Bettina Hoffmann, violista da gamba, violoncellista barocca e studiosa della storia dei suoi strumenti, è presente nei maggiori festival e teatri europei come solista e con l’Orchestra Barocca Modo Antiquo considerata una delle migliori formazioni di musica antica della scena internazionale.
E’ altresì docente al Conservatorio di Vicenza e alla Scuola di Musica di Fiesole mentre, sul versante musicologico, fra le pubblicazioni di Bettina Hoffmann si segnala il “Catalogo della musica per viola da gamba” e “La viola da gamba”, edito in italiano, tedesco e inglese. Però, il plauso odierno, è per il novissimo “I bassi d’arco di Antonio Vivaldi. Violoncello, contrabbasso e viola da gamba al suo tempo e nelle sue opere“, edito da Leo S. Olschki, un volume imperdibile per gli appassionati del Prete rosso.
Il contributo del compositore veneziano allo sviluppo degli strumenti ad arco bassi fu notevolissimo in quanto arricchì, come nessun altro del suo tempo, il repertorio del violoncello oltre a regalare al contrabbasso ruoli inediti e nuove funzioni timbriche.
Continua a stupire come riusci a togliere dall’oblio la viola da gamba che, seppur già presente in Pietro Antonio Locate!li (e nello stesso Vivaldi) – quale strumento del concertino nell’ambito del concerto grosso e usata anche in duo con il violino – era assente come strumento solista.
Vivaldi, pur avendo piena padronanza degli strumenti – fu anche insegnante presso il Conservatorio della Pietà – scrisse concerti e sonate per quasi tutti, ma in ambito solistico usò la sola viola d’amore.
Il nuovo volume di Bettina Hoffmann è fonte di preziose informazioni che chiariscono diverse questioni tuttora aperte circa l’organologia, la tecnica esecutiva e l’accordatura dei bassi d’arco barocchi. Inoltre, le meticolose indicazioni di Vivaldi, sparse su centinaia di manoscritti, illuminano sulla strumentazione del basso continuo, con esiti talvolta sorprendenti. Il musicista fu quindi un gigante anche in questo campo, ma non un gigante nel deserto in quanto, l’approfondito studio della Hoffmann. è l’occasione per allargare il raggio a tutto il panorama degli strumentisti italiani di archi bassi del periodo scoprendone gesta e opere. Diviene così particolarmente interessante la parte in cui indaga il rapporto di scambio che alcuni di loro ebbero con Vivaldi.
Bettina Hoffmann ha diviso in libro in tre parti, la prima è dedicata al contesto delle composizioni e fornisce notizie, e spunti di riflessione, su coloro che potrebbero averlo influenzato in parallelo al repertorio italiano. Nella seconda passa sotto la lente di ingrandimento la produzione vivaldiana comprendente parti solistiche per violoncello e per viola da gamba il tutto arricchito con numerosissime informazioni storiche. L’ultima parte è specifica per i musicisti in particolare per le esecuzioni del registro grave.
Il risultato finale è un affresco musicale ricchissimo e, per molti aspetti, nuovo.
Bettina Hoffmann
I bassi d’arco di Antonio Vivaldi. Violoncello, contrabbasso e viola da gamba al suo tempo e nelle sue opere
Pagine 596
Leo S. Olschki editore
Isbn 9788822266903