Ne sono coscienti gli stessi autori: sui templari è ormai difficile riuscire a dire qualcosa di nuovo: bisogna quindi – conoscendo alla perfezione la materia – affrontare la questione da punti di vista sempre nuovi. È per questo che oggi vi parlo di Storia dei templari in otto oggetti, di Franco Cardini e Simonetta Cerrini (Utet): in questo caso per esempio si parte dalla vita quotidiana, da oggetti a volte apparentemente senza importanza, di quelli che spesso affollano le vetrine dei musei senza attirare lo sguardo del visitatore distratto (quando non giganteggiano all’interno di The Met Cloisters a New York, il museo che conserva ad esempio il portale della chiesa templare di Beaune, in Borgogna), ma che invece sanno svelarci aspetti importanti di un pezzo di storia che è diventato leggendario, e spesso viene ahimè raccontato con molte approssimazioni.
Preceduto da una necessaria introduzione che riassume i fatti, i nomi e le date dell’esperienza dei Templari, il libro prende poi in esame otto oggetti (nell’ordine: campana, chiave, cucchiaio, formula magica, portale, reliquiario, sigillo e tiara): sapevate ad esempio che ai templari era fatto divieto, a meno di autorizzazione del maestro, di usare sacchi o borse muniti di serratura e chiavi? La norma, apparentemente senza senso, si spiega con il voto di povertà, e quindi con la rinuncia ad ogni bene e ricchezza personale (e anche a ogni forma di privacy). O che, come d’altronde oggi ci impone il galateo e insegniamo ai più piccoli, un templare non può alzarsi da tavola prima degli altri se non avendo ricevuto un permesso specifico, o se gli sanguina il naso, o se al limite viene lanciato il grido di guerra? E che la loro dieta non è propriamente vegetariana, dal momento che si concedono la carne tre volte a settimana (quando non mangiavano i bambini – probabilmente solo nelle grandi occasioni – cosa di cui li si accusa, oltre a tutto il resto, nelle Grandes chroniques de France)?
Ma poteva mancare, oltre a questa solida ricostruzione storica, un riferimento alla storia “moderna” dei templari, e a come siano stati recepiti dalla cultura di massa? Ovviamente no, ed ecco allora comparire anche Dan Brown e compagnia, “abili venditori di finti misteri”. Il problema è che alcuni li prendono per veri.
Franco Cardini, Simonetta Cerrini
Storia dei templari in otto oggetti
pp. 368
Utet Libri