
E’ il Grande Raccordo Anulare di Roma, l’autostrada urbana più lunga d’Italia, a essere raccontato nel progetto del fotografo Giulio Ielardi, raccolto nel libro curato da Massimo Siragusa, con testi di Franco Arminio e Giorgio de Finis ed edito da Phaos Edizioni.
Cinquanta fotografie, realizzate in due anni di lavoro, percorrendo circa seicento chilometri a piedi per esplorare quel macrocosmo – l’anello di Saturno di felliniana memoria – che circonda Roma. L’autostrada A90, un anello a sei corsie, tre per senso di marcia, lungo quasi settanta chilometri con trentatré uscite, gallerie, ponti, svincoli, complanari e oltre centocinquantamila veicoli al giorno a percorrerlo.
L’acronimo è legato a Eugenio Gra, principale ideatore e sostenitore dell’opera: il suo apporto fu tale che nelle fasi di progettazione e costruzione, si riferì alla strada con il nomignolo «Il Gra»..
Completato nel 1970 ma in eterna trasformazione, oggi il GRA è parte della vita quotidiana dei romani, assai più del centro storico e dei suoi monumenti famosi in tutto il mondo.
Gli scopi e l’identità stessa hanno visto nel tempo una mutazione profonda e, tra le arti contemporanee, alla fotografia è riconosciuta una capacità di particolare efficacia per la narrazione delle dinamiche sociali e dei contesti che le producono. Le fotografie di Ielardi narrano questo caposaldo della topografia metropolitana, simbolo del governo urbanistico, dell’espansione cantiere di nuove esperienze abitative della città nuova e di quella che verrà.
In “GRA. Un viaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma” il paesaggio attraversato, disegnato, creato non è, né città, né campagna. Nel suo circolare svolgersi accosta falansteri di periferia e tesori archeologici, centri commerciali e tenute agricole, rivendite di lampadari e carrozzerie, terminal di bus e luoghi di culto.
Lungo il cordone d’asfalto si genera, e propaga, un orizzonte artificiale di cartelli e indicatori, lampioni, tralicci, scritte, stazioni di servizio, guard-rail, pannelli antirumore, frecce e antenne Sos.
Sopra, sotto e intorno, prati insperati e filari di pilastri in cemento armato a sostenere i viadotti e i tunnel, realtà aumentata per motociclisti e street artist, greggi e cosplayer.
Visioni e rumori che non conoscono sosta, ma fermati dagli scatti in bianco e nero in formato panoramico di Ielardi: un mondo rutilante, una Roma di avvenire e di macerie piena di energia come le sue fotografie che intendono raccontare i paesaggi del GRA con taglio poetico e visionario.