Rosa e Igor Tul, coniugi sessantenni, vivono soli in una grande casa con panorama mozzafiato sul golfo di Trieste. Qualcosa si è incrinato nel loro rapporto, s’incrociano come ombre sulla carta da parati delle loro stanze senza alcuna parola, ogni comunicazione è interrotta.
Incapaci di oltrepassare quel muro d’incomunicabilità cresciuto tra loro, eretto da un grave lutto senza risarcimento, mettono ancora in scena una facciata di serenità a beneficio della figlia Nadja, che a pranzo col fidanzato annuncia il proprio matrimonio.
I due hanno messo in vendita la casa, ma non sembrano avere entrambi la stessa volontà di disfarsi davvero di quel luogo dove hanno passato la maggior parte della loro esistenza. Avvinghiata a un passato disperso, Rosa è inchiodata ai ricordi col suo flusso vitale paralizzato da una devozione quasi feticista per le cose lasciate della figlia minore Maja. Il rinvenimento di oggetti inaspettati nella stanza della giovane scomparsa, di cui soltanto la madre custodisce la chiave, spinge la donna a indagare il non detto, quella parte sconosciuta della sua bambina di cui non è stata testimone e che per questo le risulta così estranea. È l’inizio di un percorso che approderà a una nuova, inedita, consapevolezza di sé, destinata a riaccendere quella fiamma interiore necessaria per andare avanti e vivere ancora, nonostante un dolore da cui non è possibile affrancarsi.
Documentarista per la Rai Radio Televisione Italiana, già aiutoregista per Paolo e Vittorio Taviani, la triestina Katja Colja con Rosa fa il suo esordio alla regia di un lungometraggio di finzione, con una storia originale ideata insieme a Angelo Carbone e tradotta in sceneggiatura con Elisa Amoruso e Tania Pedroni. Lunetta Savino, per la prima volta protagonista sullo schermo, con la sua straordinaria interpretazione è candidata al David di Donatello per la migliore attrice.
Coraggioso nel voler esplorare il tabù della sessualità femminile nella terza età, spesso demonizzata dall’idea che per la madre – una volta diventata tale – sia sconveniente avere interesse a un aspetto dell’esistenza che è centro propulsore della spinta vitale, il film si avvicina al tema con estremo pudore raccontando anche la vergogna generazionale di scoprirsi ancora donna, finalmente libera dai cicli biologici della fertilità e forse per questo più solidale e sicura di sé.
Rosa indaga però anche i meccanismi interiori che si muovono invisibili sotto le apparenze quando si è costretti dalla perdita a essere dei sopravvissuti, perché sopravvivere a un figlio è qualcosa di talmente indicibile che persino il linguaggio rifiuta di definirlo: alla scomparsa dei genitori si è orfani, con la morte della persona che ci viveva a fianco si diventa vedovi, ma non ci sono parole per definire un evento contrario al ciclo naturale della vita e perciò così inaccettabile.
La paura di concedersi una pausa dal dolore, la tragedia che ammutolisce e nel silenzio corrode le relazioni come ruggine su uno scafo, il coraggio di lasciare andare gli oggetti e svincolarsi dai luoghi come primo passo per dare una collocazione ai ricordi e riattivare il proprio flusso vitale, sono alcuni sentimenti complessi che il film di Katja Colja racconta anche con la forza dei silenzi – intensa la prova di Boris Cavazza nel ruolo di Igor – e il supporto della musica originale di David Aaron Logan.
Presentato con successo in festival diversi, Rosa di Katja Colja è una piccola intima sinfonia visiva sul coraggio di rialzarsi nonostante tutto, a causa delle norme di contenimento del contagio che hanno costretto gli esercenti a chiudere le sale al momento non è reperibile, ma certo tornerà disponibile al cinema come in dvd o in streaming. Un’opera poetica, delicata e commovente.
Didascalie immagini
- Locandina italiana
- Rosa, Igor e la figlia Katja interpretata da Anita Kravos
- La regista Katja Colja sul set con la sua protagonista
- La rinascita di Rosa, Lunetta Savino, comincia dalle piccole cose come il calore del sole
- L’inconcepibile perdita innominata
- Boris Cavazza è Igor
© 2019 Minimum Fax Media / Casablanca Film Production / Pianeta Zero
IN COPERTINA
Lunetta Savino è la protagonista Rosa impegnata nell’elaborazione del lutto
© 2019 Minimum Fax Media / Casablanca Film Production / Pianeta Zero
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Rosa
- Regia: Katja Colja
- Con: Lunetta Savino, Boris Cavazza, Simonetta Solder, Anita Kravos, Maurizio Fanin, Branco Djurič, Mirko Soldano, Franko Korošec, Ivan Zerbinati, Sara Alzetta, Gualtiero Giorgini, Angelo Mammetti, Valentina Funafò, Elena Husu, Mariagrazia Plos, Filippo Borghi, Roberta Colacino, Silvia Grimalda, Marcela Serli, Patrizia Jurinčič, Christiana Viola, Katia Ferrazza, Daniela Gattorno, Simonetta Lauto, Franco Ongaro
- Soggetto: Katja Colja, Angelo Carbone
- Sceneggiatura: Katja Colja, Tania Pedroni, Elisa Amoruso
- Fotografia: Michele Paradisi
- Musica: David Aaron Logan
- Montaggio: Filippo Montemurro
- Scenografia: Alessandra Mura
- Costumi: Tanja Birgmajer
- Produzione: Daniele di Gennaro per Minimum Fax Media con Rai Cinema in coproduzione con Igor Pediček per Casablanca Film Production con Radio Televizija Slovenija e Lorenzo Sciacca per Pianeta Zero con il supporto di Mibac, FVG Film Commission – Fondo Audiovisivo FVG con il supporto di Slovenski Filmski Center, Radio Televizija Slovenija e Viba Film e con il contributo di Eurimages
- Genere: Drammatico
- Origine: Italia / Slovenia, 2019
- Durata: 82′ minuti