Baker Dill sulla sua barca Serenity porta a pesca i turisti dell’isola di Plymouth, pescatore lui stesso insieme all’amico Duke che gli fa da secondo a bordo, ha una vera e propria ossessione per un enorme tonno che ha battezzato ‘Justice’ – giustizia. Quando l’animale sembra finalmente abboccare, Dill non sa rinunciare al suo istinto cacciatore per cedere il posto agli ospiti paganti e, cosa ben più grave, finisce col brandire minaccioso un coltello contro di loro.
L’incidente mette in circolo voci malevole, la reputazione è fondamentale quando si vive in un luogo così piccolo dove tutti sanno tutto e ne parlano, che rischiano di compromettere gli affari del pescatore, già minati di seri problemi economici.
L’ossessione per la cattura di quell’antagonista marino – novello Achab contro Moby Dick – che in molti credono vivere solo nella sua testa, il rapporto con la matura Constance che sembra ridotto a torridi incontri carnali, gli scontri con Duke che vorrebbe accettare ingaggi della barca meglio remunerati, tutto sembra muoversi con la monotona ripetizione di sempre nel flusso quotidiano di Baker Dill; ma un giorno fa la sua comparsa sull’isola la bionda Karen Zariakas, che irrompe nella vita dell’uomo da una zona imprecisata del suo passato, vuole proporgli un affare che potrebbe rivelarsi pericoloso, mentre uno strano rappresentante di attrezzature da pesca cerca invano di avvicinarlo.

Tonico e prestante Matthew Mc Conaughey offre volto e fisicità al protagonista Baker Dill, un personaggio stereotipato, uomo duro che non deve chiedere mai, protagonista delle più triviali fantasie virili. Al suo fianco Anne Hathaway con un’improbabile chioma bionda, completa di ciuffo del più consunto prototipo di femme fatale, è la sconosciuta Karen che lo avvicina anche di notte sotto piogge torrenziali indossando un impermeabile nero con cappello, dettaglio irrinunciabile per incarnare il più ovvio e dozzinale canone da film noir, così esasperato da rasentare il ridicolo.

La visione di Serenity – l’isola dell’inganno sembra naufragare nel tedio più prevedibile, quando arrivati a metà uno scatto narrativo quasi impercettibile rimette tutto in gioco, la percezione stessa di tutto ciò che stiamo guardando; è un colpo di scena di cui si ha consapevolezza graduale, che s’insinua strisciante nel racconto anziché deflagrare, un’idea originale che riporta interesse per un racconto che al di là delle più scontate apparenze ha un debito con il Matrix delle sorelle Lana e Lilly Wachowski, ma forse anche un po’ con The Truman show di Peter Weir.

Il paradosso della piccola comunità in cui tutti sanno tutto è posta in contrasto con una realtà di cui davvero nessuno sa niente, Matthew Mc Conaughey è molto bravo a rappresentare il cambio di registro dal ‘Big Jim’ bidimensionale dell’inizio all’uomo segnato dal dolore e il film diventa una riflessione sulla perdita, sul lutto e sulla nostra difficoltà di lasciare andare gli affetti perduti, assediati dalla paura di cedere il passo alla dimenticanza e all’oblio; ma chi abbiamo amato è parte di noi e, nonostante il timore, non potrà mai svanire dai nostri ricordi.

Nomi di primo piano anche nei ruoli secondari: Diane Lane è Constance, l’amante del protagonista che con la reiterata ricerca del suo gatto è parte di uno schema rivelatore, tutt’altro che casuale; l’australiano Jason Clarke nei panni di Frank Zariakas è l’essenza stessa del male assoluto, un cattivo capace di evocare tali indicibili nefandezze, anche solo sul piano verbale, da generare il desiderio della sua soppressione; Djimon Hounsou è Duke, amico e primo ufficiale a bordo della Serenity, complice silenzioso di Baker Dill e capace di comprenderne anche il minimo respiro.

Serenity – l’isola dell’inganno è scritto dal britannico Steven Knight che ne cura anche la regia sei anni dopo il precedente Locke – un thriller mozzafiato con un grande Tom Hardy, solo in un’auto per tutto il film – è ora nelle sale italiane distribuito da Lucky Red.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Il tonno oggetto di un’ossessione / Baker Dill davanti all’infinito / Il misterioso rappresentante
  3. Matthew Mc Conaughey e Anne Hathaway nei panni di Dill e Karen incarnano triti stereotipi noir
  4. Rafael Sayegh è Patrick / Plymouth paradiso terrestre / L’inquietante inconsapevolezza di Lois
  5. Legami indissolubili hanno solo bisogno di canali inediti di comunicazione
  6. Diane Lane è Constance / Jason Clarke è l’orribile Frank Zariakas / Djimon Hounsou è Duke

© 2019 Nebulastar / Shoebox Films / Global Road Entertainment / Starlings Entertaiment

IN COPERTINA
Baker Dill nella sua essenza più vera
© 2019 Nebulastar / Shoebox Films / Global Road Entertainment / Starlings Entertaiment

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Serenity
  • Regia: Steven Knight
  • Con: Matthew Mc Conaughey, Anne Hathaway, Jason Clarke, Diane Lane, Djimon Hounsou, Jeremy Strong, Charlotte Butler, David Butler, Rafael Sayegh, Michael Richard, Robert Hobbs, Kenneth Fok, Garion Dowds, John Whiteley, Edeen Bhugeloo, Redd Pepper
  • Sceneggiatura: Steven Knight
  • Fotografia: Jess Hall
  • Musica: Benjamin Wallfisch
  • Montaggio: Laura Jennings
  • Scenografia: Andrew Mc Alpine
  • Costumi: Danny Glicker
  • Produzione: Steven Knight, Guy Heeley e Greg Shapiro in coproduzione con Andreas Habermeyer per Nebulastar e Shoebox Films con Global Road Entertainment in associazione con Starlings Entertaiment
  • Genere: Metaforico
  • Origine: USA, 2019
  • Durata: 106′ minuti