Lo sai ched’è la Bolla de Sapone?
l’astuccio trasparente d’un sospiro.
Uscita da la canna vola in giro,
sballottolata senza direzzione,
pe’ fasse cunnalà come se sia
dall’aria stessa che la porta via.
Una farfalla bianca, un certo giorno,
ner vede quela palla cristallina
che rispecchiava come una vetrina
tutta la robba che ciaveva intorno,
j’agnede incontro e la chiamò: – Sorella,
fammete rimirà! Quanto sei bella!
Er celo, er mare, l’arberi, li fiori
pare che t’accompagnino ner volo:
e mentre rubbi, in un momento solo,
tutte le luci e tutti li colori,
te godi er monno e te ne vai tranquilla
ner sole che sbrilluccica e sfavilla.-
La bolla de Sapone je rispose:
– So’ bella, sì, ma duro troppo poco.
La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte de le cose,
sta chiusa in una goccia… Tutto quanto
finisce in una lagrima de pianto.
(Trilussa)
A Perugia prosegue fino al 9 giugno una mostra che, per la prima volta, propone un excursus sulla nascita dell’interesse artistico, scientifico, culturale sulle bolle di sapone, un tema tradizionalmente correlato al genere artistico della natura morta e della vanitas.
Simbolo della fragilità, della caducità delle ambizioni umane, della vita stessa, fin dal Cinquecento, le lamine di acqua saponata hanno affascinato generazioni di artisti per quei giochi di colore che si muovono lucenti e leggeri. “Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza“, curata da Michele Emmer, già professore ordinario di Matematica all’Università Sapienza di Roma, e Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, si pone come un’iniziativa interdisciplinare che, parallelamente al percorso storico artistico, racconta la nascita dell’interesse fisico e matematico di quei particolarissimi modelli di una geometria delle forme.
L’ispirazione per l’evento espositivo giunge dal testo di Michele Emmer pubblicato nel 2010, Bolle di sapone tra arte e matematica (Bollati Boringhieri), in cui vengono esplorate proprio le interrelazioni con la matematica, la pittura, la fisica e l’architettura. L’importante saggio, summa del lavoro di ricerca di tutta una vita, ha vinto il Premio Viareggio 2010 per la sezione saggistica.
Una storia esemplare dei legami tra arte e scienza che tocca tutta l’Europa e che riempie di meraviglia per un’evoluzione inaspettata. Grandi artisti, grandi scienziati, grandi architetti, tutti affascinati dalle forme delle bolle.
«Sono sempre esistite le bolle di sapone? Hanno una storia tra arte, letteratura, architettura, scienza? Se ne sono occupati in tanti delle bolle e delle lamine di sapone? La risposta è gioiosamente SÌ!!!!
Abbi divertimento sulla terra e sul mare
Infelice è il diventare famoso!
Ricchezze, onori, false illusioni di questo mondo,
Tutto non è che bolle di sapone.»
Il 9 dicembre 1992 il fisico francese Pierre-Gilles de Gennes, professore al Collège de France, dopo il conferimento del premio Nobel per la fisica terminava la sua conferenza a Stoccolma con questa poesia, aggiungendo che nessuna conclusione gli sembrava più appropriata. La poesia compare come chiosa di una incisione del 1758 di Jean Daullé dall’opera andata perduta di François Boucher La souffleuse de savon.
La conferenza era tutta dedicata alla Soft Matter, o “materia soffice” e uno degli argomenti riguardava le bolle che “sono la delizia dei nostri bambini” (una riproduzione dell’incisione compare a illustrare l’articolo). Ma è giustificato un tale interesse per questi oggetti belli, colorati, fragili, effimeri eterei… un soffio e nulla più? Ebbene, le bolle di sapone sono uno degli argomenti più interessanti in molti settori della ricerca scientifica, oltre nell’architettura e nell’arte, nel design e fino alla pubblicità. Una storia che ha avuto inizio molti secoli fa, che continua ad affascinare e la mostra si compone di circa sessanta opere dal Cinquecento alla contemporaneità.
Autori quali Fra’ Galgario, Jan Bruegel il Giovane, Gerrit Dou, Karel Dujardin – prestiti pervenuti da importanti istituzioni nazionali e internazionali – in un percorso che si apre con alcune opere allegoriche legate al tema della Vanitas. La prima sezione racconta inoltre della nascita di questa iconografia, sottolineando l’influenza che i lavori di Hendrick Goltzius hanno avuto nell’arte olandese del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo.
La rassegna continua proponendo una panoramica esaustiva del tema che arriva fino al Novecento con lavori di artisti quali Man Ray, Max Beckmann, Giulio Paolini, fino a giungere alla sua trattazione nell’ambito dell’architettura contemporanea, con la maquette del Water Cube, la piscina olimpionica di Pechino progettata dallo studio australiano PTW Architects, con il quale hanno collaborato China State Construction Engineering Corp e Arup Ltd.
Una sezione è dedicata a stampe e incisioni, fotografie, nonché locandine e manifesti pubblicitari. Importanti in questo senso sono le affiche provenienti dalla Collezione Salce di Treviso, che illustrano la grande fortuna del soggetto a scopi pubblicitari per la vendita di prodotti legati alla cura della persona, a partire dal celebre manifesto del sapone Pears, rielaborato a partire dal dipinto Soap Bubbles, del pittore e illustratore britannico John Everett Millais (1829-1896).
Parallelamente al percorso artistico, l’esposizione documenta il fondamentale ruolo giocato dalle bolle di sapone nelle ricerche settecentesche sulla rifrazione della luce e sui colori, fino a quelle successive circa le teorie sulle superfici minime o sulle forme di aggregazione organica della materia. Accompagnano l’esposizione un catalogo scientifico edito da Silvana Editoriale e un libro per bambini edito da Aguaplano libri con testi di Michele Emmer e illustrato da Francesca Greco.
Perché soffiare bolle di sapone è da sempre un divertimento: alcune sono piccole, altre più grandi, altre grandissime; alle volte due o più si attaccano insieme e allora si ottengono delle forme non più sferiche ma molto più complesse. Se c’è il vento volano lontano, altrimenti ondeggiano nell’aria e restano come sospese. Se c’è il sole e le si guarda in trasparenza, si possono vedere i colori dell’iride che si muovono sulle superfici saponate.
Didascalie immagini
- Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana, 1663, oil on canvas 139,2 x 117,1 x 9,3 cm, Copenaghen, Staten Museum for Kunst
- Vittore Ghislandi, detto Fra’ Galgario, Ritratto di fanciullo con bolle di sapone, XVII – XVIII sec., olio su tela, cm 75,2 x 60,9 x 2,3 con cornice, cm 101 x 87,5 x 8, Collezione Koelliker
- Manifattura fiorentina da un disegno di Giuseppe Zocchi, L’Aria, dalla serie Il Fuoco, la Terra, l’Acqua e l’Aria, Mosaico di pietre dure, Vienna, Mobel Museum, Bundesmobilienverwaltung – Hofmobiliendepot
- Charles Amedée Philippe Van Loo, Soap Bubbles, 1764, oil on canvas, 88.6 x 88.5 cm, National Gallery Washington
- Anonimo, Stampa satirica raffigurante Napoleone che gioca con le bolle di sapone, 1810-1814, Roma, Museo Napoleonico
- Pelagio Palagi, Newton scopre la teoria della rifrazione della luce, 1827, olio su tela, cm 170 x 220, Brescia, Musei Civici d’Arte e Storia
- Max Beckmann, Self Portrait with Bubbles, 1900, collezione privata
- Man Ray, Lee Miller Blowing Bubbles, 1930, Lee Miller Archives, Essex (UK)
- Gino Boccasile, manifesto Achille Banfi, 1937, 34×24 ca., Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce
- Giulio Paolini, Belvedere, 1990, matita e collage su carta blu, collezione privata
In copertina un particolare di Pelagio Palagi,
Newton scopre la teoria della rifrazione della luce, 1827
Dove e quando
Evento: Galleria Nazionale dell’Umbria – corso Pietro Vannucci, 19 – Perugia
- Fino al: – 09 June, 2019