«Tra colline di pietra bianca, tornanti, e paesi arroccati,
Pietro Borzacchi sta viaggiando con il figlio Jacopo.
D’un tratto la frizione della sua vecchia Golf lo abbandona,
nel momento peggiore: di venerdì pomeriggio, in mezzo al nulla.»
Daniele Mencarelli, poeta e narratore che, nel 2020 con Tutto chiede salvezza, è stato finalista al premio Strega e vincitore del premio Strega Giovani il romanzo da cui è tratta la serie omonima per Netflix (attualmente presente nella top ten dei titoli della piattaforma più popolari in Italia sin dal suo debutto).
Lo scorso 17 gennaio ha pubblicato con Mondadori Fame d’aria e, in questo nuovo romanzo, coinvolge fortemente i lettori di tutte le età con uno dei sentimenti più intensi, l’amore genitoriale. Lo fa portandoci per mano all’interno di quel sottilissimo solco in cui convivono, da sempre, tragedia e rinascita.
La storia è quella di un padre cinquantenne, e del figlio di diciotto anni con un grave disturbo, costretti a una breve sosta nell’attesa della riparazione dell’auto a Sant’Anna del Sannio. Poche centinaia di anime, un paese bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato, senza futuro apparente. Uno degli innumerevoli piccoli centri delle nostre province, dove la qualità dell’esistenza non è guastata dai ritmi della vita in perenne corsa.
Pietro è un padre che vive all’inferno «I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione.» Ma la povertà non è la cosa peggiore. Pietro lotta ogni giorno contro un nemico che si porta all’altezza del cuore. Il disamore. Per tutto. Un disamore che sfocia spesso in una rabbia nera, cieca.
Il dolore di Pietro, però, si troverà di fronte qualcosa di nuovo e inaspettato.
Vi lascio alle “Note a bordo pagina” dell’autore.