A pochi giorni dall’apertura della 58° Biennale d’arte di Venezia, May You Live In Interesting Times, che ragiona sul turbinio contemporaneo, vale la pena riscoprire storie e libri che ci raccontino il passato memorabile di questa istituzione per meglio comprenderne il presente.
Un agile volume edito di recente da Skira, una sintesi tra libro di memorie e resoconto di un frangente culturale cruciale che coinvolse la Biennale negli anni Settanta, ci dà modo di udire dalle voci dei protagonisti il racconto di un periodo storico durante il quale l’istituzione toccò temi scottanti della contemporaneità.
Il libro Carlo Ripa di Meana. Le mie biennali 1974-1978 curato dagli eredi di Carlo e Marina, Lucrezia Lante della Rovere e Andrea Ripa di Meana Cardella, e dall’amico e fotografo di quell’epoca Lorenzo Capellini, traccia i contorni del periodo in cui Carlo Ripa di Meana ricoprì la carica di Presidente della Biennale di Venezia, carica vinta con lo scarto di un solo voto… il suo! Inizia così il libro e anche l’avventura di Meana, che da militante del PCI attivo per l’Unità si era in quegli anni già rivolto verso il Partito Socialista, elemento questo cruciale in quanto lo scenario politico funge quasi da prologo e sottotraccia delle vicende narrate.
È un periodo di breve reggenza quello di Meana alla Biennale, in seguito rivestirà incarichi notevoli come quello di Commissario europeo alla cultura e all’ambiente tra il 1985 a il 1992, oppure quello di Ministro dell’Ambiente, ma quegli anni rimarranno sempre, come racconta il protagonista stesso, i più belli e intensi della sua vita.
Il libro coinvolge sia per l’inusuale vicenda raccontata, sia per il doppio registro di narrazione che spazia dai racconti personali rievocati in prima persona dal protagonista in alcuni ricordi di epoche diverse, a quelli di interessanti esponenti di spicco della cultura che di quelle biennali ne furono attori coprotagonisti.
Non si parla di artisti quindi, né di opere, bensì di una vicenda densissima il cui scenario di partenza va ritrovato nella crisi degli anni Sessanta, quando gli artisti nei padiglioni dei giardini avevano voltato i loro quadri in segno di protesta verso una Biennale tacciata di essere ormai impegnata a registrare solamente i fatti del mercato. Si chiedeva una Biennale più contemporanea.
Nel 1973 ci fu la rinascita col nuovo statuto e nel 1975, alla prima edizione da presidente per Meana, la Biennale uscì dagli spazi per occupare nuova aree della città dando il via ad un format che ancora oggi conosciamo.
Il racconto poi prosegue con la disamina dei fatti salienti di quegli anni arrivando al nocciolo caldo del discorso, l’edizione cruciale del 1977: la Biennale del dissenso. Tra appoggi e proteste delle parti politiche opposte, quella Biennale fu pensata in ottica socialista come un’inchiesta sul tema della censura nel regime sovietico durante la Guerra Fredda, esponendo e censendo diversi artisti dissidenti che operavano nel tessuto della cultura alternativa al governo ufficiale dell’Urss.
La trascrizione del discorso del premio Nobel Andrej Sacharov trasmesso il giorno dell’inaugurazione, introduce il tema della Biennale del dissenso con l’occhio del protagonista e con parole che è ancora utile ricordare: “Nel campo della scienza al quale appartengo per professione, la pressione ideologica dello Stato non si esercita in forma esplicita, ma è operante il generale anti-intellettualismo del sistema, lo scadimento delle tradizioni e dell’istruzione, la sua militarizzazione e burocratizzazione […] il suo isolamento nell’ambiente culturale mondiale, la discriminazione ideologica e nazionale.”
Chiude il cerchio il dialogo tratto da un documentario del 1977 tra Carlo Ripa di Meana e Alberto Moravia, dove lo scrittore espone il suo pensiero circa la “nuova Biennale”, concludendo con un’esortazione all’impegno culturale degli intellettuali “che non può non essere anche un impegno politico”.
Le pagine sono infine dense di fotografie scattate dal testimone oculare dell’epoca, Lorenzo Capellini, che concentrandosi più sulle persone che sulle opere restituisce il sapore di quel denso momento della storia culturale del nostro Paese.
Didascalie immagini
- Copertina del volume
- Carlo Ripa di Meana con i direttori Vittorio Gregotti, Luca Ronconi e Giacomo Gambetti
IN COPERTINA
Carlo Ripa di Meana a Venezia
[elaborazione grafica Andrea Mancaniello]
Carlo Ripa di Meana. Le mie Biennali 1974-1978
a cura di Lucrezia Lante della Rovere, Andrea Ripa di Meana Cardella, Lorenzo Capellini
2018, 84 pagine
ISBN 978-88-572-3963-7