A cavallo tra Valdichiana e Val d’ Orcia, incastonata nella provincia di Siena, Montepulciano è definita, a ragione, “la perla del Cinquecento” per i suoi palazzi, le chiese, i decori; un vero museo a cielo aperto reso ancora più armonico dal paesaggio che la circonda. Fondata secondo la leggenda dall’etrusco Porsenna, è stata negli ultimi anni oggetto di una pacifica invasione di produzioni cinematografiche, per le sue architetture, la naturale predisposizione scenica degli angoli della città e gli scorci sul paesaggio circostante. Molti registi l’hanno scelta come set di film e serie che hanno fatto il giro del mondo esportandone l’immagine di un unicum rinascimentale.

Una bellezza, quella di Montepulciano, che dalle strade e dalle piazze continua nella campagna circostante ed esce dalle mura della città scendendo verso la valle. Per scoprirne ancora di più conviene uscire da una delle sue porte e scendere lungo la strada per Chianciano. Al centro di un prato verde si presenta imponente e maestoso, reso abbagliante dal bianco dorato del travertino delle vicine cave di S. Albinio, un capolavoro del tardo rinascimento toscano. Da secoli il Tempio della Madonna di San Biagio, edificato da Antonio da Sangallo il Vecchio, incanta il visitatore lasciandolo senza fiato. Sono passati esattamente cinquecento anni da quando, nell’aprile del 1518, un evento miracoloso dette origine all’inizio della costruzione del tempio. Quest’anno le celebrazioni del V centenario della fondazione offrono l’occasione per visitare e riscoprire alcune curiosità su questo capolavoro, aprendo al pubblico fino al 4 novembre la mostra ‘Il Tempio di San Biagio dopo Antonio da Sangallo – Storia e Restauri’. L’esposizione, curata da Laura Martini e Riccardo Pizzinelli, è prodotta da Opera-Civita e organizzata dall’ente proprietario del complesso le Opere Ecclesiastiche Riunite di Montepulciano, insieme alla Diocesi alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, al Comune di Montepulciano, alla Biblioteca Calamandrei.

La storia ci racconta che nel 1518, sul luogo dove ora sorge il tempio, si trovavano i resti delle mura di una pieve millenaria con un affresco della Madonna col Bambino e San Francesco, opera del Trecento senese, oggetto da sempre di venerazione.
Alcuni contadini del luogo videro l’immagine della Vergine aprire e chiudere gli occhi, come se fosse viva e in breve tempo seguirono altri eventi miracolosi, tali che gli abitanti di Montepulciano decisero immediatamente di erigere una nuova chiesa, affidando l’incarico ad Antonio da Sangallo il Vecchio. Il modello presentato dall’artista fu approvato dal Consiglio di Montepulciano il 14 maggio del 1518 ed esattamente quattro mesi di distanza venne posta la prima pietra.

Il Sangallo specialista in opere di fortificazione tanto da essere uno dei protagonisti delle innovazioni della fortificazione moderna, progettò qui il suo capolavoro. L’imponente edificio a pianta centrale è l’ambizioso progetto che venne sostenuto anche da papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, che era stato educato alle lettere classiche da Angelo Poliziano, grande poeta umanista nato a Montepulciano. La costruzione del tempio a croce greca, dalle superfici in travertino, si protrasse sino al 1580 ed i lavori vennero diretti, dopo la morte del progettista, da altri sovrintendenti, con la costruzione della cupola prima e il primo campanile concluso solo nel 1564, il secondo resta ancor oggi incompiuto. La mostra è costruita per porre l’attenzione su un capitolo poco conosciuto delle vicende della Chiesa: la storia dimenticata dell’arredo interno del tempio, realizzato tra la fine del Cinquecento mentre dettava nuove norme la Controriforma, e il pieno Seicento con l’affermazione di arredi e rifiniture barocche. L’aspetto interno che vediamo oggi è il frutto di un recupero della fine Ottocento, quando grazie al rinnovato interesse per la storia e l’architettura del monumento, dopo l’Unità d’Italia, si giunse ad elaborare un progetto di ripristino neorinascimentale.

Oggi possiamo ammirare l’impianto a croce greca, sormontato da una cupola impostata su una terrazza e un tamburo classico, con abside semicircolare a ricordare come l’opera del Sangallo resta uno dei modelli più belli e interessanti di edificio religioso, che traduce la lezione rinascimentale del Bramante in una compatta monumentalità di masse architettoniche. Un esempio che ebbe una rapida e apprezzata diffusione negli ambienti toscani. Davanti alla chiesa l’armonioso edificio della Canonica con due bei loggiati, progettata dal Sangallo e eseguita intorno al 1550; il pozzo davanti alla Canonica, una manciata di cipressi e la vista di Montepulciano sul colle, completano un colpo d’occhio che da solo vale un viaggio .

Didascalie immagini

  1. Montepulciano (Si) Chiesa di San Biagio
  2. Montepulciano (Si) Chiesa di San Biagio- Veduta interna San Biagio
  3. Montepulciano (Si) Veduta di San Biagio dalla Canonica
  4. Montepulciano (Si) Chiesa di San Biagio Lunetta e arco della cappella maggiore

IN COPERTINA
Montepulciano (SI), il tempio di San Biagio
foto © Andrea Mancaniello
[particolare]

Dove e quando

Evento: il Tempio di San Biagio dopo Antonio da Sangallo. Storia e restauri.
  • Fino al: – 04 November, 2018
  • Sito web