Da Richard Wagner, Aleksandr Skrjabin prese – fra le altre cose – l’idea che l’opera d’arte deve essere totale, frutto della fusione di tutte le sue manifestazioni; nello specifico questa unione si concretizza nel compositore russo in relazioni sinestetiche. L’esempio più lampante è l’opera 60, Prometeo. Poema del fuoco; per essa Skrjabin compilò una tabella nella quale vengono identificate delle corrispondenze fra tonalità, colori e stati d’animo.
Da queste suggestioni parte la riflessione che il polistrumentista Gianluigi Trovesi e il pianista Umberto Petrin compiono in “Twelve Colours And Synesthetic Cells”, nuovo lavoro discografico uscito per l’etichetta pugliese Dodicilune.
I due protagonisti di questa registrazione non hanno bisogno di presentazioni; basterà dire che anche in quest’ultima fatica tutta la finezza stilistica e il buon gusto nel gestire materiali musicali distanti fra loro, che li hanno caratterizzati nel passato, si ritrovano con decisione. Il disco è formato da nove brani ispirati a frammenti di Preludi skrjabiniani e da dodici brevi improvvisazioni basate sulla tabella del Prometeo. Il romanticismo tardo dell’autore russo si esplicita in un lirismo ampio e cantabile, semplice fino quasi al recitativo.
Nonostante questo il ritmo non scompare mai del tutto; esso resta liquido, mutevole, ma sempre chiaro e presente. Ne sono esempio Finestra e notte e brina o A Fabulous Fog che dal contemporaneo sfumano nel jazz fra atmosfere simboliste e zone più frammentarie ed evocative – ma non madrigalistiche – gestite con attento interplay. Ancora dal carattere romantico è l’incipit a ottave del pianoforte in Osip disse (dedicato al poeta Osip Mandelstam); il clarinetto si torce su volute melodiche sognanti da principio ma sempre più nervose e straziate. Lacerato e spinto verso il registro estremo è anche l’assolo di Trovesi su Alba famigerata; Petrin resta invece fermo in un gesto espressionista, fissato dall’elettronica e condito di rumorismo. Più tradizionali sono Notturno – decisamente ispirato ad un passato swing nostalgico – e il malinconico valzer Summer Evening.
Le dodici improvvisazioni ispirate alla tabella sinestetica di Skrjabin sono compatte e si snocciolano in uno spazio assolutamente limitato nel tempo. Si concentrano attorno ad un unico gesto, a una singola idea in relazione con la sensazione indicata dall’autore russo. Il “gioco creativo”, legato al rosso-arancione e alla tonalità di Sol, è realizzata dai due musicisti con un ritmo staccatissimo che spinge tutto il brano verso il finale; la densità di Verde rende il caos voluto da Skrjabin; la meditazione del Blu perlaceo e della tonalità di Si si manifesta in suoni bassi e scuri, raccolti, mentre armonie solari e allegre evocano la gioia del Giallo.
“Twelve Colours And Synesthetic Cells” è senza ombra di dubbio un disco sofisticato, raffinato e colto: da tempo ne sentivamo la necessità.
Dettagli
Track List
- Finestra e notte e brina (from Prel. Op. 33 n.1)
- Alba famigerata (from Prel. Op. 11 n. 1)
- Summer Evening (from Prel. Op. 15 n. 5/La Sera)
- Osip disse (from Prel. Op. 74 n. 3)
-
Boris e Alexandr (from Prel. Op. 11 n. 2)
The Twelve Colours of Skrjabin - Rosso-Arancione (G)
- Verde (A)
- Bianco-Azzurro (E)
- Blu perlaceo (B)
- Viola-Porpora (Ab)
- Bagliore metallico (Bb)
- Giallo (D)
- Rosso scuro (F)
- Blu (F#)
- Grigio acciaio (Eb)
- Viola (Db)
- Rosso (C)
- A Fabulous Fog (from Prel. Op. 16 n. 4)
- Notturno (from Prel. Op. 67 n. 1)
- Like a Mystery (from Prel. Op. 16 n. 2)
- Il sole qui (from Prel. Op. 13 n. 1)
Personnel
Gianluigi Trovesi, alto sax, alto clarinet, piccolo
Umberto Petrin, piano