in Val d’Aosta, 1836 – Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 – Photo: ©Tate

Sito web: https://lavenaria.it/it/mostre/turner-paesaggi-mitologia

Dove e quando

Evento: Turner. Paesaggi della Mitologia

Indirizzo: Reggia - Piazza della Repubblica, 4 - Venaria Reale (TO)
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Fino al: 28 Gennaio, 2024