Kilkenny, Irlanda, 1650.
Robyn Goodfellowe è una ragazzina inglese arrivata in città col padre, cacciatore al servizio del temuto Lord Protettore che governa la regione imponendo con l’esercizio della forza la sua autorità. Spietato emissario del dominio britannico, impegnato a sedare rivolte un po’ in tutto il Paese, il despota ha istituito una ricompensa per ogni lupo abbattuto, convinto che per questi animali selvaggi – al pari delle resistenze della popolazione locale – valga il principio per cui tutto ciò che non può essere sottomesso debba essere annientato.
La giovane Robyn, solita accompagnare il padre nelle battute di caccia insieme all’inseparabile falco Merlyn, mal sopporta di restare a casa a occuparsi delle faccende domestiche e così, nonostante i divieti, riesce a forzare la sorveglianza delle guardie ai cancelli uscendo fuori dalle mura. Là tra superstizione e magia sente per la prima volta i contadini parlare dell’esistenza dei Wolfwalkers, creature dall’aspetto umano capaci di comunicare con i lupi e di assumerne le sembianze, veri e propri membri del branco a tutti gli effetti.
Senza timore per la sua incolumità, la bionda ragazzina s’inoltra nel folto del bosco per recuperare il povero Merlyn ferito, l’incontro con la piccola Megh Óg MacTire cambierà per sempre la sua vita.
Terzo lungometraggio diretto da Tomm Moore, qui affiancato da Ross Stewart, Wolfwalkers – il popolo dei lupi rappresenta il nuovo capitolo di un’ideale trilogia sulla mitologia irlandese popolata di elfi, folletti e selkies, insieme ai precedenti The secret of Kells (purtroppo ancora inedito in Italia) e La canzone del mare; dopo il Medioevo e il Novecento, questa storia è ambientata al tempo di Oliver Cromwell che effettivamente da Lord Protettore tentò lo sterminio dei lupi in Irlanda.
Il soggetto originale di Wolfwalkers trae ispirazione da storie nate intorno alla figura del patrono d’Irlanda San Patrizio e ai suoi rapporti con i popoli pagani, ma anche dalle leggende su uomini lupo della tradizione folkloristica irlandese preesistente all’arrivo del cattolicesimo, tra matriarcato, druidi e tribù; così i lupi incarnano popolazioni ancora culturalmente incontaminate, con un ribaltamento eloquente rispetto alle fiabe convenzionali in cui al lupo è assegnato il ruolo minaccioso del cattivo.
Questo invito a preservare le origini culturali è sintetizzato anche dal sottotitolo originale del film che suona come un’esortazione: ‘Sii feroce, sii selvaggio, sii libero.‘ Giocato sulla contrapposizione anche visiva di due mondi, tra gli spigoli geometrici della città e le morbide rotondità della foresta, Wolfwalkers si fa portatore di messaggi ecologisti e ambientalisti, che ricordano molte opere del giapponese Studio Ghibli, con una nota critica contro colonialismo e fanatismi religiosi sempre vivi.
Con ricercata bellezza, che in certe ambientazioni lascia spazi vuoti di respiro al racconto facendo tesoro dell’eredità di un capolavoro come La storia della principessa splendente di Isao Takahata, il film sfoggia tratti sporchi nella definizione dei personaggi e uno stile grafico orgogliosamente bidimensionale, tentando originali strade espressive pur con l’utilizzo di tecnologie digitali; che troppo spesso, per inseguire il realismo delle grandi produzioni, generano orribili mostri.
Wolfwalkers – il popolo dei lupi è una gemma d’animazione raffinata, a causa della chiusura delle sale in Italia è disponibile solo su AppleTv; probabile possa ricevere una meritatissima candidatura all’Oscar dopo quelle a The secret of Kells e La canzone del mare, ma sarà dura prevalere nella competizione con Soul, in ogni caso una visione da non perdere per i bambini di tutte le età.
Didascalie immagini
- Locandina
- Robyn con il falco Merlyn, insieme a suo padre nella città di Kilkenny
- Repressione, sterminio dei lupi e fanatismo religioso del Lord Protettore
- La magia dei Wolfwalkers membri del branco di lupi
- La contrapposizione cromatica e morfologica tra città e foresta
- Le cucine della città / La piccola Megh coi lupi / Robyn e suo padre con la città sullo sfondo
© 2020 Cartoon Saloon Ltd / Mélusine Productions
IN COPERTINA
L’incontro di Robyn con la piccola Megh Óg MacTire
© 2020 Cartoon Saloon Ltd / Mélusine Productions
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Wolfwalkers
- Regia: Tomm Moore & Ross Stewart
- Con le voci originali di: Honor Kneafsey, Eva Whittaker, Sean Bean, Simon McBurney, Tommy Tiernan, Maria Doyle Kennedy, Jon Kenny, John Morton, Nora Twomey, Oliver McGrath, Paul Young, Niamh Moyles
- Con le voci italiane di: Cinzia Virale, Sofia Fronzi, Massimo Bitossi, Christian Iansante
- Sceneggiatura: Will Collins
- Musica: Bruno Coulais in collaborazione con Kila
- Montaggio: Richie Cody, Darren Holmes, Darragh Byrne con Alan Slattery
- Disegno personaggi: Tomm Moore, Sandra Norup Andersen, Federico Pirovano, Maria Madelaire Forná, Andrzej Radka
- Scenografia e Direzione artistica: Ross Stewart, Tomm Moore, Maria Pareja
- Produzione: Paul Young, Nora Twomey, Tomm Moore e Stéphan Roelants per Cartoon Saloon e Mélusine Productions in associazione con Value & Power Culture Communication Co. con Fís Éireann / Screen Ireland, Film Fund Luxembourg, The Broadcasting Authority of Ireland, Haut et Court Distribution, RTÉ, Canal+, OCS, Pôle Image Magelis, Charente County, Folivari e Gkids
- Genere: Animazione
- Origine: Irlanda / Lussemburgo, 2020
- Durata: 103′ minuti