Per tutti è solo Robertón: prima emigrante, poi contadino, poi s’è messo a vendere le caldarroste, poi ha provato la carriera militare, poi, di nuovo, emigrante. Per tanti anni Roberto Donetta è stato tutto questo, ma anche fotografo, e questo senza che nessuno lo sospettasse, o lo prendesse mai troppo sul serio; nato in val di Blenio nel 1865 e morto nel settembre del 1932, un libro arriva ora a ricostruire la sua vita e la sua passione, che lo ha portato a lasciarsi dietro qualcosa come cinquemila lastre fotografiche, riscoperte e studiate solo da qualche decennio. Senza scarpe, di Mario Casella, appena pubblicato da GCE-Gabriele Capelli Editore, mette insieme in un curioso ibrido tra reportage e romanzo, le testimonianze di Saulle, uno dei sette figli di Robertón, le foto e la straordinaria collezione di scritti di Donetta: se le fotografie sono rimaste per molto tempo nascoste, la riscoperta dei suoi fogli, dei pensieri, le pagine scritte fitte fitte è stata ancor più sorprendente, soprattutto per certe osservazioni che il fotografo fa valutando alcune invenzioni tecnologiche dell’epoca, come il fantomatico telettroscopio:
È questo un apparato, che come lo indica il suo nome greco, trasmette da un luogo all’altro l’immagine delle persone, quadri, od altri oggetti. Se tal istrumento si potrà incorporare col telefono noi potremo vedere i nostri cari degenti anche in lontani paesi, e conversare con loro”.
Ma non solo: nelle lettere si nota sempre una costante ricerca, un eterno conflitto tra la tradizione e l’andare oltre, l’amore per la terra e una creatività più nuova, e una necessità quasi di mettere le cose nero su bianco per ordinare le idee. Un burbero sempre curioso, testardo ed egocentrico al punto da restare solo e farsi terra bruciata attorno: curioso per qualcuno dall’animo profondamente contadino, consapevole del fatto che la terra sarebbe stata sempre la sua ultima risorsa. “La terra c’è sempre” scrisse una volta Donella: e assieme alla terra anche la macchina fotografica, con carta e penna.

Dettagli

Mario Casella
Senza scarpe
GCE-Gabriele Capelli Editore
pp. 184
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