
Realizzato per ragazzi 12+, “Andrej Sacharov. L’uomo che non aveva paura” è una lettura veloce, quanto interessante, adatta a tutte le età perché la biografia del fisico – Premio Nobel per la pace nel 1975 – ha il linguaggio immediato del graphic novel, quello informativo del reportage e quello intimistico delle memorie dove, questioni urgenti come la libertà di pensiero, vengono poste sotto i riflettori per stimolare la comprensione dei fatti del nostro presente.
Importanti riflessioni sulla libertà intellettuale e sulla libera informazione vengono direttamente dalla voce di Sacharov (Mosca, 21 maggio 1921 – Mosca, 14 dicembre 1989) attraverso suoi articoli, interviste, lettere e memorie. Il risultato è un mosaico di ricordi, pensieri, manoscritti, foto e testimonianze che vanno a comporre un ritratto dell’uomo e del periodo storico, il più autentico e fedele possibile.
Edita da Caissa Italia, in libreria dallo scorso 25 settembre, un’opera alla quale hanno lavorato storici, archivisti, scrittori, redattori e curatori di musei coordinati da Ksenija Novochatko (traduzione italiana di Tatiana Pepe) e realizzata in collaborazione con il Centro Sacharov di Mosca (tra l’altro chiuso lo scorso 18 agosto per l’ordinanza del Tribunale di Mosca) e la Fondazione Friedrich Naumann per la Libertà.
Nato da una famiglia dell’intelligentia russa (tra gli antenati militari, nobili e preti ortodossi) studiò a casa i primi anni con la guida del padre – insegnante di fisica e autore di libri di testo e di divulgazione – andando a scuola solo dopo le elementari. Introverso e concentrato sui suoi interessi intellettuali, tra i quali la poesia di Alexander Puskin, aveva la caratteristica di scrivere contemporaneamente con entrambe le mani. Entrò all’Università di Mosca per studiare fisica nel 1938, in un periodo nero per il dipartimento, devastato dalle purghe staliniane, aggravato poi dall’invasione hitleriana del 1941.
La narrazione comincia con una presentazione storico-sociale del mondo che accoglie la nascita di Andrej e fin da subito la intreccia con la storia della sua famiglia e le sue scelte di vita. Il contesto di origine viene descritto minuziosamente, così come la sua formazione, informazioni che saranno fondamentali per capire le posizioni del Sacharov adulto.
Dopo il primo impiego come ricercatore per l’industria bellica durante la Seconda guerra mondiale, Andrej viene “intrappolato” nel programma nucleare sovietico, dove collabora con le più grandi menti scientifiche dell’epoca nella “città fantasma” di Arzamas-16 (una specie di contraltare segreto di Los Alamos). Ma i suoi studi nel campo della bomba all’idrogeno sono presto accompagnati da profondi interrogativi di natura etica: come si può portare avanti la sperimentazione, conoscendo l’enorme e drammatico impatto che avrà sul pianeta e sulla vita delle persone?
Proseguendo nella lettura, il libro fornisce gli strumenti necessari per immergersi nella Storia e interpretare con lenti lucide anche quello che accade ai giorni nostri: la rinnovata contrapposizione tra Russia e Occidente in primis, ma anche la sistematica compressione dei diritti umani e la repressione del dissenso che si registra tutti i giorni in tutti i regimi illiberali, e che hanno una ripercussione enorme sulla vita di ogni singolo individuo.
Un plauso anche per le illustrazioni sintetiche, inusuali e luminose realizzate da un collettivo di illustratrici russe (Evgenija Rojzman, Olga Terechova e Polina Plavinskaja) che rispettano la struttura narrativa ibrida del racconto di grande impatto, mentre l’impianto grafico, studiato per integrare le vicende generali con il percorso privato di Sacharov, aiuta il lettore a seguire il flusso della Storia viaggiando su una metaforica linea del tempo.