Con oltre ottant’anni di attività, le Edizioni di Storia e Letteratura continuano a rappresentare un marchio di riferimento nell’editoria di cultura italiana e internazionale. Un volume decisamente interessante è stato presentato la settimana scorsa a Firenze direttamente dall’autrice Meredith K. Ray (“Elias Ahuja Professor of Italian” alla University of Delaware) che ha già pubblicato numerosi saggi e volumi relativi alla condizione femminile in Europa nella prima età moderna, con particolare attenzione al contributo delle donne alla ricerca scientifica.

«L’oro che sta nelle miniere ascoso / non manca d’esser or, benché sepolto / e quando è tratto e se ne fa lavoro / è così ricco e bel come l’altro oro». Con questa immagine, nel 1581, la veneziana Moderata Fonte alludeva alle inespresse potenzialità femminili, paragonandole a un «oro sepolto» che attendeva solo d’essere scoperto. 
In Figlie dell’alchimia. Donne e cultura scientifica nell’Italia della prima età moderna l’autrice, dopo aver lungamente indagato la cultura scientifica italiana tra il Cinquecento e il Seicento, si pone un obiettivo similare.
Se Galileo ha lungamente incarnato l’era della rivoluzione scientifica, molte donne si potevano considerare all’avanguardia in quanto studiose della cultura empirica sperimentando, ovviamente in casa, medicina e alchimia, ma anche a corte attraverso collaboratori e praticanti. 
Nelle accademie, nei salotti e nella corrispondenza discutevano di scoperte cosmologiche e, nella loro produzione letteraria, usarono la conoscenza della filosofia naturale per sostenere l’uguaglianza intellettuale con gli uomini.
Esaminando attentamente le opere di alcune intellettuali italiane della prima età moderna, Ray ci fa scoprire il lavoro di queste donne per comprenderne la cultura scientifica. Il suo studio inizia con le ricette alchemiche degli Experimenti di Caterina Sforza (figura straordinaria che destò l’ammirazione dell’ambasciatore Niccolò Machiavelli) al ‘libro di segreti’ di Isabella Cortese e alle opere protofemministe di Lucrezia Marinella, dalle Lettere di philosophia naturale di Camilla Erculiani alla difesa delle stelle “medicee” di Galileo da parte di Margherita Sarrocchi.
Combinando analisi letterarie e culturali e attingendo a materiali ancora poco studiati (tra cui nuove analisi della corrispondenza Sarrocchi-Galileo e un manoscritto precedentemente non disponibile degli Experimenti di Sforza), il libro ripensa la prima scienza moderna introducendovi, però, il lavoro integrale, ed essenziale, delle donne. 
Ne esce una lettura interessante e illuminante che, supportata da un imponente supporto di note a margine, connota l’importante contributo fornito dal pensiero femminile.

Dettagli

Meredith K. Ray
Figlie dell’alchimia

Donne e cultura scientifica nell’Italia della prima età moderna
Traduzione di Rolf Bagemihl e Stefano U. Baldassarri
Pagine 324
collana Argomenti
Edizioni di Storia e Letteratura
Isbn 9788893596947

Didascalia immagine
Emblema III, particolare di Michael Maier, Atalanta fugiens…, p.21