Era il 17 novembre 1992 quando Giuliano Briganti – uno dei più importanti storici dell’arte del Novecento – tenne una conferenza presso l’Accademia di Spagna a Roma, invitato dall’allora direttore Jorge Giuliano briganti-riconquista-olimpo-nel rinascimento italianoLozano come “tappabuchi”: il compito di conferenziere era stato in origine affidato a Giulio Carlo Argan, morto solo qualche giorno prima. Nel 1995 il testo di quella conferenza fu pubblicato in poche centinaia di esemplari, riservati solo ad una ristretta cerchia di studiosi e appassionati. Oggi finalmente Skira pubblica quella lezione interamente dedicata al rapporto tra la cultura greco romana e quella dell’Italia del Rinascimento, scegliendo per La riconquista dell’Olimpo nel Rinascimento italiano la collana SMS, Skira Mini Saggi.
Minimo nel peso (si tratta di un libriccino di appena 80 pagine), il libro parte dal felice “accumulo alluvionale di letture della mia prima giovinezza” e dalla tesi che Jean Seznec espone in La survivance des dieux antiques, secondo la quale “dopo la fine del paganesimo gli dei vengono trasferiti da un contesto a un altro e restano vivi nomi, caratteristiche, attributi. Continuano a vivere cioè in un nuovo e attuale rapporto che si viene a creare fra i contenuti e gli attributi trasmessi dalla tradizione letteraria e alcune idee radicate nella coscienza collettiva medievale. Vivono nell’immaginario popolare accanto alle figure dell’Antico Testamento” e passa con disinvoltura (ma senza che il passaggio da un argomento all’altro risulti artificioso), da Botticelli a Piero di Cosimo, dal ciclo dei mesi di Schifanoia a Donatello. Ma più che in Seznec, Briganti insiste sul fatto che non si tratti di una semplice “sopravvivenza”, quasi che gli dei antichi siano relitti di una civiltà ormai lontana, ma di “riconquista”, cioè di un tornare a pieno titolo nell’immaginario di un’epoca, riuscendo – come un tempo – a suscitare “rispondenze psicologiche” nella Firenze di Lorenzo il Magnifico o nella Ferrara estense. Impossibile dunque addirittura pensare, senza questa rinascita nello spirito, agli affreschi di villa Farnesina a Roma, o alla Nascita di Venere di Botticelli…niente si crea, tutto si trasforma insomma, e tutto torna, anche se Giove veste abiti rinascimentali o Marte imbraccia armi da torneo cavalleresco. 

Dettagli

Giuliano Briganti
La riconquista dell’Olimpo nel Rinascimento italiano
pp. 80
Skira

Giuliano Briganti, La riconquista dell'Olimpo nel Rinascimento italiano Sandro Botticelli, Nascita di Venere, 1482–1485 circa, tempera su tela, 172×278 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze (fonte)