I suoi disegni sono comparsi sul New Yorker – è già non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro – su Vanity Fair, La Repubblica, Le Monde, Il Sole 24 Ore, Internazionale, Rolling Stone Magazine, e tante e tante altre testate. Insomma, Manuele Fior, architetto e illustratore nato a Cesena ma residente a Parigi, è di certo uno dei più importanti illustratori italiani, come ha dimostrato qualche anno fa il premio di Miglior Album al Festival Internazionale di Angoulême, vinto con Cinquemila chilometri al secondo. Ecco, Manuele Fior pubblica ora, per Oblomov Edzioni (un editore pigro, lento per vocazione per sua stessa ammissione, che crede “nella lentezza e nella cura, facciamo libri come si prepara il pane, aspettando che la lievitazione sia al punto giusto, prima di infornare. Nessuno ci corre dietro”) L’ora dei Miraggi, l’art book che mette insieme 15 anni di lavori, dalle copertine dei dischi alle locandine per i film, dalle illustrazioni per le case editrici a quelle per i giornali, commentati con pensieri sparsi dallo stesso autore, che racconta di volta in volta aneddoti, ricordi (“da bambino mi dimenticavo sempre tutto, non c’era giorno che non mi mancasse qualcosa per la scuola. Un giorno mi ricordai di portare le tempere ma non il pennello e la vecchia maestra, esasperata, mi fece dipingere con le dita. Finito il disegno, lo appallottolò e lo gettò nel cestino”) o aspetti tecnici del mestiere dell’illustratore (“Sono affascinato dalla tecnica: mi piacerebbe sapere tutto dei materiali che ho sottomano, per spingerli fino all’ultima potenzialità espressiva”); Fior ci svela anche dove acquista i suoi colori preferiti (no, non ve lo dirò) o come si sente nel riguardare alcuni dei suoi lavori più vecchi (non vi dirò nemmeno questo). Quel che è certo è che il libro è incantevole, e che sfogliarlo è un vero piacere. E la cosa migliore è che poi, come scrive lo stesso autore, “confido che il meglio debba ancora venire”.

Dettagli

Manuel Fior
L’ora dei miraggi
pp. 200
Oblomov Edizioni