“Il miglior esordio registico dai tempi di Quarto Potere!”
Steven Spielberg (1983)
Lo scorso 6 maggio Barbra Streisand ha raggiunto le 75 primavere, è un piacere renderle omaggio con il suo progetto della vita, quello per cui ha impiegato le molteplici competenze del suo talento: Yentl il film musicale da lei scritto, prodotto, cantato, interpretato e diretto nel 1983, l’esordio dietro la macchina da presa con cui ha vinto – purtroppo unica donna ancora oggi – un Golden Globe per la miglior regia.
Tratto da un racconto intitolato Yentl, il ragazzo dello yeshivà, pubblicato in yiddish dallo scrittore premio Nobel per la letteratura Isaac Bashevis Singer, il film fu attaccato dalla stampa quando era ancora in lavorazione, trattato con sufficienza dalla critica e ignorato dall’Academy che gli assegnò solo l’Oscar alla miglior colonna sonora. Nonostante tutto è oggi un vero e proprio oggetto di culto, soprattutto per la comunità gay che in un’epoca in cui non esisteva ancora il ‘cinema militante’ di oggi, si è identificata con l’invito a liberare la propria più intima identità portato avanti dal film.
Tanto è consolidata la fama di Yentl e il luogo comune di icona che ha assunto, che nell’esilarante commedia In & out (1997) di Frank Oz il protagonista è indotto a ingiuriare il film di Barbra Streisand per dare prova certa e inconfutabile della sua virilità.
Europa orientale, 1904. Yentl è la figlia del rabbino Mendel e studia insieme al padre la Torà di nascosto dalla gente del loro piccolo villaggio; alle donne è proibito avvicinare le Sacre Scritture e una ragazza che avesse l’ardire di mostrare interesse per la conoscenza sarebbe considerata essere demoniaco.
Incapace di limitare la sua curiosità intellettuale, Yentl “non era stata creata per impastare pane e cuocere budini, per cianciare con delle stupide donne e sgomitare fino al bancone del macellaio” e alla morte del padre indossa abiti maschili, assume il nome del fratello defunto Anshel e fugge via, spacciandosi per un ragazzo in cerca di uno yeshivà dove studiare.
Scritta da Jack Rosenthal e Barbra Streisand la sceneggiatura di Yentl mantiene con qualche omissione la struttura del racconto originale, ma se ne discosta ampiamente mettendo in primo piano i sentimenti; l’idea rivoluzionaria di utilizzare nove canzoni inedite scritte appositamente per dare forma ai pensieri della protagonista, pone l’accento sulle pulsioni più recondite amplificando le emozioni.
La possibilità di rendere palese anche l’inconfessabile attraverso il disvelarsi del pensiero aumenta la profondità del personaggio, penetra oltre la superficie di un pallido riflesso dell’essenza offerto dalla mera espressione verbale e rappresenta tutto il turbamento di quella tensione erotica inconfessabile che attrae gli spiriti affini.
L’appassionata regista esordiente ha costruito una messa in scena raffinata curata nei minimi dettagli, fatta di molteplici livelli e scelte visive non convenzionali; una sequenza di passaggio come quella della pioggia ad esempio, che cade bagnando tutti i luoghi già teatro di momenti riconoscibili, da semplice momento descrittivo diventa metafora di dolore per eventi funesti. Degno di nota anche il montaggio, che incalza supportando un brano come Tomorrow night, restituendo l’accelerazione in caduta libera sotto il peso della menzogna. A proprio agio anche nelle numerose scene di massa, Barbra inserisce metafore visive come un liquido scorrere a rappresentare il viaggio di Yentl verso la consapevolezza: dal rigagnolo iniziale, attraverso il fiume, fino all’immensità dell’oceano finale.
La diva voleva portare sullo schermo il racconto di Singer fin dal 1968 e nonostante vi sia riuscita solo quindici anni dopo, ha saputo indossare in modo credibile i panni della protagonista pur essendo ormai troppo matura per il ruolo. Mandy Patinkin reduce da Ragtime di Milos Forman e membro del cast originale del primo allestimento teatrale di Evita a Broadway, dà corpo con estroversa sensualità al compagno di studi Avigdor. La californiana Amy Irving lanciata da Brian De Palma nei thriller paranormali Carrie – lo sguardo di Satana e Fury, incarna l’arrendevolezza di Hadass, fanciulla ebrea in quel mondo arcaico del Vecchio Continente che l’avvento del nazismo con la crudeltà della Shoah spazzeranno via per sempre.
La realizzazione di Yentl ha richiesto alla Streisand dedizione totale per cinque anni d’intenso lavoro: lo studio della Torà, della cultura yiddish con i suoi riti e della pittura di Rembrandt come riferimento estetico. Il risultato è un’opera che, pur nel tradimento del testo, mantiene tutto l’umorismo tipico della letteratura ebraica, pronto a emergere anche nei momenti più drammatici.
Ambientato in Polonia il film è stato girato in Cecoslovacchia – a Zatec e a Praga, chiamata a interpretare la città di Lublino – e nei londinesi Lee International Film Studios, con la magnifica sequenza finale – omaggio al Funny girl di William Wyler, esordio da Oscar dell’attrice Barbra Streisand – filmata su una nave vicino a Liverpool.
Manifesto dell’emancipazione femminile, Yentl rappresenta un’emozione visiva sempre viva, in grado di regalare brividi anche dopo tanti anni, da rivedere in attesa che Barbra Streisand riesca finalmente a tornare al musical con l’annunciata versione cinematografica di Gypsy, che la scorsa estate ha avuto una nuova battuta d’arresto.