«Una delle più belle corrispondenze natalizie che io conosca è quella che il poeta Rainer Maria Rilke intrattenne con la madre per venticinque anni (tra il 1900 e il 1925). Chiaramente le lettere dell’uno e dell’altra dovevano essere scritte e recapitate prima della festa. La madre, Sophia Rilke, risiedeva stabilmente a Praga, mentre Rainer Maria era una sorta di apolide spirituale che girovagava, sempre ospite di qualcuno, tra Francia, Italia, Germania, Spagna, Russia, Svizzera. La distanza geografica o le difficoltà di comunicazione non gli impedirono tuttavia di mantenere per lungo tempo un rituale preciso, denso di risonanze: alle diciotto in punto di ogni 24 dicembre, quando le mille luci del Natale brillano ancor più intense al calare del crepuscolo che precede la grande festività, entrambi infine aprivano, con viva e lentissima emozione, la rispettiva lettera natalizia.
In una di quelle missive, il poeta spiega nel dettaglio il processo complice della scrittura, definendolo una comune esperienza di gestazione della gioia. Scrivere la lettera, pregustando l’effetto che avrebbe prodotto nel corrispondente; selezionare le parole, la carta, le immagini, i suoni e i colori; calcolare esattamente i tempi che avrebbero garantito la consegna della stessa al destinatario – tutto era un’eccitante pre-gioia che metteva lo spirito in effervescenza fino alla vigilia, quando l’orologio batteva i diciotto colpi e i due potevano finalmente sapere in quale modo l’infinito li avrebbe sorpresi
».

Il Cardinale José Tolentino de Mendonça usa questa riflessione iniziale per la sua introduzione alla riedizione della novena di Natale di Alfonso Maria de’ Liguori (1696 – 1787) “uno dei più profondi scrittori dell’Incarnazione” (così caratterizzato più avanti nel saggio) e lo conclude: «L’importanza e la monumentalità del contributo di sant’Alfonso, tanto in campo religioso come in quello culturale, non hanno forse ancora trovato nei libri di storia “il posto che le spetta”. Lo storico Jean Delumeau lo definisce “un gigante non solo della storia della spiritualità, ma della storia tout court”. Un gigante da rivelare alla contemporaneità».
Il contributo del Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede è una preziosa chiave di accesso alla Novena che venne pubblicata per la prima volta nel 1758 a Napoli, per i tipi di Alessio Pellecchia però, popolarmente, il Santo è noto come l’autore delle strofe del “Tu scendi dalle stelle” da sempre, e tuttora, cantate durante il periodo natalizio.
Il volume, “Il Santo Natale. Nella novena di Alfonso Maria de’ Liguori e nei presepi di Antonio Maria Esposito” rivela uno scrittore vivace testimoniato da un accurato apparato delle fonti a cura di Giacomo Jori e Laura Quadri che, nei criteri di edizione, spiegano di essersi basati sul testo pubblicato dall’editore veneziano Remondini nel 1766 e erano aggiunte la Novena al SS. Cuore di Gesù, il Settenario in onore di S. Giuseppe, l’Apparecchio e ringraziamento alla Messa per li Sacerdoti.
Con il Remondini – al quale si rivolse subito dopo la prima edizione – Liguori intrattenne una fitta corrispondenza epistolare, proprio per sottolineare le sue esigenze in ordine al testo da mandare in stampa.
Carlo Ossola, nella sua postfazione al volume, tra l’altro, scrive:: «I Discorsi sulla Novena del Santo Natale di Alfonso Maria de’ Liguori vanno letti in parallelo con le Meditazioni per la stessa Novena, compendio – esse – di esortazioni e affetti; mentre i primi dispiegano argomenti, le altre contraggono aspirazioni: straordinaria prova della sapienza compositiva del Liguori, del suo mobilissimo registro stilistico, capace – come ha osservato Giovanni Getto, uno dei più fini interpreti dell’opera – di evocare tutti i toni di una “pastorale natalizia” articolata per effusioni e contemplazioni, dal popolare all’arcano del mistero, quasi agisse il ricordo del Protevangelion Jacobi, portando tutto ad unità attraverso il raccordo continuo dell’orazione».
Accompagnano il volume edito da  Olschki, le tavole fotografiche di presepi minimi, opera di don Antonio Maria Esposito (1917-2007), conservati presso il Museodivino di Napoli: in una lunga continuità di raccoglimento nell’essenziale e nell’invisibile dell’ἀχειροποίητον.

Dettagli

Il Santo Natale
Nella novena di Alfonso Maria de’ Liguori e nei presepi di Antonio Maria Esposito
Introduzione di José Tolentino de Mendonça
Postfazione di Carlo Ossola
Curatori Giacomo Jori e Laura Quadri
Pagine 134 con 16 tavole foto
Casa Editrice Leo S. Olschki, 2020
Isbn 9788822267337