
Mi ricordo che da bambina costruivo strambi terrari – erano in realtà piccoli secchi di plastica – zeppi di foglie di menta e abitati da scarabei verdi (e la cosa, solo a pensarci ora, mi agghiaccia non poco, dal momento che la sola vista di uno scarabeo, verde o di qualsiasi altro colore, mi farebbe oggi correr lontano) e passavo interi pomeriggi a guardare cosa succedeva là dentro. Che poi, chissà cosa pensavo mai potesse succedere in un condominio di scarabei pieno di foglie di menta, due sassolini e qualche pezzo di legno?
Il preambolo serve per dimostrare che ai bambini non serve tanto, non occorrono insegnamenti specifici per amare la natura che ci sta attorno, e proteggerla con piccole o grandi azioni quotidiane. Basta solo farli entrare in un giardino, far infilare il naso in un bocciolo di rosa, dar loro un vasetto da curare: non potrà che nascere qualcosa di buono. Lo sostengono anche Camilla Anselmi e Chiara Cavazzuti, autrici (la prima del testo, la seconda delle illustrazioni) di Floralie, appena pubblicato da Sabir Editore: tra le pagine impariamo a conoscere proprio la piccola Floralie, che si accorge dell’estate che sta arrivando dal profumo di lavanda, si gode lunghe passeggiate in spiaggia assieme alla nonna, va alla ricerca di giardini segreti e si diverte a dare il nome alle piante: ecco allora che la magnolia diventa per esempio Lola, la sua preferita. E proprio in uno di questi giardini Floralie conosce Etienne, figlio del custode, che diventa suo inseparabile compagno nelle avventure di quei giorni d’estate; ormai veri e propri paladini della Natura, i due sono protagonisti della grande fuga dei piccoli pesci dello stagno del giardino, che grazie ai due bimbi e ad una provvidenziale brocca di vetro tornano liberi di nuotare finalmente nel mare.

Un libro che è un inno alla bellezza e alla libertà, destinato ai più piccoli ma anche agli adulti, e a tutti quelli che riescono ancora “a sorprendersi delle piccole cose che ci regala la natura”. Sembra poco, invece è una gran cosa.