Nel periodo prenatalizio quale parola può essere commentata in questo nostro spazio dedicato alla lingua del diritto se non la parola ‘regalo’? Argomento spinoso con le frenetiche corse, spesso dell’ultimo minuto, per regalare agli affetti più cari (e non solo a loro) un pensiero. Questione spinosa anche perché, essere originali e non sbagliare regalo, non è cosa semplice.

Per gli appassionati di questa rubrica, crediamo sia un bel ‘regalo’ il risultato di aver interrogato, ancora un’ultima volta per questo 2022, la banca dati LLI e Vocanet per verificare se questa parola sia attestata nei documenti del diritto.
La risposta è positiva e infatti è presente in ventinove record che contengono risorse che vanno dal 1622 al 1937.
Naturalmente il significato assunto anche in molti documenti del diritto è quello che ci si può aspettare di questi tempi (e non solo). Si tratta della accezione che il Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI) di Salvatore Battaglia descrive alla pagina 690 del suo volume quindicesimo e cioè: “Ciò che è regalato; dono, omaggio”.

Così, in un primo frammento tratto dalle Leggi e Costituzioni di S. M. da osservarsi nelle materie civili, e criminali ne’ Stati della M. S. tanto di qua, che di là da’ monti e colli (Torino, per Gio. Battista Valetta, stampatore di Sua Maestà, 1723, pp. 644), possiamo leggere: «I suddetti patrocineranno tali Cause Gratis, con quella Carità, buona fede, e diligenza ingiunta a tutti gl’altri Avvocati, e non potranno ricever da essi alcun Regalo, sotto pena della sospensione della Carica, e della perdita dello Stipendio per un’anno, ed in caso di recidiva, della privazione d’essa Carica». In un diverso testo, il significato attribuito a tale termine sembra cambiare un po’, per divenire quasi una ricompensa, un riconoscimento per un servizio offerto. Possiamo cogliere tale sfumatura leggendo un passo tratto da Il dottor volgare di Giambattista De Luca, che, a proposito di procuratori, avvocati, agenti e spedizionieri ci fa sapere che qualora «servissero qualche Cardinale ò Prelato ò Barone da Auditore… per ricognizione delle fatiche ricevessero qualche premio col nome di regalo».

Ma in altri contesti la parola ‘regalo’ pare assumere significati quasi sinonimici a quelli della parola ‘regàlia’ che annovera tra i suoi significati: «Ciascuno dei vari tipi o forme di diritti che pertengono al sovrano o a un’altra autorità per delega o per concessione del primo», ma anche «Integrazione dello stipendio, in denaro o in natura, corrisposta a un pubblico ufficiale o ai soldati» e pure «Contribuzione, tributo, ordinario o straordinario, dovuto al fisco reale dalla nobiltà o dall’insieme dei sudditi; imposizione fiscale operata sul commercio e sulla vendita di determinati prodotti (e il prodotto così tassato); dazio» (vedi sempre Grande Dizionario della Lingua Italiana, pagina 689, vol. XV). Infatti in un documento del 1732 tratto dalla Bullarii Romani continuatio summorum pontificum Benedicti XIV, Clementis XIII, Clementis XIV, Pii VI, Pii VII, Leonis XII, Pii VIII veniva ordinato che: «a niun’altro ministro camerale si somministri… veruno di quegli emolumenti, che… distribuivansi lor sotto nome e titolo di regaglie, regali e panni lugubri». Tale significato pare essere quello attribuibile alla parola ‘regalo’ che compare in questo documento del 1622 contenuto in Maccioni, Difesa del dominio de’conti Della Gherardesca sopra la signoria di Donoratico, Bolgheri, Castagneto etc, Lucca, Gio. Riccomini, 1771, in cui possiamo leggere: «… veduto che questi Conti fra i loro Regali e Entrate hanno le Pasture, i Boschi, ed i Terratici …». Ci avviciniamo insomma anche al significato di dazio, tributo, rendita pubblica come possiamo constatare leggendo ancora le pagine del De Luca: «ma per quel che spetta all’uso del genere de’regali, non si dubita che sia antichissimo, e da che nacque il principato o la repubblica; poiché a questa bisogna necessariamente dar la dote per il suo mantenimento essendo il principe marito della repubblica, la quale dà al medesimo per sopportar i pesi del matrimonio politico la sua dote, che consiste in queste rendite pubbliche, le quali si dicono regali».

Tornando al tema del giorno, qualsiasi regalo, a prescindere dalla sua originalità o dal suo prezzo sia, o meglio, debba essere gradito se frutto di un pensiero sincero. Se chi regala è uscito di casa (magari sfidando i temporali di questi giorni) ed ha speso tempo per te, più che denaro, allora il regalo dovrà essere comunque gradito.

A questo punto vi chiederete: «qualche consiglio dell’ultima ora è possibile averlo oppure si parla solo di parole e di testi giuridici antichi?». Negli ultimi anni si è diffusa la buona pratica di regalare cultura e arte. Ecco allora biglietti per teatri e cinema, tessere annuali per entrare in un luogo di cultura, card per usufruire dei musei di questa o quella città. Un modo originale di festeggiare il Natale incoraggiando a consumi culturali anche chi magari ha meno consuetudine con tali luoghi.
Sì, ci pare proprio un bel ‘Regalo’.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. regali natalizi
  2. libri “sotto l’albero”
  3. un albero di libri
  4. la card fiorentina per la fruizione culturale,
    esempio per un regalo  diverso