La bellezza di Trieste è stata finalmente “scoperta” dagli italiani e, nei ponti fra fine aprile e inizio di maggio, ha registrato il tutto esaurito. Fra le tante opportunità da visitare, Miramare propone un percorso immersivo e “multimediale” negli spazi delle Scuderie del Castello, per dar vita all’incontro impossibile tra Massimiliano d’Asburgo, fucilato il 19 giugno 1867, ed Édouard Manet che, indignato dalla vicenda, denunciò con la sua pittura le responsabilità francesi. Ne fu così ossessionato che realizzò tra il 1867 e il 1868 ben tre versioni di grande formato, come si confaceva ai dipinti di storia, uno schizzo a olio e una lastra litografica. La forza polemica e la verve politica dell’opera ne impedirono l’esposizione al Salon di Parigi, dove era stata annunciata, e nessuna delle versioni dell’Esecuzione di Massimiliano venne mai esposta al pubblico finché Manet fu in vita.

Massimiliano, proclamato imperatore del Messico il 10 aprile 1864 con l’appoggio di Napoleone III di Francia e la nobiltà locale, viene fucilato due anni dopo dalle truppe ribelli a Querétaro insieme ai due generali Miramòn e Mejía. Di fronte a rivolte divenute ormai scontro armato, il sovrano francese lo aveva abbandonato. L’eco della notizia giunse immediata in Europa e a Parigi. La morte di Massimiliano fu uno scandalo per le implicazioni politiche e culturali che portava con sé: sotto la patina rifulgente della Belle Époque, metteva in moto i fermenti che avrebbero condotto alla Prima Guerra Mondiale.

Promosso dal Museo storico con il Parco del Castello di Miramare e prodotto da Civita Tre Venezie e Villaggio Globale International, questo itinerario catapulterà il visitatore all’interno della storia, proprio nei luoghi che l’hanno scandita, da Miramare al Messico a Parigi, grazie a una dimensione immersiva di suoni, proiezioni e ambienti ricreati per valorizzare anche il contesto di Miramare attraverso testimonianze di lettere, libri, documenti e dipinti.
Un flashback virtuale con la narrazione teatrale ideata dallo sceneggiatore Alessandro Sisti e recitata da Lorenzo Acquaviva, che nei panni di Massimiliano farà rivivere le emozioni e le contraddizioni raccontando in prima persona le preoccupazioni dell’imperatore, il suo amore per Carlotta e per Trieste, il suo impegno per il Messico e i suoi tentativi di un governo illuminato.
La “multimedialità” ai maggiori livelli di lettura, non solo per l’evidente relazione tra il racconto digitale e l’ambiente di Miramare, ma anche per la pluralità di piani cui rimanda. Dai giornali, attraverso cui Manet viene a conoscenza della tragica fine di Massimiliano, alla pittura come mezzo di denuncia capace di aprire un acceso dibattito sulla censura – animato peraltro dallo scrittore Émile Zola e coinvolse figure come Giosuè Carducci e Franz Listz – dalla narrazione scenografica e potente ai video finali di due artisti messicani che riportano all’oggi.

Dalla partenza per il Messico, con cui si apre la mostra, allo scoppio inarrestabile della guerra civile guidata da Benito Juàrez, sarete condotti fino a Parigi, dentro lo studio di Manet. Ascolterete i pensieri dell’artista e osserverete gli scatti Francois Aubert, unico fotografo autorizzato a immortalare il cadavere di Massimilano sul luogo della fucilazione. Inoltre, grazie a una serie di effetti speciali è possibile seguire l’evoluzione del lavoro di Manet: nella prima versione del dipinto, realizzata di getto a poche settimane dal truce episodio, manifesta la partecipazione emotiva agli eventi, ma risente delle ancora scarse notizie e della mancanza di immagini circolanti in Europa. Nelle versioni successive l’artista cerca di arricchire i particolari in base alle informazioni ormai diffuse. Aggiunge così il muro di fondo, alcuni spettatori, cambia la posizione dei generali di Massimiliano e soprattutto inserisce un’invenzione che esprime una precisa presa di posizione: veste i soldati del plotone d’esecuzione non più con i panni borghesi, bensì con le uniformi dell’esercito francese, definendo il messaggio e il senso dell’opera. La versione finale del 1868, la più grande, quella dal tratto più definito, in cui l’esempio della pittura spagnola e di Goya appare esplicito. La cronaca si decanta e acquisisce un significato universale: dalla crudezza del primo impatto, all’equilibrio simbolico del dipinto finale e Massimiliano, fra i due generali, finisce per assomigliare a Cristo fra i due ladroni. Da Parigi sono tornati a Trieste, lì dove il viaggio aveva preso avvio.

Il mare e le onde nell’ultima sala ci circondano: il 15 gennaio 1868 la fregata Novara, la stessa con la quale la coppia reale era partita piena di speranze, riconduce il feretro del sovrano nell’unica città in cui Massimiliano si era sentito veramente a casa. Trieste, proclamato il lutto cittadino, veglia il corteo funebre, che attraversa le strade della città. In lontananza la sagoma del Castello di Miramare e il suo parco.
Dopo l’esperienza immersiva, ecco le lettere di Massimiliano, i libri della sua biblioteca riferiti al Messico e all’America, altri documenti storici – dai proclami alle stampe sulla sua fucilazione – e poi alcuni dipinti conservati nei depositi e in altri ambienti del Castello, che descrivono la partenza per il nuovo regno e il rientro della salma.

Al centro di quest’ultima sezione è esposto l’imponente Ritratto di Massimiliano Imperatore, a rievocare il simbolo delle antiche glorie. Memorie iconiche che preparano a scoprire l’immaginario messicano e la sua rivisitazione artistica in chiave contemporanea. A chiudere il percorso sono, infatti, i video di due giovani artisti Calixto Ramírez e Enrique Méndez de Hoyos, che si confrontano con una vicenda cruciale della storia del loro Paese e offrono uno sguardo che restituisce alla (nostra) prospettiva europea la lente d’ingrandimento messicana, in un unico filo che lega storia e arte. 

Didascalie immagini

  1. Édouard Manet, L’esecuzione dell’Imperatore Massimiliano, 1867, olio su tela 195.9 x 259.7 cm 
    ©Museum of Fine Arts, Boston
  2. Édouard Manet, L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano, 1867-68, olio su tela, 193 x 284 cm 
    © The National Gallery, London
  3. Édouard Manet, L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano, 1867, olio su tela, 48 x 58 cm 
    © Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen, On long term loan from the National Gallery of Denmark, Copenhagen, foto: Ole Haupt
  4. Édouard Manet, L’esecuzione di Massimiliano d’Asburgo, 1868, olio su tela, cm 44,5 x 60,3 
    © Rijksmuseum, Amsterdam
  5. Édouard Manet, L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano, 1868 – 1869, olio su tela, 252 x 302 cm 
    © Kunsthalle Mannheim – foto: Cem Yücetas

IN COPERTINA
un particolare della versione del 1867-68
© The National Gallery, London

Dove e quando

  • Fino al: – 30 December, 2018