Quando i marziani arriveranno sulla Terra, o quando (tra duemila anni, semmai saremo tanto assennati da non aver distrutto tutto) i nostri discendenti cercheranno le tracce dei loro antenati, non troveranno forse molto per capire come eravamo: qualche foto stampata, ignobili graffiti sui monumenti, pochissime lettere, resti di piccoli appartamenti con bagni senza finestre – e lì si chiederanno il perché, di tutti questi bagni senza finestre – riviste e giornali cartacei, o quei pochi che ne rimarranno. Ecco, per loro forse, ipotizzando che non avranno forse più gli strumenti adatti per leggere tutti i nostri file e download (e non pensate sia un’ipotesi campata in aria: quanti di voi conservano ancora un lettore di floppy disk?) sarà più difficile capire qualcosa di questo millennio. Niente a che vedere con chi invece ha voluto studiare il secolo appena passato, che si è trovato di fronte ad una gran quantità di informazioni da raccogliere, filtrare, ordinare. Soprattutto, si è trovato di fronte una gran quantità di giornali da leggere.
Cronaca interna, cronaca estera, politica economia, sport: dovremmo ricordare più o meno tutti com’è fatto un giornale, anche se oggi se ne vendono sempre meno. In tutti questi argomenti messi in fila ci sono quelli che alcune persone decidono di saltare a piè pari: chi non ama lo sport non arriva nemmeno all’ultima pagina, e così io – che ne capisco poco – leggo spesso solo i titoli delle pagine economiche. Ma gli articoli di costume, quelli sì, li ho letti e li leggo sempre con gran piacere: sono leggeri, a volte anche frivoli ma senza che questo rappresenti una colpa, sanno intrattenerci e, in fondo, mostrarci come viviamo, come siamo. Partendo da un presupposto del genere Lorenzo Benadusi, Claudio Giunta ed Elena Papadia hanno curato Effimero Novecento. Il costume degli italiani (Il Mulino): attraverso le cronache di costume, quelle pagine che – secondo Calvino – servivano più o meno solo a incartare le uova (gli autori lo citano nel testo, riprendendo una lettera che Calvino scrive a Leonardo Sciascia: “Ma non ‘pezzi di costume’. Chi se ne frega del costume? Lascia che se ne occupino quelli che fanno le colonnine sul Mondo”).

E invece, incredibilmente, anche Calvino si sbagliava; nel libro infatti si può ripercorrere la storia del secolo scorso da punti di vista diversi, dalla moda (da quando, per essere iper-chic, era necessario avere un levriero) allo sport, dagli stereotipi sul Sud al mondo della pubblicità, dal modo di arredare (un tempo tutto antiquariato, vero o finto che fosse, e poi tutto modernista) a quello di amare. La storia del Novecento, quella storia che siamo noi, passa anche da qui. E sarà divertente per ognuno di noi riconoscersi in qualche pagina di questo libro, e provare a immaginare come ci vedranno i posteri, in un futuro lontano.

Dettagli

Lorenzo Benadusi, Claudio Giunta, Elena Papadia
Effimero Novecento. Il costume degli italiani
Il Mulino
pp. 368

Sito web: https://www.mulino.it/isbn/9788815389299

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