Lungometraggio d’esordio del dublinese Colm Bairéad, The quiet girl ha raccolto consensi e decine di premi a giro nel mondo fin dalla prima proiezione al 72° Festival Internazionale del Cinema di Berlino un anno fa, probabilmente per quella sua magica capacità di riprodurre sullo schermo la meraviglia di uno sguardo innocente sulla bellezza del creato.
Non è un caso se nella prima sequenza di apertura vediamo la protagonista, una bimba di nove anni di nome Cáit, nascondersi nell’erba alta di un prato mentre da lontano le voci insistenti delle sorelle maggiori la chiamano per fare ritorno a casa; quando infine la piccola si alza in piedi, emergendo letteralmente da quel mare verde, sembra scaturire dall’ambiente naturale per nascere al mondo, dichiarando implicitamente l’appartenenza a quella rigogliosa vegetazione da cui è uscita.
È questo soltanto l’incipit, di un’opera ‘liturgica’ che celebra la sacralità della vita e della Natura attraverso la contemplazione di momenti estatici, in cui il tempo pare fermarsi, raffinatissima nell’evocare il rapporto privilegiato che i bambini intrattengono con le cose; il taglio visivo delle immagini e la sua qualità è talmente alta da aver giustamente conquistato l’EFA – European Film Award per la splendida fotografia firmata dalla giovane Kate McCullough.
Tratto dal racconto Foster di Claire Keegan, la vicenda è ambientata nel 1981, anno simbolo della lotta contro il dominio inglese da parte degli attivisti irlandesi che in carcere facevano lo sciopero della fame; un sottotesto politico amplificato nella meschina figura del padre di Cáit – unico di lingua inglese in mezzo a tutti gli altri che parlano gaelico – sgradevole anche nei piccoli gesti, che rende ancora più potente un film forte e delicato insieme.

La piccola Cáit vive con istintiva estraneità il suo ambiente familiare, con una madre incinta del sesto figlio e un padre incurante delle necessità più basilari, oppressi da un incipiente stato di povertà. La bambina, senza alcuna complicità con le sorelle, è abbandonata di fatto nel disinteresse dei genitori, così sopravvive isolata in un suo mondo interiore, finché non viene mandata a passare l’estate da dei lontani parenti. È la scoperta salvifica di un’altra realtà.

The quiet girl, grazie anche alla naturale spontaneità della giovanissima Catherine Clinch nel ruolo della protagonista, è un film che pone l’accento su piccoli gesti quotidiani, non per questo insignificanti, come materiale affettivo che costruisce e consolida i rapporti. È la storia di una crescita emotiva e psicologica, una riflessione sul dolore come forza irreversibile che inevitabilmente plasma e trasforma le nostre esistenze, lo schiudersi al mondo di un’anima pura.

The quiet girl di Colm Bairéad è candidato all’Oscar per l’Irlanda come miglior film internazionale e sarà finalmente disponibile nelle sale anche per il pubblico italiano, il prossimo 16 febbraio distribuito da Officine Ubu. Una salutare, preziosa, visione di bellezza rasserenante.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. La piccola Cáit interpretata da Catherine Clinch
  3. Lo splendore del creato amplificato dai sentimenti
  4. Andrew Bennett e Carrie Crowley sono i coniugi Seán e Eibhlín Cinnsealach
    © 2022 Inscéal

IN COPERTINA

Giovanissima esordiente, Catherine Clinch è Cáit
© 2022 Inscéal

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: An cailín ciúin
  • Regia: Colm Bairéad
  • Con: Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennet, Michael Patric, Kate Nic Chonaonaigh, Joan Sheeny, Tara Faughnan, Neans Nic Dhonncha, Eabha Ni Chonaola, Carolyn Bracken, Pádraig Ó Se, Breandán Ó Duinnshleibhe, Sean Ó Súilleabháin, Aine Hayden, Elaine O’Hara, Marion O’Dwyer, Jessica Joannides, Roise Crowley, Grainne Gillespie, Norette Leahy, Rian Bairéad
  • Soggetto: Claire Keegan dal suo racconto Foster
  • Sceneggiatura: Colm Bairéad
  • Fotografia: Kate McCullough
  • Musica: Stephen Rennicks
  • Montaggio: John Murphy
  • Scenografia: Emma Lowney
  • Costumi: Louise Stanton
  • Produzione: Cleona Ní Chrualaoi per Inscéal con Fís Éireann / Screen Ireland, TG4 e Broadcasting Authority of Ireland
  • Genere: Poetico
  • Origine: Irlanda, 2022
  • Durata: 95′ minuti