L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, con decisione ratificata il 28 luglio 2021, ha esteso l’area del centro storico di Firenze (la città ha festeggiato proprio tre giorni fa i quarant’anni dall’iscrizione del proprio centro storico nella lista Unesco) includendo anche San Miniato al Monte. La storia della basilica – sede della comunità benedettina olivetana – ebbe inizio il 27 aprile 1018 con la Charta ordinationis del vescovo fiorentino Ildebrando che, tra le rovine della precedente chiesa carolingia, recuperò le reliquie del martire Miniato – un esiliato armeno ucciso nel 250 dai soldati dell’imperatore Decio – ponendole su un altare di quella che sarebbe stata edificata come una una nuova basilica romanica che affidò al sacerdote Drogo, il primo abate della comunità monastica vissuta sul colle di San Miniato.
In occasione dei festeggiamenti per i dieci secoli di vita, quindici studiosi, coordinati dall’Accademia delle Arti del Disegno, in due giornate di lavori, sondarono la molteplice eredità spirituale e materiale di una tra le più insigni basiliche della Cristianità, cogliendone il divenire storico, e artistico, che dal Medioevo raggiunge la contemporaneità tra storia e spiritualità di uno scrigno architettonico.
Allo svolgimento dei lavori, nell’affollata Sala delle Adunanze del palazzo dei Beccai, assistette con appassionata attenzione, un pubblico composito di specialisti e di amatori, nel quale biancheggiavano le tonache del gruppo degli Olivetani, sotto la guida di Padre Bernardo Maria Gianni.
A seguito degli atti del convegno nazionale di studi, per i tipi di Leo S. Olschki editore – settimo volume della collana di studi sulle abbazie storiche e gli ordini religiosi della Toscana – fresco, fresco di stampa “San Miniato al Monte. Mille anni di Storia e Bellezza“, curato da Cristina Acidini e Renzo Manetti, con il coordinamento tecnico-scientifico di Enrico Sartoni, rappresenta un contributo aggiornatissimo facendo il punto sulle ricerche svolte, e tuttora in corso, sulle rivisitazioni critiche, sui quesiti irrisolti, sui restauri dedicati a spazi e a manufatti di assoluta eccellenza.
Il mutare delle funzioni che l’edificio subì in età moderna, l’aggiunta di elementi fortificati con la collaborazione di Michelangelo Buonarroti, il successivo affidamento ai Gesuiti fino alla costruzione del cimitero monumentale, caratterizzano ancora oggi una storia che pervade ogni pietra della Basilica e del paesaggio circostante consegnandoci mirabili capolavori dell’arte universale.
L’edificio sacro, la cappella del Cardinale del Portogallo, il tempietto di Michelozzo sono soltanto alcune delle opere analizzate nel volume, che offre per la prima volta al pubblico una silloge completa del complesso attraverso puntuali indagini filologiche, estetiche e documentarie.
Un ricco patrimonio interpretativo interdisciplinare non solo per addetti ai lavori, ma lettura colma di sorprese posto come, le fonti documentarie siano state interrogate con spirito investigativo, sia che si tratti di carte d’archivio (e di particolare interesse sono le deduzioni proposte da Tigler sulla base dei documenti contabili, che permettono di risalire alle modalità di finanziamento del cantiere nell’Undicesimo secolo), sia che si tratti di segni impressi nelle mura e negli ornati architettonici facendo parlare il “monumento-documento” stesso come spiega la prof.ssa Cristina Acidini nell’introduzione.

Dettagli

San Miniato al Monte in Firenze
Mille anni di storia e bellezza
a cura di Cristina Acidini e Renzo Manetti
Casa Editrice Leo S. Olschki
pagine 266 con 148 figure a colori n.t.
Isbn 9788822267740