Il titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, tali opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”.

L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia e, con questo titolo, sarà inaugurata il prossimo sabato, e proseguirà fino a domenica 24 novembre, l’Esposizione Internazionale d’Arte 2024 prodotta dalla Biennale di Venezia.

Il curatore Adriano Pedrosa ha spiegato: «L’espressione Stranieri Ovunque ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».

La mostra si articola tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale in due nuclei distinti: Nucleo Contemporaneo Nucleo Storico privilegiando artisti che non hanno mai partecipato all’Esposizione, anche se alcuni di loro hanno già esposto in un Padiglione Nazionale, in un Evento Collaterale in una passata edizione. Particolare attenzione è stata riservata ai progetti all’aperto, sia all’Arsenale che ai Giardini, e a un programma di performance durante i giorni di pre-apertura (17, 18 e 19 aprile) e nell’ultimo fine settimana (23-24 novembre).

Il termine italiano “straniero”, il portoghese “estrangeiro”, il francese “étranger” e lo spagnolo “extranjero” sono tutti collegati sul piano etimologico rispettivamente alle parole “strano”, “estranho”, “étrange” ed “extraño”, ovvero all’estraneo. Viene in mente Das Unheimliche di Sigmund Freud, Il perturbante nell’edizione italiana, che in portoghese è stato tradotto con “o estranho”, lo strano che, nel profondo, è anche familiare. Secondo l’American Heritage e l’Oxford English Dictionary, il primo significato della parola “queer” è proprio “strange” (“strano”), pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulla produzione di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk popularl’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di questi quattro soggetti sarà il fulcro di questa edizione e andrà a costituire il Nucleo Contemporaneo.

Gli artisti indigeni hanno una presenza emblematica e le loro opere accoglieranno il pubblico nel Padiglione Centrale, con un murale monumentale realizzato dal collettivo brasiliano Mahku sulla facciata dell’edificio, e nelle Corderie, dove il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda presenterà una grande installazione nella prima sala. Gli artisti queer saranno presenti in ogni spazio e costituiranno il fulcro di un’ampia sezione nelle Corderie, nonché di un’area dedicata all’astrazione queer nel Padiglione Centrale.

Il Nucleo Contemporaneo ospita nelle Corderie una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video incentrato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. La presentazione di Disobedience Archive nella Mostra è progettata da Juliana Ziebell, che ha lavorato anche all’architettura espositiva dell’intera Esposizione Internazionale. Questa sezione, è suddivisa in due parti principali appositamente concepite per la Mostra, dal titolo Attivismo della diaspora e Disobbedienza di genere. Disobedience Archive include opere di trentanove collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023.

Il Nucleo Storico è composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esporre il proprio lavoro.

Tale Storico prevede tre sale nel Padiglione Centrale: la sala intitolata Ritratti, la sala dedicata alle Astrazioni e una terza sala dedicata alla diaspora artistica italiana nel mondo lungo il corso del XX secolo.
Le due sale che ospitano i Ritratti comprendono opere di centododici artisti, per lo più dipinti, ma anche lavori su carta e sculture, di un arco temporale compreso tra il 1905 e il 1990.
Il tema relativo alla figura umana è stato esplorato in innumerevoli modi dagli artisti del Sud globale, riflettendo sulla crisi della rappresentazione dell’umano che ha caratterizzato gran parte dell’arte del Ventesimo secolo. Nel Sud del mondo numerosi artisti sono entrati in contatto con il Modernismo europeo attraverso viaggi, studi o libri, pur apportando alle proprie opere riflessioni e contributi molto personali e potenti.

La sala dedicata alle Astrazioni includerà trentasette opere: quasi tutte verranno esposte insieme per la prima volta in impreviste giustapposizioni, auspicando così connessioni, associazioni e parallelismi inediti che vanno ben oltre le categorie piuttosto semplici proposte.
Tra gli altri, sono presenti in questa sezione artisti provenienti dalla Corea e da Singapore, che in passato facevano parte del cosiddetto Terzo Mondo, oppure artisti indigeni Maori di rilevanza storica come Selwyn Wilson e Sandy Adsett, provenienti da Aotearoa/Nuova Zelanda.

Una terza sala del Nucleo Storico è dedicata alla diaspora di artisti italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero, integrandosi nelle culture locali e costruendo le proprie carriere in Africa, Asia, America Latina, nonché nel resto d’Europa e negli Stati Uniti; artisti che spesso hanno avuto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia. In questa sala sono esposte le opere di quaranta autori italiani di prima o seconda generazione, collocate negli espositori a cavalletto in vetro e cemento di Lina Bo Bardi (italiana trasferitasi in Brasile, vincitrice del Leone d’Oro speciale alla memoria della Biennale Architettura 2021).

La Mostra è affiancata da ottantotto Partecipazioni Nazionali (di cui quattro presenti per la prima volta: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania) negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Luca Cerizza, con il progetto Due qui / To hear di Massimo Bartolini, e include contributi appositamente ideati da musiciste/i e da scrittrici/scrittori.

Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest’anno nella Casa di reclusione femminile di Venezia alla Giudecca. La mostra ha come titolo Con i miei occhi ed è a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine.

Il Comune di Venezia partecipa con un proprio Padiglione, il Padiglione Venezia, ai Giardini di Sant’Elena.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Installation view: Cité internationale des arts Paris, Monmartre, Paris, 2004
    Claire Fontaine
    Foreigners Everywhere (Italian), 2004
    Suspended, wall or window mounted neon, framework, electronic transformer and cables.
    Courtesy of the artist
    Photo by Studio Claire Fontaine
    Copyright Studio Claire Fontaine
    Courtesy of Claire Fontaine and Galleria T293, Rome
  2. Foreigners Everywhere (English), 2005
    Tecnolux ultra violet, 10mm glass, back-painted, framework, electronic transformer, cables.
    Photo by Studio Claire Fontaine
    Copyright Studio Claire Fontaine
    Courtesy of Claire Fontaine and Galerie Neu, Berlin
  3. Biennale di Venezia
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    60ª Esposizione Internazionale d’Arte

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Venezia Padiglione Centrale ai Giardini e Arsenale
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Date: 20 Aprile, 2024 - 24 Novembre, 2024