La storia del collezionismo è ormai, a tutti gli effetti, parte integrante della storia dell’arte.
Il gusto degli amatori, più di ogni altro fattore, ha decretato la fortuna o la sfortuna delle opere d’arte nelle diverse epoche. In modo particolare la scultura fittile, fino alla metà del secolo scorso, non ha goduto di una buona sorte all’interno della bibliografia artistica. Tuttavia c’è stato un momento in cui la scultura del Rinascimento, intesa nella sua totalità, è stata il centro dell’attenzione di studiosi e collezionisti, i quali partirono letteralmente “alla caccia” di opere di statuaria del XV- XVI secolo.
In questo clima di ritrovato interesse, trovò spazio Stefano Bardini, da sempre anticipatore dei gusti dei suoi clienti, che introdusse nel suo mercato un oggetto che ben si sposava con questo clima di riscoperta della cultura rinascimentale e, allo stesso tempo, rispondeva alle esigenze economiche di tutti i tipi di tasche: i rilievi fittili raffiguranti la Madonna con Bambino.
La figura di questo istrionico antiquario e della sua sterminata raccolta di rilievi mariani è stata oggetto di studio da parte di Eleonora Belli, nostra collaboratrice, storica dell’arte e docente della materia, e lo scorso 25 settembre, all’interno degli eventi della Biennale dell’Antiquariato di Firenze, è stato presentato il frutto delle sue ricerche: Madonne Bardini. I rilievi mariani del Secondo Quattrocento Fiorentino, a cura di Antonella Nesi ed edito da CentroDi.

Questo lavoro è nato dalla collaborazione tra il Museo Bardini e L’Università –
ha dichiarato la direttrice del Museo, Antonella Nes i- la dottoressa Belli ha acceso un riflettore su uno dei settori più interessanti del mercato antiquario di Stefano Bardini, in concomitanza con un importante campagna di diagnostica che è stata effettuata dal Dipartimento di scultura del Louvre sui rilievi ancora presenti all’interno del Museo, e la possibilità di narrare la storia di questo personaggio, all’interno della Biennale dell’Antiquariato è un’occasione unica, che sottolinea come il mercato antiquario le istituzioni museali e la ricerca lavorino insieme.  Questo lavoro, racconta attraverso il suo vasto repertorio di immagini, anche il gusto collezionistico e, di conseguenza,  anche gli allestimenti che venivano effettuati da antiquari e collezionisti, pertanto il lungo lavoro di ristrutturazione del Museo, volto a recuperare l’aspetto originario dell’atelier Bardini, viene supportato e testimoniato da questa pubblicazione. A causa della vasta mole di rilievi mariani posseduti dall’antiquario, Eleonora ha concentrato la sua attenzione sul repertorio del secondo Quattrocento fiorentino, forse anche meno trattato dal punto di vista critico. Il mio auspicio è che si possa pubblicare un secondo volume, dedicato ai protagonisti della primissima stagione del Rinascimento.

L‘abilità dell’antiquario fu di rendere questi manufatti indispensabili all’interno delle collezioni e delle residenze-museo della sua clientela, creando un mercato molto redditizio, al punto che nel primo inventario di galleria redatto nel 1899, in occasione della prima asta organizzata da Christie’s, Bardini possedeva centoquarantadue rilievi mariani, un vero e proprio “mare di Madonne”, come scrisse a Wilhelm Bode, direttore dei Regi Musei di Berlino, nel 1898.  La lunga lista di ricevute di acquisti di immagini mariane, riportate nell’appendice documentaria di questo lavoro, dà la misura della mole e della rapidità con cui sapeva procacciarsi queste opere, che con la stessa velocità con cui le acquisiva, le rivendeva.

L’idea di questo lavoro è nata proprio durante il mio lungo periodo di stage lavorativo presso il Museo Stefano Bardini – ha spiegato l’autrice Eleonora Belli – in cui, nel mentre svolgevamo l’attività di catalogazione del materiale documentario presente all’interno dell’istituto, ho avuto modo di entrare a contatto con alcune copie delle fotografie fatte scattare da Stefano Bardini della sua collezione di rilievi raffiguranti Madonne con Bambino.  Una prima suddivisione per autore era già stata fatta dal Professor Gentilini negli anni Novanta, ed io ho come sentito una sorta di richiamo, mi sentirei di dire istintivo, nel voler terminare il lavoro iniziato da colui che è stato mio docente e relatore di tesi e che mi ha avvicinato ed appassionato allo studio della scultura. Tale ricerca, che mi ha impegnata per tre anni, vuole mettere a fuoco proprio questo aspetto, ovvero il funzionamento del mercato antiquario dei rilievi devozionali quattrocenteschi: i rapporti di Bardini con la clientela, il ruolo centrale che rivestiva il restauro della merce negli affari e l’espansione del commercio di questi manufatti.

La scelta di concentrarsi esclusivamente sulle opere della seconda metà del Quattrocento, non è casuale: innanzitutto volevo evidenziare la profonda conoscenza di Bardini della scultura rinascimentale– ha sottolineato l’autrice- che non si limitava ai soli nomi di Donatello, Ghiberti e Luca della Robbia, ma anche di artisti su cui in questi anni si stavano affrontando i primi studi: Antonio Rossellino, Desiderio da Settignano, Mino da Fiesole, Benedetto da Maiano, e Francesco di Simone Ferrucci. Inoltre è stata un’occasione per indagare sul corpus di alcuni artisti di cui ancora poco o nulla si conosce della loro attività di plasticatori.

Il repertorio, infatti, oltre a catalogare le tipologie di immagini mariane possedute da Bardini e ricostruire le vicende di mercato a cui questi oggetti furono sottoposti, è servito a fare il punto della situazione sulle vicende storico-critiche di queste opere, e per avanzare qualche ipotesi attributiva.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Copertina del libro Madonne Bardini
  2. Stefano Bardini nel suo atelier 
    ©ASEB
  3. Desiderio da Settignano, Madonna Alberti, 1466 ca. Londra, Victoria and Albert Museum 
    ©V&A Museum
  4. Benedetto da Maiano, Madonna con Bamnino e San Giovannino, 1490 ca. Londra, Victoria and Albert Museum
    ©V&A Museum.
  5. John Singer Sargent, Ritratto di Isabella Stewart Gardner, 1880. Boston, Isabella Stewart Gardner Museum 
    © Isabella Stewart Gardner Museum
  6. Benedetto da Maiano, Madonna Kress, nono decennio del XV secolo. Washington, National Gallery
    © Washington, National Gallery.