Mi chiedi perché compro riso e fiori? Compro il riso per vivere e i fiori per avere una ragione per cui vivere.”
                                                                                                                                                  (Confucio)

Di Confucio, filosofo e pensatore vissuto in Cina attorno alla seconda metà del VI secolo a.C. non restano scritti, ma una raccolta di aforismi e pensieri (i Detti) che i discepoli della scuola Ru, da lui fondata, hanno tramandato. La dottrina confuciana, incentrata sulla crescita spirituale dell’uomo che si realizza attraverso Lealtà (Zhong), Virtù (Junzi) e Conoscenza (Xue) al fine di approdare a uno stato di armonia con l’Universo, ebbe grandissima influenza  sul pensiero e lo stile di vita non solo in Cina, ma anche in Corea, Giappone e Vietnam. La sua figura di saggio svolse per lo sviluppo del pensiero filosofico ed etico in oriente un ruolo analogo a quello di Socrate in Grecia e nella cultura del bacino mediterraneo.

Ad Hanoi, nel 1070 l’imperatore Lý Thánh Tông fece costruire un tempio in onore di Confucio, dove stabilì la sede dell’Accademia Imperiale Vietnamita, divenuta dal 1076 la prima Università dell’Asia (la prima Università in Europa nasceva a Bologna otto anni più tardi). L’attività dell’Accademia di Hanoi si concluse nel 1802, quando la sua sede fu trasferita a Hué, designata come nuova capitale del Vietnam. L’Accademia Imperiale aveva il compito di formare gli alti funzionari dell’impero, i mandarini, ricalcando il modello istituito dall’Impero cinese; riservata inizialmente ai membri della famiglia imperiale, venne in seguito allargata ai figli della nobiltà e dal XV secolo a tutti i giovani che si fossero dimostrati particolarmente brillanti negli studi.

Il Tempio è oggi uno dei rari esempi di architettura tradizionale vietnamita sopravvissuti a tutte le guerre che si sono succedute nel Paese: il complesso di edifici (Van Miéu) si sviluppa attorno a una serie di cinque cortili successivi ed è stato realizzato nell’arco di quasi tre secoli, mentre il muro di cinta che lo circonda fu costruito solo nell’Ottocento. Vi si accede attraverso un portale monumentale a due piani, con tre ingressi, di cui quello centrale riservato all’imperatore e i due laterali rispettivamente ai mandarini e agli alti gradi dell’esercito. Da ciascuna porta, un sentiero lastricato attraversa i primi due cortili, dove gli studenti potevano passeggiare e meditare in un ambiente di silenziosa quiete, fra grandi alberi e specchi d’acqua abbelliti dai fiori di loto.

Gli studi duravano dai tre ai sette anni, ed erano strutturati sul modello cinese: tra le materie figuravano la lingua cinese classica, la storia e la poesia del Celeste Impero; ogni anno si tenevano quattro sessioni di esami e al termine degli studi era possibile accedere agli Esami Nazionali. Gli studenti che avevano conseguito i migliori risultati potevano infine affrontare l’Esame Reale, che veniva sostenuto direttamente davanti all’Imperatore.

Il padiglione Khue Van Cac (Costellazione della Letteratura, nome con cui si designano le Pleiadi) introduce al terzo cortile; in alto, sui quattro lati del padiglione figura un cerchio da cui si diparte una serie di raggi: una stilizzazione del disco solare che è divenuta il simbolo della città di Hanoi. Il traffico caotico e rumoroso di una metropoli con sei milioni di abitanti scorre incessante fuori dalle mura che circondano il complesso in un abbraccio protettivo, isolando dagli affanni della quotidianità un mondo di armonia, bellezza e serenità, creato per offrire allo spirito l’atmosfera più adatta allo studio e alla meditazione.

Il centro del terzo cortile è occupato dalla grande vasca Thien Quang (Pozzo della Chiarezza Celeste), ai cui lati due padiglioni ospitano ottantadue stele sorrette da tartarughe, simbolo di longevità e saggezza; sulle stele sono scolpiti i nomi dei 1307 studenti che hanno superato le sessioni dell’Esame Reale dalla metà del XV secolo fino al trasferimento dell’Accademia a Hué.

In fondo al quarto cortile la Grande Casa delle Cerimonie è caratterizzata da un lungo porticato a nove campate, con il tetto spiovente sorretto da colonne di legno laccate di rosso, colore della festa e del potere imperiale, simbolo di fortuna e positività in ogni campo. Al suo interno si trova la Bai Duong, sala dedicata a Confucio e ai suoi quattro discepoli più fedeli. Al centro del cortile spicca un grande bruciaprofumi di bronzo, decorato con draghi e unicorni, due dei quattro animali tradizionalmente considerati sacri dal popolo vietnamita; gli altri due, la fenice e la tartaruga, si trovano ai lati dell’altare di Confucio. Ornano il cortile alcuni grandi bonsai centenari, veri e propri boschi in miniatura, collocati in vasche di pietra riccamente scolpite.

Alle spalle delle statue di Confucio e dei suoi discepoli si apre l’ultimo cortile, dove un tempo si trovava l’edificio destinato all’insegnamento. Distrutto dai francesi nel 1947 durante un bombardamento nel corso della guerra d’Indocina, è stato ricostruito nelle forme e con i materiali utilizzati in origine e vi hanno sede un piccolo museo e un santuario dedicato a tre degli imperatori che si succedettero sul trono vietnamita in epoche diverse e che ebbero un ruolo fondamentale nella creazione e nella vita dell’Accademia.Tutto il complesso è improntato a una precisa simbologia, a cominciare dalla suddivisione in cinque cortili, un richiamo ai cinque rapporti fondamentali che secondo la dottrina confuciana caratterizzano la vita dell’uomo: sovrano-suddito, maestro-allievo, padre-figlio, marito-vedovo, fratello-amico. La divinizzazione di Confucio, venerato in Cina come “Divinità della Cultura”, s’intreccia qui con quel culto degli antenati che nella tradizione vietnamita si pratica da tempo immemorabile, prima ancora dell’introduzione del buddismo e del confucianesimo nel Paese.

In ogni casa, ancora oggi, un piccolo altare è dedicato agli avi. Vi si depongono offerte di cibo e bevande, insieme a simulacri di banconote e di beni di lusso – che poi vengono bruciati per farli giungere nell’aldilà – e si bruciano bastoncini d’incenso. Davanti all’altare degli antenati si prendono le decisioni importanti per la famiglia; la cerimonia del matrimonio consiste semplicemente nell’impegno solenne che la coppia assume di fronte agli avi, senza bisogno della presenza di celebranti religiosi. Gli avi sono considerati numi tutelari, che sopravvivono dopo la morte e proteggono i loro discendenti. Nelle campagne, secondo un’antica tradizione patriarcale, spesso i contadini vengono sepolti ai confini dei propri campi e risaie  – in tombe che a volte raggiungono le dimensioni di piccole pagode – a sorvegliare e proteggere il lavoro e i raccolti delle generazioni che seguiranno. Scriveva Pietro Citati: “Confucio desidera restaurare la tradizione: rispettare gli antenati, i genitori, i superiori, perché rispettando loro si venera il Silenzio originario che traluce attraverso di loro. ‘Io trasmetto, dice Confucio, non invento nulla: credo nel passato e lo amo’.“.

Didascalie immagini

  1. All’interno del Tempio della Letteratura di Hanoi (Vietnam) un modellino illustra la struttura del complesso di edifici che lo costituiscono
    (foto © Donata Brugioni)
  2. Il portale d’ingresso del Tempio: l’arco centrale era riservato all’imperatore; docenti e allievi utilizzavano le porte laterali
    (foto © Donata Brugioni)
  3. Dal primo cortile – un giardino ombroso e curatissimo – un piccolo portico in legno introduce al secondo cortile
    (foto © Donata Brugioni)
  4. Il padiglione Khue Van Cac (Costellazione della Letteratura) segna il passaggio nel terzo cortile; il cerchio da cui si diparte una serie di raggi, stilizzazione del disco solare, è stato scelto come simbolo della città di Hanoi
    (foto © Donata Brugioni)
  5. La grande vasca Thien Quang, (Pozzo della Chiarezza Celeste) occupa quasi per intero il terzo cortile; la fiancheggiano due padiglioni che ospitano le stele con i nomi di studenti che hanno superato l’Esame Reale
    (foto © Donata Brugioni)
  6. Al centro del quarto cortile si trova un grande bruciaprofumi in bronzo scolpito, ai lati bonsai centenari riproducono boschi in miniatura
    (foto © Donata Brugioni)
  7. La statua di Confucio, all’interno della Bai Duong, è affiancata da quelle dei suoi quattro allievi più fedeli. Domina ovunque il rosso, colore festivo per eccellenza, collegato a concetti di felicità e positività in tutti i campi
    (foto © Donata Brugioni)
  8. In occasione del Capodanno lunare, altari in onore degli antenati vengono allestiti ovunque in Vietnam: qui, nella hall di un grande albergo di Hanoi, l’altare è a disposizione di chiunque, trovandosi lontano da casa, voglia comunque onorare i propri avi.
    (foto © Donata Brugioni)

IN COPERTINA
l padiglione Khue Van Cac (Costellazione della Letteratura) segna il passaggio nel terzo cortile; il cerchio da cui si diparte una serie di raggi, stilizzazione del disco solare, è stato scelto come simbolo della città di Hanoi
(foto © Donata Brugioni)
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