Quasi ogni giorno su internet vengono pubblicate immagini sfocate di cinghiali a passeggio per Roma, orsi che fanno lo struscio sulle vie del centro dei paesi alpini, paperotti che fermano il traffico (per fortuna!) attraversando la strada con mamma papera. Che sta succedendo? Semplicemente, “l’Italia sta diventando più selvatica: questa novità ci riguarda, perché il selvatico sta annidato in ognuno di noi, forse nel cuore. Resta là, acquattato, un occhio aperto e uno chiuso. È la parte di noi che non si arrende alle macchine, ai computer, alla tecnologia; quella che ricorda il fischio del vento e il crepitio del fuoco, l’abisso e la foresta, il timore di essere predati e l’euforia nella caccia”. Lo sostiene, con dati incontrovertibili, Daniele Zovi, guardia forestale per quarant’anni, nel suo Italia selvatica (Utet Libri), un libro che traccia i confini di un Paese che sembra resistere imperturbabile allo sviluppo ed allo sfruttamento delle risorse. E che racconta di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, sciacalli dorati…e un castoro, tutti alle prese con una convivenza – più o meno pacifica – con l’uomo: il libro racconta di incontri ravvicinati più o meno cruenti, di diete bilanciate e sorprendentemente moderne (quella dell’orso marsicano prevede ad esempio l’80% di vegetali), dei cinghiali che amano la vita sociale, o delle vacche che nascondono i vitelli appena nati in mezzo ai cespugli per nasconderli alla vista dei lupi. Lupi, cinghiali, orsi in mezzo alla strada…non è il caso di preoccuparsi? Niente affatto; la loro presenza è anzi indizio prezioso del fatto che, seppur l’uomo abbia in qualche caso minacciato la stessa esistenza di una o più specie, la natura tende sempre a riprendersi il suo posto. La convivenza pacifica è possibile, spiega l’autore…basta sapere come comportarsi. E, pensandoci bene, non sarebbe peggio non avere più gli orsi in montagna? Ci ha riflettuto lo stesso Dino Buzzati, ed era il lontano 1948. “Ma che importa – dirà qualcuno – se l’orso scomparisse dalle Alpi? È un po’ come chiedere perché sarebbe un guaio se il Cenacolo di Leonardo andasse in polvere. Sarebbe un incanto spezzato senza rimedio, una nuova sconfitta della già mortificatissima natura; perché quanto più si estende sulla terra vergine il dominio dell’uomo, tanto più diminuiscono le sue possibilità di salvezza, e a un certo punto egli si troverà prigioniero di se stesso, gli verrà meno il respiro e per un angolo di autentico bosco sarà disposto a dar via tutte le sue diaboliche città”.

Daniele Zovi
Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro
Utet Libri
pp. 304

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