Per chi ama le terme, San Casciano dei Bagni è conosciutissima per le quarantadue sorgenti di acqua solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa variamente radioattiva, che sgorga a una temperatura variabile dai 39° ai 43°, con una portata giornaliera di 5,5 milioni di litri, la terza in Europa.

Fin dall’antichità la zona era nota per quelle acque salubri e si racconta sia stato Porsenna, il Lucumone etrusco di Chiusi, a fondare i Bagni Chiusini apprezzati e frequentati successivamente dai Romani e dall’imperatore Augusto Ottaviano. L’attuale impianto Fonteverde si affaccia sulle colline della Val d’Orcia offrendo un piacevole insieme di tradizione e confort, storia e cultura, Salus per acquam e natura, un’armonia che genera benessere del corpo e dell’anima.

Una storia tutta da rivelarsi, però adesso, desideriamo raccontarvene una nuova, anzi soltanto le informazioni strettamente indispensabili perché possiate partire alla scoperta di questo straordinario borgo in provincia di Siena. Infatti, continuano a stupire i ritrovamenti al Bagno Grande dopo i frutti degli scavi archeologici, sovvenzionati dal comune, in concessione dal ministero della Cultura, che hanno riportato alla luce la grande vasca di un complesso legato a un santuario romano e, prima ancora, etrusco.

Settimana dopo settimana, il fango ha restituito reperti inestimabili di Apollo, Fortuna, Iside e Igea, ma anche i particolari di un racconto che, a due millenni di distanza, contribuisce a ricomporre la storia di un territorio e a riempirne i vuoti. Dal cuore del santuario, costituito da una vasca sacra (tra l’altro, l’iscrizione “sacro ad Apollo” non lascia dubbi sulla divinità tutelare) con migliaia di monete in oro, oricalco, bronzo, ancora intatte quasi fossero state appena lanciate in acqua. Un altare in travertino e lo stupendo putto etrusco, un infante con la sacra bulla al collo certamente il pezzo più eclatante destinato a far parlare diffusamente in futuro.

L’artista toreuta che lo plasmò, certamente afferente a un’altissima scuola (con chiari modelli ellenizzanti alle spalle), realizzò questo capolavoro agli inizi del II secolo a.C. Il Putto del Bagno Grande richiama il celeberrimo Putto Graziani ai Musei Vaticani e, proprio come questo, sulla sua coscia destra corre una misteriosa iscrizione antica che celebra l’offerta nel santuario e la sua divinità.

Tra l’inverno 2021 e la primavera 2022 è iniziata l’avventura di studio e ricerca: più di sessanta studiose e studiosi di quindici enti di ricerca si sono avvicendati tra il sito archeologico e il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza a Grosseto. Dalle analisi fisiche, applicate allo studio dei resti organici e archeometrie, è stata confermata l’eccezionalità del Bagno Grande con le sue acque e i suoi tesori.

Con l’inizio dell’estate il borgo di San Casciano dei Bagni si è popolato di studenti e studentesse di archeologia provenienti da tutto il mondo. Tra le strade del paese, lungo i sentieri del territorio, dentro i magazzini del museo delle Stanze Cassianensi, ma soprattutto sul cantiere di scavo del Bagno Grande si sono mescolate lingue e culture diverse, tradizioni di ricerca e scavo differenti. Doveroso quanto sincero il ringraziamento per l’incredibile disponibilità, e pazienza, per una giornalista affascinata, ma poco stabile a causa del caldo!

Non solo archeologhe e archeologi dalle Università di italiane, ma anche da Dublino, da Nicosia a Cipro, e poi da Leiden, fino a Buffalo negli Stati Uniti. Mentre si sono moltiplicate le esperienze di condivisione attorno al santuario etrusco e romano di San Casciano dei Bagni, così il cantiere di scavo in concessione dalla Direzione Generale del Ministero della Cultura al Comune di San Casciano dei Bagni, si è ingrandito, abbracciando nuove parti del paesaggio archeologico antico attorno alle polle di acqua calda.

Al termine della sesta campagna di scavi conclusa in agosto, sono proprio gli oggetti, le raffinate decorazioni dell’immensa piscina con le orme scolpite di fedeli e animali, le orecchie dedicate alla divinità – affinché ascoltasse le preghiere – il toro in bassorilievo che segna il punto in cui l’acqua veniva fatta defluire, i richiami al tema sacrificale e al mondo agropastorale oltre agli altari dedicati a Iside e Fortuna Primigenia, a raccontare la storia di questo posto magico, come un film che si arricchisce di nuovi particolari non appena gli archeologi scendono in profondità. Una ulteriore sorpresa è arrivata in quelle ultime settimane di scavo concretizzando le reali dimensioni del santuario etrusco che i romani, nei primi secoli dell’impero, vollero rifondare rendendolo monumentale.

Eccezionale al punto da ordinare, alla zecca, il conio di un tesoro di sfavillanti monete in argento, oricalco e bronzo destinate forse proprio alle offerte dell’imperatore, per onorare quegli dei che dovevano vegliare sulla sua salute e su quella dei tanti notabili pronti ad affrontare il viaggio verso il luogo sacro. “Oltre tremila e tutte di fresco conio” come ha documentato Giacomo Pardini, esperto dell’Università di Salerno. “Uscite dalla zecca di Roma e subito portate a San Casciano ad onorare la sacralità del luogo e molto probabilmente i suoi momenti fondativi“.

Le ipotesi sono numerose e il prof. Jacopo Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena, direttore del progetto scientifico, ha dichiarato: “Un contesto senza uguali in Italia e nel Mediterraneo antico. Una scoperta eccezionale per le dimensioni dell’area del santuario, molto più grandi di quello che potevamo immaginare, con diversi edifici sacri, altari, piscine“.

Le riprese dall’alto con il susseguirsi di marmi, strutture, e vasche di ogni forma e dimensione che emergono dal fango, sono emozionanti. Ma a stupire è anche la qualità e la rarità del tesoro di oggetti emersi in queste ultime settimane di scavo. Il più importante, prosegue Tabolli, è forse uno strabiliante utero in bronzo che risale agli anni tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero romano: “Nei santuari etruschi e poi in quelli romani dedicati alla fertilità è frequente trovare uteri in terracotta, in bronzo sono rarissimi.

Scoperte continue come un incredibile orecchio in bronzo dei primissimi anni dell’impero che un certo Aulus Nonnius aveva dedicato agli dei per ringraziarli della guarigione, a una gamba e persino un rarissimo pene, sempre in bronzo.

La Sindaca Agnese Carletti ha dichiarato: “Questo progetto rappresenta per San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita. Ed è in questa ottica che lo stiamo gestendo: le archeologhe e gli archeologi che ospitiamo provengono da tutto il mondo e quest’anno popolano il nostro territorio per ben quattro mesi. Ma non solo, molti di loro iniziano a vedere qui un futuro, lavorativo e personale. Tutto questo con il coinvolgimento della comunità che ha l’opportunità di diventare sempre più consapevole della propria storia e quindi più artefice del proprio futuro.

I borghi possono vincere la battaglia allo spopolamento che combattono ogni giorno anche e soprattutto grazie a progetti come questo, progetti che nascono dal basso, che pian piano scavano le coscienze di chi li vive da sempre e di chi li scopre per la prima volta. A noi Istituzioni il compito di far sì che tutto questo si trasformi in una reale opportunità di sviluppo, cosa che stiamo facendo insieme al Ministero della Cultura, alla Regione Toscana e all’Università per Stranieri”. 

Le Acque Divine. Dee, Dei, e feste antiche al santuario ritrovato” è un ciclo di sei festività, di cui l’ultima dal titolo “Fontinalia, le fonti e le acque curatrici“, è in programma per domenica 9 ottobre 2022.

Dettagli

Didascalie immagini

crediti fotografici Comune di San Casciano dei Bagni

  1. il borgo di San Casciano dei Bagni, panorama
  2. uno scatto del centro storico di San Casciano dei Bagni
  3. come doveva apparire il santuario al Bagno Grande
  4. uno scatto degli scavi al Bagno Grande
  5. il Putto del Bagno Grande
    inizi del II secolo a.C.
  6. orecchie votive in bronzo
  7. Statua di Igea, marmo a grana fine,
    da un livello di obliterazione dell’edificio nel santuario (IV-V sec.d.C.)
    © Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Siena Grosseto Arezzo
  8. l’altare di Iside
  9. l’altare di Fortuna Primigenia emerge dal fango caldo
  10. uno scatto all’interno del museo temporaneo
    (in attesa del grande museo che conterrà tutti i reperti)
  11. scatto di una vetrina del museo temporaneo
  12. l’utero in bronzo risalente agli anni tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero romano
  13. una moneta con l’effige di Augusto
  14. una moneta della Pace e le porte di Giano chiuse

Il volume

Il Santuario Ritrovato. Nuovi Scavi e Ricerche al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni
a cura di Jacopo Tabolli ed Emanuele Mariotti
edito da Sillabe nel 2021
presenta gli esiti dei primi due anni di ricerca e scavi

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Sito archeologico Bagno Grande - San Casciano dei Bagni
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