DADA […] Libertà: DADA,DADA, DADA, urlio di colori increspati, incontro di tutti i contrari e di tutte le contraddizioni, di ogni motivo grottesco, di ogni incoerenza: LA VITA.
(T. Tzara)

Ad Alba, alla Fondazione Ferrero, si stanno ultimando i preparativi della mostra “Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen»” dove le opere – la maggior parte alla prima italiana – riflettono alcune tematiche che contribuirono a segnare i confini tra la poetica nichilista del movimento Dada e quella più propositiva tipica del Surrealismo: il caso, la bruttezza estetica, il sogno, l’inconscio, la relazione con l’arte antica, il legame tra arte e ideologia.

Nel percorso espositivo – aperto al pubblico da sabato prossimo – il curatore, Marco Vallora, ha creato proprio un dialogo ora armonico, ora contrastante, ma seguendo una progressione prevalentemente tematica e cronologica degli eventi.

Il Curatore, sottolinea: «In un’esposizione profondamente ragionata ed articolata, la Fondazione presenta una nuova mostra internazionale in occasione del suo appuntamento biennale con la grande arte. Questa mostra unica nel suo genere si distinguerà da quelle precedenti, in quanto includerà anche libri, poesie e riviste, tutti legati ai due movimenti, unitamente a opere pittoriche e scultoree innovative e spesso rivoluzionarie, altamente evocative e di grande rilevanza storica».

Il “nulla” nel titolo mira a sorprendere e affascinare, ma anche perseguire uno dei capisaldi più radicali del programma dadaista, non solo basato sul caso e sul rifiuto del concetto di artista onnipotente e maestro padrone della sua opera.

Il Dadaismo segue le regole dell’azzardo e del gioco e, in particolare, protende verso la negazione dell’arte stessa, il rigetto della bellezza da museo, e con i suoi ready-made, anche il rifiuto dell’arte decorativa e rassicurante. Al contrario, l’opera d’arte, che ormai non è quasi più né un’opera né arte, deve suscitare sentimenti d’inquietudine, turbamento oltre a insinuare dubbi nello spettatore.

Esposte in mostra tre versioni diverse delle “scatole” (La boîte verte, La boîte-en-valise, À l’infinitif) di Marcel Duchamp che, a partire dagli anni Trenta del Novecento, cessò di essere un artista diventando, all’apparenza. un semplice giocatore di scacchi e, in tali scatole, vi ripose tutta la sua scandalosa oeuvre, mosso dall’intento polemico e sarcastico di distruggere l’idea di genio artistico, rimpiazzando la pomposa esposizione museale con una semplice valigetta, pronta a seguire il suo nomadismo costituzionale e la sua caustica, corrosiva ironia.

La mostra prosegue verso il Surrealismo e il suo mondo onirico fra cui i disegni preparatori del dipinto di Salvador Dalí ispirato al libro di Raymond Rousell New Impressions of Africa. Invece, i Chants de Maldoror del Comte de Lautréamont vennero illustrati sia da Dalí sia da Magritte.
Man Ray nell’opera L’enigme d’Isidore Ducasse, nascose una macchina da cucire Singer sotto la coperta di un’asse da stiro, forse un omaggio a Winnaretta Singer, grande mecenate del movimento – e delle pellicole in mostra – ma certamente anche un tributo alla famosa massima di Lautréamont: «Bello come l’incontro fortuito su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e di un ombrello».

Infine, la parte della mostra dedicata al “sogno” simboleggia una sorta di nuovo inizio dopo l’annichilimento e il rifiuto radicale dell’arte perpetrato dai dadaisti. Per questo motivo, la parola significa qui libertà, spensieratezza, ma anche introspezione e penetrazione dell’inconscio. Tutto ciò si riflette nei dipinti di scenari sommersi di Yves Tanguy, nelle creazioni visionarie di Victor Brauner, nelle bambole sadomasochistiche di Hans Bellmer, nelle fotografie di Claude Cahun, e nelle teche di un poeta-artigiano quale Joseph Cornell.

Discalie immagini
essendo le sole messe a disposizione, sono inserite nel testo in ordine cronologico e non seguendo la narrazione dell’autore

  1. Giorgio de Chirico: Il trovatore, c. 1924. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Studio Tromp ©Giorgio de Chirico by SIAE 2018
  2. Salvador Dalí: Landscape with a Girl Skipping Rope, 1936 Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Studio Tromp © Salvador Dalí, Fundacio Gala Salvador Dalí, by SIAE 2018
  3. René Magritte: La maison de verre, 1939. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Studio Tromp ©René Magritte by SIAE 2018
  4. Man Ray: Le témoin, 1941 (1971). Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Jannes Linders ©Man Ray Trust by SIAE 2018
  5. Paul Delvaux: Les phases de la lune III, 1942. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Studio Tromp ©Paul Delvaux Foundation by SIAE 2018
  6. Francis Picabia: Egoism, 1947-1950. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Studio Tromp ©Francis Picabia by SIAE 2018
  7. Joan Miró: Monsieur et madame, 1969. Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, photo Jannes Linders ©Joan Miró, Successió Miró, by SIAE 2018

In copertina un particolare di:
René Magritte: La maison de verre, 1939

 

 

Orari di apertura:
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 15-19
Sabato e domenica: 10-19
Chiuso il martedì
e 24-25-31 dicembre 2018, 1° gennaio 2019

 

 

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Dove e quando

Evento: Dal nulla al sogno Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen
  • Date : 27 October, 201825 February, 2019
  • Indirizzo: Fondazione Ferrero – Strada di mezzo, 44 – Alba