Arte e Arti

Cosa manca a questo “In The Bloom”, pubblicato da AlfaMusic alla fine di giugno 2016? Di certo non ottimi esecutori. Il GB Project – nome della formazione che firma collettivamente l’album – è infatti formato da Alessandro Scala al sassofono soprano, Gilberto Mazzotti al pianoforte, Piero Simoncini al contrabbasso e Michele Iaia alla batteria. Ognuno di questi musicisti dà prova nel corso dei brani di possedere una profonda sicurezza sul proprio strumento così come – nel caso di Mazzotti – di saper gestire l’arrangiamento e la concertazione dell’ensemble.

Manca allora la varietà o il brio? No, neanche questo. “In The Bloom”, come un catalogo, presenta diversi stili e soluzioni ritmiche: si passa dal funk deciso ma non aggressivo di Funk Joy all’even eight dai toni romantici e sentimentali di Light, per approdare alla complessa title track. In essa un iniziale ritmo africano si mescola allo swing dando la possibilità a tutti i solisti di evoluire su lunghi pedali. A farla da padrone sono però i ritmi latinoamericani: Sei Otto, Savor, Salsa marina fanno sfilare davanti all’ascoltatore tango, rumba e samba evocando un Sud America estivo, manieristico, colorato e velatamente malinconico.

Forse a mancare è il sentimento? No di certo. L’introduzione di Salsa marina, equalizzata sui toni medi, apre una finestra su un’epoca passata; l’incursione dell’ospite Simone Zanchini alla fisarmonica in Waltz for You tricolora di Francia questo tema dolcissimo.
Cosa manca dunque? A mancare è il coraggio. Non si vuole dire l’originalità, stiamo bene attenti: quella è ormai un miraggio quasi leggendario che le sperimentazioni estreme degli anni Sessanta e Settanta hanno reso praticamente inarrivabile. Il coraggio però, quello si, resta un valore necessario per l’arte contemporanea; l’artista dovrebbe sforzarsi di produrre oggetti gradevoli al pubblico – e indubbiamente i brani di questo disco lo sono – ma che anche lo accompagnino un passo più in là per osservare il mondo da un nuovo punto di vista.

Per fare questo bisogna allontanarsi, non necessariamente troppo, dagli schemi; divergere quel tanto che basta per vedere la diversità; abbandonarsi alla novità con un pizzico di audacia. È proprio questo tantino di coraggio a mancare in questa musica, per il resto deliziosa; questo margine di rischio che porta dal familiare allo stupefacente.