A Verona, al primo piano di Eataly Art House fino al 31 marzo 2024, prosegue la mostra presentata in occasione di Art Verona 2023. Si tratta di un nuovo progetto espositivo dedicato a Bruno Munari, che ha attraversato il Novecento da protagonista e, la sua eredità artistica e intellettuale, a venticinque anni dalla scomparsa, continua a ispirare generazioni di creativi in tutto il mondo.

Bruno Munari (1907-1998), artista sperimentale e poliedrico in molti settori, ha svolto attività di graphic e industrial designer, scrittore, docente e formatore. La mostra, curata da Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, con la collaborazione di Repetto Gallery di Lugano, ripercorre le tappe fondamentali di un artista unico e lungimirante che ha dedicato la carriera alla sperimentazione lasciando un corpus di opere vario e innovativo.
Bruno Munari. La leggerezza dell’arte” ha il pregio di fornire una chiarissima interpretazione dei processi creativi alla base, sia della sua poetica, sia delle forme – spettacolari e giocose – con le quali si rivolse a un pubblico indifferenziato, grazie a quella particolarissima alchimia di arte, tecnica e spirito ludico.

Il percorso è organizzato in sezioni tematiche dedicate ad ambiti di indagine a partire dalle primissime opere: lo studio del dinamismo di una forma di matrice futurista; l’equilibro tra regola e caso di ispirazione dadaista; la percezione ambigua di forme e colori sperimentata in vari contesti; l’ideazione di una forma scultorea economica e trasportabile; la produzione ibrida, tra arte e design, di oggetti a funzione estetica; il lavoro fondamentale nell’editoria e nella grafica.
Un’attenzione particolare all’utilizzo della luce, con la sua intrinseca motivazione concettuale, grazie alla quale l’artista riuscì e a creare ambienti ed elementi scultorei in grado di definire l’intero spazio architettonico che li ospitano.

Un’intera sala è dedicata a opere che testimoniano questa attitudine, come le Macchine Inutili degli anni Trenta, dispositivi mobili che, attraverso la creazione di ombre e il movimento casuale degli elementi della macchina, danno vita a film astratti.
L’opera Concavo-Convesso del 1947 è invece composta da una rete metallica piegata per dare forma ad ambienti in semi-oscurità in cui le rifrazioni delle ombre sulle pareti si contorcono in continue metamorfosi.

Le Proiezioni dirette del 1951 sono composizioni pittoriche realizzate con vari materiali posizionati dentro i telai di una diapositiva che con la proiezione creano ambienti immersivi di grandi dimensioni e spettacolarità, anticipando di alcuni anni molte tendenze artistiche legate ai nuovi media.

Il catalogo, edito da Edizioni E.ART.H., ricco di apparati iconografici accompagnati da brevi testi dello stesso Bruno Munari, offrirà al lettore un utile strumento per proseguire la scoperta dell’opera e dell’attività teorica dell’artista. A questo nucleo centrale, si sommano altre sezioni documentali: una parte dedicata alle ultime ricerche storico-critiche, una selezione di fonti storiche e un’appendice composta da sequenze fotografiche descrittive delle installazioni e degli ambienti luminosi.

La mostra prevede anche un ciclo di laboratori educativi dedicati al pensiero progettuale creativo dell’artista, sintetizzato nel celebre Metodo Munari. Curati dall’Associazione Bruno Munari e progettati da Silvana Sperati, strutturati per fasce d’età e aperti alle scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie. Inizialmente concepiti per la Pinacoteca di Brera a Milano nel 1977 con il titolo Giocare con l’arte, i laboratori sono per eccellenza i luoghi della sperimentazione, dell’autoapprendimento e della formulazione di processi creativi, per questo trovano grande attenzione nella produzione dell’artista. Le attività sono orientate a trasformare la conoscenza dei materiali e dei processi sperimentali in esperienza concreta, secondo il principio del “fare per capire”, con l’obiettivo di fornire una maggiore capacità di lettura dell’arte nelle sue varie declinazioni.

Al Ristorante Agricolo di Eataly, per l’occasione e fino al 29 ottobre, verrà proposto come fuori menù il “Risotto Verde” ispirato alla ricetta citata dall’artista Bruno Munari nel libro “Da cosa nasce cosa”.

Dettagli

Bruno Munari (breve biografia)

  • Nasce a Milano il 24 ottobre 1907. Esordisce partecipando, a partire dal 1927, alle mostre futuriste in Italia e all’estero.
    Nel 1930 realizza una “Macchina Aerea” e successivamente le sue famose
    Macchine Inutili”, composizioni di forme astratte fluttuanti nello spazio che costituiscono un esperimento di integrazione percettiva ed estetica, fra opera, movimento e spazio.
    Nel 1947 con l’opera “Concavo-convesso”,
    una semplice rete metallica piegata e appesa, libera di muoversi nello spazio, illuminata da luci direzionali, l’artista estende la ricerca in una direzione più propriamente incline all’installazione. L’opera incorpora l’elemento della temporalità e del movimento. La sua disposizione ambientale sfrutta l’elemento della casualità e, grazie all’uso della luce, si trasforma in un’esperienza di smaterializzazione percettiva attraverso i meccanismi di interferenza proiettiva, che scompongono e dilatano la forma dell’opera.
    La sperimentazione con la luce prosegue nel 1951
    con le “Proiezioni dirette”, composizioni pittoriche realizzate con vari materiali inseriti dentro i telai di una diapositiva e che, grazie alla proiezione e ad una variazione di scala, determinano ambienti immersivi di grandi dimensioni in cui la dinamicità delle forme è più cinematografica che pittorica. Questa ricerca, che anticipa di alcuni anni molte tendenze artistiche legate ai nuovi media, si sviluppa con la scomposizione della luce attraverso il filtro Polaroid e con la messa a punto delle “Proiezioni polarizzate”, pitture cromo-cinetiche variabili nel continuo.
    Nel 1948 inventa i “Libri Illeggibili”: libri senza parole che raccontano storie per mezzo di immagini, linee, colori, pagine ritagliate, piegate, trasparenti, con fili di cotone e altri inserti.
    Nel 1955 espone con una mostra personale al MoMA di New York. Nel 1958 arricchisce il concetto di scultura planare realizzando le “Sculture da viaggio”, opere portatili e pieghevoli che trasformano topologicamente il piano in uno spazio modulato attraverso delle pieghe geometricamente regolate.
    Nel 1963 inizia a sperimentare le possibilità creative delle macchine fotocopiatrici Rank Xerox e crea opere uniche, chiamate “Xerografie Originali”, ottenute attraverso il movimento di immagini o pattern di vario tipo durante il processo di riproduzione.
    Nel 1977 progetta alla Pinacoteca di Brera a Milano i laboratori per bambini, focalizzati sulla sperimentazione e la formazione di processi creativi, un’attività che lo condurrà nel tempo alla formulazione teorica del “Metodo Bruno Munari. Laboratorio di educazione al pensiero progettuale creativo”.
    La sua intensa e costante inventiva lo ha portato a realizzare molte opere iconiche come le “Forchette parlanti”, i “Negativi Positivi”, i “Colori nella Curva di Peano”, i “Fossili del 2000” ed una ricca produzione ibrida, tra arte e design, di oggetti a funzione estetica. Molte sue opere sono incluse nelle collezioni dei principali musei del mondo.
    Muore a Milano 29 settembre 1998.

Didascalie immagini

  1. uno scatto dell’allestimento veronese
  2. ancora uno scatto della mostra di Eataly Art Hous
  3. Bruno Munari, Xerografia Originale, 1968,
    Collezione privata 
  4. Bruno Munari, Concavo-Convesso, 1947,
    installazione presso la Estorick Collection of Modern Art, London, Fotografia di Pierangelo Parimbelli
  5. Vetrino per Proiezione diretta“, Fondazione JVBD, Milano, 1951
    Fotografia di Davide Marossi
  6. Bruno Munari, Forchetta parlante, pardon, 1958 (1979)
    Repetto Gallery, Lugano
  7. Bruno Munari, Scimmietta Zizì, 1952
    courtesy of Fondazione Pirelli

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Eataly Art Hous - Via Santa Teresa, 12 - Verona
[Guarda su Google Maps]

Fino al: 31 Marzo, 2024