La chiave di questo libro sta in un piccolo scambio di battute al capitolo cinque:
– Ma… in pratica, cosa intendi fare? –
– Fare? Chiedimi piuttosto cosa intendo essere d’ora in poi? Non è questo ciò che conta? –
Insomma, cos’è alla fine che connota il nostro stare al mondo? Quello che siamo o quello che facciamo? E quello che si chiede Adam Sijilmassi, brillante ingegnere marocchino, comodamente seduto a trentamila piedi di altitudine sul sedile di un areo della Lufhansa che lo sta portando a casa, a Casablanca.
È un’epifania vera e propria, che lo porta a confrontare la sua vita occidentalizzata con quella del padre e del nonno, che non hanno mai viaggiato più veloci di un cavallo al galoppo, e che lo spinge a mollare tutto per tornare ad essere (o almeno provare a farlo) quell’uomo autentico che non avrebbe mai dovuto smettere di essere. Le vicende di Adam sono raccontate da Fouad Laroui nel suo Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi, appena pubblicato dalla Del Vecchio Editore (la traduzione è di Cristina Vezzaro). L’autore (che il prossimo 9 novembre sarà ospite del Pisa Book Festival) ci accompagna con ironia a seguito del suo eroe, sbeffeggiato dalla moglie, che non ha sposato proprio lui, ma piuttosto il suo conto in banca, stritolato (ma con benevolenza) dal suo direttore che non sa capacitarsi delle sue dimissioni, accolto dallo psicoterapeuta più in vista di Casablanca che lo riceve grazie all’insistenza della moglie (che, se fosse stato per lui, se ne sarebbe tenuto ben alla larga) e che è convinto di aver di fronte un evidente caso di esaurimento nervoso, mentre Sijilmassi pensa tuttalpiù di essere alle prese con un problema filosofico, letterario, politico o religioso, o forse tutte e quattro le cose insieme… tornare nel villaggio natio sarà la scelta giusta? Qualunque sia il suo destino noi, già dalle prime pagine, sappiamo bene che in questa storia surreale noi parteggiamo in ogni caso per Adam e per la sua decisione che lo porta, come una specie di Bartleby, ad un certo punto della sua vita, a pensare “preferirei di no”.
Fouad Laroui
Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi
Traduzione di Cristina Vezzaro
pp. 300
Del vecchio Editore