
“Questa sceneggiatura è stata scritta per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. […] Da ogni punto di vista, questo è il film di Cate”.
Così si è espresso Todd Field a proposito di Tár, suo terzo lungometraggio soltanto in una carriera trentennale, con cui torna al cinema quattordici anni dopo il precedente, bellissimo, Little children. Innegabilmente l’attrice australiana offre una prova davvero unica e monumentale, che ha richiesto un impegno complesso – ha imparato a suonare il pianoforte, a parlare il tedesco e anche i rudimenti per essere un più che credibile direttore d’orchestra – ma soprattutto ha vinto la sfida di riuscire a entrare nella psiche contraddittoria di una donna estranea a sé stessa, per usare le sue stesse parole. Un’interpretazione di vibrante potenza premiata all’esordio in concorso alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia che, con la vittoria ai Golden Globe come attrice drammatica, adesso pone la diva, già due volte premio Oscar, in prima fila come favorita per la conquista della terza statuetta.
Lydia Tár è l’incarnazione stessa del successo, prima donna direttore d’orchestra titolare a Berlino, con un curriculum prestigioso e variegato, snocciolato in ogni particolare nella sequenza di apertura dall’intervistatore Adam Gopnik che la incontra davanti al pubblico adorante del New Yorker Festival. L’intero arco narrativo del film si sviluppa in un frammento temporale di appena tre settimane, una ventina di giorni decisivi nella vita della protagonista, mentre è impegnata a portare avanti il lavoro promozionale per la sua autobiografia contemporaneamente alle prove con l’orchestra dal vivo per incidere la Quinta Sinfonia di Mahler su etichetta Deutsche Grammophon. Mentre si sposta tra Berlino e New York accompagnata costantemente dalla fedele segretaria Francesca Lentini, Tár inizia a veder scricchiolare la solidità del suo prestigio professionale e della relazione con la compagna Sharon Goodnow, primo violino dell’orchestra berlinese, con cui ha adottato la figlia Petra; imprevisti eventi drammatici con radici profonde nel passato di Lydia, emergono trasformando la sua vita in un incubo.

Con una solida struttura e una lucidità di intenti davvero rare, Tár affronta l’abuso del potere mettendo in scena una figura emblematica, che impone le regole del gioco ed è poi la prima a infrangerle senza timore. Lasciando fuori campo ogni esplicito abuso, il film fotografa la natura della manipolazione psicologica che l’autorità esercita e lo fa, intelligentemente, attribuendo a una donna tutti i cliché predatori tradizionalmente attribuiti al maschio dominante.

Momenti rivelatori brillano per la loro estrema attualità, mettendo a nudo anche la deriva del #MeToo – con battute come: “Al giorno d’oggi essere accusato equivale a essere colpevole!” – che in certi casi ha finito col riproporre una vera e propria caccia alle streghe di stampo maccartista o smascherando l’assurdità del politicamente corretto retroattivo, nell’ottusa convinzione sfoggiata dall’allievo Max che rifiuta la musica di Bach, in quanto uomo bianco, etero e cisgender*.

Tár è un’opera misteriosa, elegante atto d’accusa del nostro problematico presente, capace di mantenere alta la tensione fino in fondo, senza cedimenti, nonostante una durata superiore ai centocinquanta minuti. I rimandi continui allo sguardo di Dio, che vede tutte le nostre azioni, e i misteriosi rumori che affollano l’oscurità sembrano evocare la leggendaria Musica delle Sfere, il mitico suono invisibile dell’Universo che diventa sinonimo dell’immutata e inalterabile Verità.

Un ritratto feroce del mondo elitario che ruota intorno alla musica classica, rappresentato con efficacia grazie al contributo di attrici straordinarie chiamate ad affiancare Cate Blanchett: come la tedesca Nina Hoss nel ruolo di Sharon, compagna della protagonista e figura decisiva negli equilibri dell’orchestra; la parigina Noémie Merlant nel ruolo della segretaria Francesca e Sophie Kauer, violoncellista londinese, straordinaria esordiente nel ruolo della giovane russa Olga Metkina.

Tár di Todd Field è candidato agli Oscar in sei categorie, tra cui quella principale del miglior film, e sarà sugli schermi italiani dal prossimo 9 febbraio distribuito da Universal Pictures Italia.