
Nelle foto d’epoca si vede chiaramente che quel balcone, con la casa di Giulietta, non c’entrava proprio niente. Anzi, non era nemmeno un balcone. E la casa, quella che fa sospirare ogni innamorato, a fine Ottocento era una semplice casa di ringhiera, e sarà di certo stata testimone di qualche storia d’amore romantico, di amorazzi o di storie di tradimenti: ma che sia stata davvero la casa di Giulietta, beh su questo qualcuno ha molto più di un semplice dubbio. E che Giulietta e Romeo siano davvero esistiti… lasciamo perdere.
Ma, nonostante tutto, Verona è in maniera incontrovertibile la città degli innamorati, la città simbolo di un amore romantico, puro e impossibile: è proprio in questa Verona che Alessia Gazzola (veronese di adozione) si ritrova idealmente a passeggiare per ricostruirne la geografia vera e immaginata, in un roseo libriccino appena pubblicato da Giulio Perrone Editore, A Verona con Romeo e Giulietta (uscito il 14 febbraio, e quando altrimenti?).
Della città medievale si conserva molto, ed è quindi possibile provare a far coincidere la geografia col teatro e la letteratura: di certo il centro città è ancora in gran parte medievale, con la casa del podestà datata 1262, la piazza dei Signori, le arche scaligere, la piazza delle Erbe, i palazzi coi merli e quella che sembra essere la casa dei Capuleti: “Nella Verona romana via Cappello era il cardo massimo, che collegava il Foro a Porta Leoni, uno dei varchi di transito attraverso le mura della città. Quando nel Settecento si affermò l’afflusso di viaggiatori alla ricerca dei luoghi di Romeo e Giulietta, in questa strada compresa oggi tra piazza delle Erbe e via Leoni vi era un ostello per viandanti sorto su quella che plausibilmente nel Medioevo era la casa della famiglia Cappello, contraddistinta dal bassorilievo di un copricapo apposto all’ingresso“
Certo, il balcone non c’era (e dopotutto non ne parla nemmeno Shakespeare) ma negli anni Trenta del Novecento, in previsione di un film dedicato a Giulietta e Romeo che la Metro Goldwyn Mayer stava producendo, quel balcone spuntò fuori all’improvviso, come quegli abusi edilizi che nascono in una notte senza che nessuno se ne accorga. E tutti in quel caso ne furono contenti, perché la loro fantasia aveva finalmente trovato corpo e sostanza. E gli innamorati i loro eroi.