Una performance in solo è quanto di più impegnativo si possa pretendere da un musicista; ancora di più se si tratta di un fiatista. Il rapporto con il proprio strumento, con lo spazio, con il suono si amplifica esponenzialmente, espone l’autore e lo denuda. Grandi esempi nella Storia della musica recente testimoniano diversi approcci e scelte stilistiche: se Coleman Hawkins suona come se avesse tutta la band ad accompagnarlo, Anthony Braxton e Roscoe Mitchell rompono gli schemi con esplosioni di suono imprevedibili, furiose, sconvolgenti (nel miglior senso possibile). In questo suo “Olimpo” – che esce domani 26 giugno per Dodicilune – il sassofonista calabrese Francesco Caligiuri esordisce dunque nel più complesso dei modi. Probabilmente consapevole della difficoltà di interagire soltanto con se stessi, Caligiuri sceglie la via della sovraincisione di più tracce per vincere l’horror vacui.
Tutte le composizioni dell’album sono così frutto di incontri timbrici plasmati da un’unica personalità artistica decisamente influenzata dalle atmosfere tardo modali di Jan Garbarek e John Surman, ricche di reverbero. In Ares, il sassofono baritono risuona come un corno da guerra potente, intenso e fitto; Caligiuri, senza respiro, strazia l’ancia in una selva di armonici arricchiti da un delay quasi psichedelico. Per Afrodite il compositore sceglie il timbro sensuale del clarinetto basso che, messo poi in loop, fa da basso al sassofono soprano accompagnandolo fino ad un finale latino dal carattere più concitato. Per accompagnarsi il polistrumentista sceglie spesso di utilizzare un sintetizzatore che dona una pennellata un po’ retrò. Ne è esempio Poseidone nel quale il baritono rumoreggia in un ambiente siderale ampissimo destinato a intensificarsi. In Ade un flauto lontano ed effettato ricorda in parte la musica di Vangelis; i fiati, tutti compresenti, creano una grande profondità infera.
Altrettanto potente Efesto la cui forza sotterranea appare nella regolarità dell’incedere dei bassi; un minimalismo che ricorda la ciclicità del maglio. Il clarinetto basso, poi, lega drammaturgicamente questa composizione ad Afrodite, sposa nolente. Athena appare in sonorità mediterranee mentre Apollo mette in campo il suggestivo timbro del flauto a becco, ancestrale ed evocativo.
“Olimpo” è un disco cinematografico dal sapore decisamente epico. Nonostante alcune scelte di comodo e alcuni elementi di orchestrazione al confine dell’anacronistico, si presenta come un esordio comunque audace e pregevole.
Dettagli
Tracklist
1. Zeus
2. Dionisio
3. Afrodite
4. Ade
5. Apollo
6. Ares
7. Efesto
8. Athena
9. Poseidone
Personnel
Francesco Caligiuri: sassofoni soprano e baritono, clarinetto basso, flauti e sintetizzatore