Vedendo le dimensioni del libro la nostra volontà può vacillare: 624 pagine, un peso considerevole, non proprio il tascabile che si può leggiucchiare distrattamente mentre si è in coda alla posta, con un occhio alla pagina e l’orecchio teso ad ascoltare i pettegolezzi che racconta il vicino. Ma basta leggere le prime due o tre pagine per rendersi conto che questo libro lo si vorrà portare alla posta, al Elena poniatowska tinissimasupermercato, allo stadio, al parco divertimenti, sul divano o sul treno, insomma dovunque ci sia spazio e tempo per leggerlo. Perché Tinissima, di Elena Poniatowska (Nova Delphi, che lo pubblica per la prima volta in versione integrale) è una biografia, ma avvincente come un romanzo, pieno e denso così come fu la vita di Tina Modotti, la Tinissima del titolo, ovviamente, che fu fotografa, attrice, attivista politica, vissuta tra il Friuli ed il Messico, gli Stati Uniti e la Russia tra Ottocento e Novecento, e che morì giovanissima, a soli 46 anni, nel 1942.
“Sono arrivati in Messico due sicari cubani. Magriñat dice che cercano me”. L’oppressione torna a comprimere il petto di Tina; tanto, che deve fermarsi. Julio Antonio le mette il braccio sinistro sulle spalle, avvicina la testa alla sua: “Non fare così.” Camminano sempre più veloci. Il freddo accelera i passi.
“Il fatto è, Tinissima, che quell’asino con gli artigli che governa Cuba mi crede più pericoloso qui che a L’Avana”, prova a scherzare, ma gli muore la voce in gola. Due passi suoi sono quattro di Tina.
Attraversano calle Balderas. Città del Messico, che città vuota, che deserto”
Il libro inizia con un assassinio, quello di Julio Antonio Mella (compagno di Tina e fondatore del partito comunista a Cuba), ucciso a Città del Messico il 10 gennaio del 1929, e prosegue con il racconto della vita di una donna fuori dal comune, che s’inventa un’altra vita: l’Europa, la Russia, la guerra di Spagna, Edward Weston e Federico Garcia Lorca, Vittorio Vidali e Trockij, e ancora il Messico, la morte, i sospetti che si tratti di omicidio politico, la tomba sottile (“appena una striscia sulla terra), la poesia di Neruda che la saluta (“Tina Modotti, sorella, non dormi, no, non dormi: / forse il tuo cuore sente crescere la rosa / di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. / Riposa dolcemente, sorella”).

Dettagli

Elena Poniatowska
Tinissima
Traduzione di Francesca Casafina
642 pp.
Nova Delphi

Un particolare della copertina di ‘Tinissima’ di Elena Poniatowska Copertina del libro ‘Tinissima’