
Sulle nostre pagine, almeno una volta la settimana (il giovedì), ci occupiamo di libri e, puntualmente, due volte al mese, ne parla Sara Pietrantoni, colonna storica della Testata avendo creduto nel progetto del Magazine fin dall’inizio.
Facile quindi immaginare l’autentica gioia quando il libro sotto i riflettori è un’altra delle sue opere e, come in passato, la intervistiamo ufficialmente.
“365 giorni a Roma“, pubblicato da Tempesta Editore, già il titolo svela cosa potremmo trovare tra le pagine. Infatti, per ogni giorno dell’anno Sara ha scelto un luogo, un personaggio, una storia, un’opera d’arte o una strada svelando aneddoti, curiosità, segreti, pettegolezzi legati alla città eterna. Quello che il titolo non può rivelare, e non lo faremo neppure noi, è come Sara ci stupirà.
Come ti è venuta in mente l’idea per questo libro?
“Il libro parte da molto lontano, da quando cioè, il 1° gennaio del 2014, ho aperto il mio blog 365giorniaroma. Volevo raccontare la città, amavo scrivere (entrambe le cose le amo ancora oggi, forse ancor di più) e mi è sembrato naturale farlo sulle pagine di un blog. E confesso che, nel momento in cui ho pubblicato il primo post ho pensato che sarebbe poi stato bello metterli tutti insieme per farne un libro; ecco, se devo essere sincera, non pensavo ci sarebbe voluto così tanto! Ma per fortuna un bel giorno Chiara Mazza – che cura la collana dedicata a Roma per Tempesta Editore – mi ha chiesto se per caso non avessi qualcosa da proporre loro: eccome se ce l’avevo.“
Il libro mette insieme 365 storie dedicate alla città: come si legge?
“Lo dico subito: non pensate di cominciare con il 1° gennaio e andare avanti, tutto d’un fiato, fino al 31 dicembre. Questo è un libro che va centellinato, che si può leggere quando, dove e come si vuole, pescando a casaccio tra le pagine o scegliendo una data significativa (molti mi hanno per esempio confessato di aver subito cercato la data del proprio compleanno), andando avanti e indietro nel tempo e nelle pagine. L’unico filo conduttore è Roma, e i fatti di chi da qui è passato, da Bernini a Pompeo Batoni, da papa Silvestro II a Napoleone (che in realtà, pur volendolo ardentemente, a Roma non ci ha mai messo piede).“
Quante cose hai imparato scrivendo questo libro?
“Milioni, e milioni sono ancora da imparare: Roma è una città che non si finisce mai di scoprire, e anche lo stesso luogo, se osservato con occhi diversi, o semplicemente considerato da un punto di vista differente da quello a cui siamo abituati rivela dettagli spesso inaspettati. Lo dico sempre, e lo ripeto: lo studio è fondamentale, ma la molla che deve muoverci è la curiosità. Senza di quella, la città ci appare come un fantastico involucro e nient’altro.“
Tra 365 giorni, 365 luoghi e personaggi, qual è quello che preferisci?
“Davvero impossibile stabilirlo: come potrei scegliere tra Bernini o Borromini, tra Caravaggio e il piccolo dipinto del macchiaiolo Raffaello Sernesi, conservato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna? Però, visto che un ordine a questo libro l’ho pure dato, vi rivelo che uno dei miei luoghi del cuore l’ho scelto per il giorno del mio compleanno: si tratta degli affreschi medievali di Pietro Cavallini nella basilica di santa Cecilia a Trastevere. Un sogno.“
Dopo 365 giorni a Roma ci sarà un altro libro?
“C’è sempre un altro libro da scrivere.“