Con la sua fronte larga tre chilometri e alta da 40 a 60 metri, affacciata su uno dei rami del Lago Argentino, il ghiacciaio Perito Moreno – nella Patagonia Argentina – costituisce un fenomeno unico nel panorama dei ghiacciai mondiali, anche grazie alla sua accessibilità: una serie di passerelle che si sviluppano lungo un percorso di alcuni chilometri, rendono possibile giungere senza difficoltà a poche centinaia di metri dalla fronte del ghiacciaio, e nelle ore centrali dei giorni d’estate assistere allo spettacolo delle frequenti cadute di falesie che scivolano lentamente in acqua, polverizzandosi, o crollano all’improvviso con fragore di tuono liberando piccoli iceberg sulle acque turchine del lago.
Il nome Perito Moreno appare insolito ed esoterico, dal momento che in spagnolo “moreno” significa bruno, scuro – un attributo al quale difficilmente si pensa davanti all’abbagliante bianchezza del ghiacciaio, segnata da crepacci e venature che vanno dall’azzurro chiaro al blu scuro – ed è reso definitivamente sibillino da quel “Perito” che lo precede e che richiama un titolo professionale, la cui collocazione in questo contesto sembra quanto meno stravagante. E invece no, perché il nome del ghiacciaio rende omaggio a Francisco Pascasio Moreno (1852-1919), scienziato, esploratore e geografo argentino, il cui ruolo fu determinante, tra la fine del XIX secolo e i primi anni del Novecento, nella definizione dei contesi confini tra Cile e Argentina: Moreno riuscì infatti a stabilire in maniera inequivocabile che una parte – sia pure minoritaria – dell’immenso Campo di ghiaccio Patagonico Sud (la terza riserva di acqua dolce al mondo dopo Antartide e Groenlandia), fino a quel momento interamente attribuito al Cile, era invece di pertinenza dell’Argentina. Nel 1896 Moreno era stato nominato dal governo argentino “Perito” nella Comisión de Límites entre Argentina y Chile, che avrebbe dovuto porre termine alla contesa sui confini, e il ghiacciaio porta il suo nome in segno di gratitudine per il successo conseguito.
Il Campo di ghiaccio Patagonico Sud, di cui fa parte il Perito Moreno, è un immenso ghiacciaio continentale che si estende per quasi 17.000 chilometri quadrati nelle Ande meridionali; nell’area sono stati creati i parchi nazionali Torres del Paine, in Cile e Los Glaciares, in territorio argentino: qui, nella cittadina di El Calafate, il giardino della sede centrale del parco Los Glaciares ospita una fantasiosa raffigurazione di Francisco Moreno a grandezza naturale, in tenuta da esploratore, che tiene per le briglie l’inseparabile compagno dei suoi viaggi, degno anch’esso di essere immortalato.
Oltre al Perito Moreno, il Campo di ghiaccio Patagonico Sud comprende altri ghiacciai, tra i quali l’Upsala, che sbocca nel ramo nord del vasto, profondo e articolato Lago Argentino. Dall’Upsala – che deve il suo nome agli studi condotti sul posto da scienziati svedesi – si distacca durante l’estate una miriade di iceberg, alcuni dei quali raggiungono dimensioni notevoli, che spinti dal vento e dalla corrente si disperdono sulla superficie del lago. Uno spettacolo straordinario, perché gli iceberg hanno mille sfumature di colore che vanno dal bianco all’azzurro intenso, mentre le acque del lago virano dal verde giada al grigio cupo, a seconda delle ore del giorno e delle condizioni atmosferiche.
La navigazione in questa parte del lago costituisce un esercizio di precisione, per la mobile quanto pericolosa bellezza degli iceberg in balia del vento, presenza costante nella Patagonia meridionale, che spesso si ribaltano all’improvviso creando onde anomale; impossibile quindi avvicinarsi alla fronte dell’Upsala per via d’acqua. La sua imponente maestosità si apprezza solo salendo per una pista impervia fino al Mirador Upsala, dove una spartana baracca in lamiera offre riparo agli scienziati dell’Instituto Nacional del Hielo Continental Patagonico durante le campagne di studio e monitoraggio del ghiacciaio.
Nei pressi del Mirador, uno dei piccoli laghi glaciali che costellano la zona, crea con le sue acque di un intenso colore turchese un netto contrasto con le rocce vulcaniche nere e con la distesa bianco-grigia del ghiacciaio. Dall’alto, la visione è impressionante: da una serie di vallate laterali confluiscono i vari rami che concorrono a formare il corpo principale dell’Upsala, dall’aspetto di un immenso fiume gelato lungo circa sessanta chilometri, e con una superficie complessiva di quasi 900 chilometri quadrati. Qui, come sempre in Patagonia, tutto travolge ogni termine di paragone abituale per chi proviene dalla “piccola” Europa, gli spazi che appaiono incommensurabili, la forza del vento, unica voce nelle solitudini immense, il clima estremo.
Accanto a panorami grandiosi e impressionanti, che in questo caso evocano la “ghiaccia infernale” di dantesca memoria, le sponde del Lago Argentino offrono anche angoli pieni di serenità e popolati da una ricca fauna, come l’oasi naturalistica alla periferia di El Calafate, dove i fenicotteri rosa condividono un tranquillo e riparato specchio d’acqua con anatre di varie specie, cigni dal collo nero e una specie locale di ibis, la bandurria, dalle piume color oro che splendono al sole.
A poca distanza, è sorto il Glaciarium, un centro di esposizione e ricerca dedicato ai ghiacciai: diorami, modelli, materiale fotografico d’epoca che documenta la storia delle esplorazioni e presentazioni interattive immergono il visitatore nel mondo dei ghiacciai, ricreando suoni e immagini delle caverne che si formano al loro interno. Una sezione illustra la formazione del ghiaccio e le glaciazioni che si sono succedute nel nostro pianeta e presenta un grande modello tridimensionale del Campo di ghiaccio Patagonico Sud.
Nel percorso espositivo vengono presentati anche gli studi in corso relativi al riscaldamento globale e al diverso comportamento dei ghiacciai della Patagonia: infatti, mentre l’Upsala si sta ritirando con una rapidità drammatica, il Perito Moreno si ritira e si espande ciclicamente con fasi più o meno regolari, mantenendo complessivamente stabile la propria massa. Infine, una sezione speciale è dedicata alla figura di Francisco Pascasio Moreno e alle sue esplorazioni.