Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fino al 13 febbraio, prosegue il viaggio nel mondo, nella cultura e nell’immaginario dell’Impero Romano d’Oriente, sopravvissuto per quasi dieci secoli alla caduta della pars Occidentis quando il barbaro Odoacre nel 476 riuscì a deporre l’ultimo imperatore d’Occidente Romolo Augusto.

Oltre quattrocento opere dalle collezioni del MANN e prestiti da cinquantasette musei e istituzioni d’Italia e Grecia, rievocano Bisanzio con cui, la città partenopea, fu legata per sei secoli dopo la conquista da parte di Belisario e le sue armate nel 536 d.C. “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”, curata da Federico Marazzi con la direzione scientifica di Paolo Giulierini, sviluppa, in quindici sezioni, le fasi storiche successive all’impero Romano d’Occidente, con un focus su Napoli e una particolare attenzione alla Grecia a all’Italia meridionale.

L’affascinante e complesso Impero Romano d’Oriente (Romèi erano chiamati e si autodefinivano i suoi abitanti) è sviluppato nei numerosi temi della mostra: la struttura del potere e dello Stato, l’insediamento urbano e rurale, gli scambi culturali, la religiosità, le arti e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa. Molti dei materiali sono esposti per la prima volta, come quelli provenienti dagli scavi della metropolitana di Salonicco e della linea 1 a Napoli.

Lo scrittore di viaggi inglese dei primi decenni del Novecento, Robert Byron, attribuiva la grandezza di Bisanzio alla sua «triplice fusione»: un corpo romano, una mente greca, un’anima orientale, mistica. Una fusione che l’arte, la cultura, le testimonianze materiali della società, interpretarono e seppero diffondere attraverso i secoli, come emerge da sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, manufatti in ceramica, smalti, argento, preziose gemme e oreficerie.

Pregevoli elementi architettonici danno conto delle strutture, dei sistemi organizzativi, dei commerci e dei rituali di questa complessa realtà politica, testimoniando le eccellenze delle manifatture bizantine, le contaminazioni culturali, gli stilemi e i simboli dell’Impero d’Oriente attraverso i secoli. Il transitare, verso il Medioevo, della a creatività artistica del mondo antico con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e con gli innesti del mondo orientale, in particolare della cultura iranica e araba.

L’antica Byzantion rifondata nel 330 dall’Imperatore Costantino come “Nuova Roma”, divenne il fulcro politico, istituzionale e culturale dell’Impero Romano (proseguendone l’esistenza fino al 1453 quando la capitale venne conquistata dai Turchi di Maometto II), Costantinopoli però, con il trascorrere del tempo, assunse connotati sempre più lontani e diversi: dalla lingua greca per gli atti ufficiali e l’ambito culturale, fino all’assunzione del Cristianesimo come unica religione fondante l’identità dell’Impero.

E’ stato questo mutamento a indurre gli eruditi, dal 1600 in poi, a cercare un nuovo nome – Impero Bizantino – per indicare questa realtà che, per secoli, intrise la Storia connettendo Oriente e Occidente, contribuendo innegabilmente alla formazione dell’Europa medievale e all’Umanesimo, lasciando un’eredità culturale profonda tanto nel successivo impero islamico quanto nei suoi ex territori, comprese alcune città e regioni d’Italia ove più profondo e duraturo fu il legame con l’Impero.

Una volta superati i pregiudizi d’inizio settecento che associavano al bizantinismo le negatività di una burocrazia invalidante, del vuoto formalismo, della mera apparenza; superata l’idea errata di una società statica e immutabile contrapposta alla tradizione illuministica occidentale, il mito di Bisanzio è cresciuto in questi ultimi decenni, così come l’interesse per la sua storia e una cultura raffinata, coltivata in seno a un Impero incredibilmente multietnico eppure per secoli indissolubile nel suo concetto universalistico – pur nei mutati assetti geografici – e nei suoi pilastri identitari: l’imperatore e la corte, la burocrazia, la Chiesa.

Accompagna l’esposizione un ricco apparato editoriale che include il catalogo che approfondisce e amplia i temi della mostra grazie ai contributi di numerosi studiosi italiani e greci, la guida breve, gli itinerari bizantini in Campania e una guida kids, tutto edizioni Electa.

Dettagli

Didascalia immagini

alcuni scatti dell’allestimento
crediti fotografici © foto Valentina Cosentino

In copertina

un particolare di:  11
V secolo, argento (Provenienza incerta)
Direzione Regionale Musei Toscana, Firenze,
Museo Archeologico Nazionale

Orari visita

dal mercoledì al lunedì 09.00 – 19.30
(chiuso il martedì)

 

MOSTRA PROROGATA AL 10 APRILE 2023

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Museo Archeologico Nazionale - Piazza Museo, 19 - Napoli
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Fino al: 10 Aprile, 2023