Il giornalista Adel Khan Farooq, nato in Norvegia da genitori pakistani, utilizzando le sue origini come passepartout per entrare in contatto con un mondo proibito a chi non è di fede mussulmana, ha tentato a più riprese di ottenere un’intervista da Ubaydullah Hussain, a capo di un piccolo gruppo islamico di Oslo, come lui cittadino norvegese figlio di immigrati giunti dal Pakistan. Dopo numerosi rifiuti ha infine ottenuto un assenso, perché obiettivo di Hussain era quello di dare un’immagine di semplice vita comune, e con la collaborazione del documentarista Ulrik Imtiaz Rolfsen, ha iniziato a seguirlo con la macchina da presa, mostrando la quotidianità di un gruppo minoritario – da trenta a cinquanta membri, rispetto ai duecentomila mussulmani residenti in Norvegia – che aspira però a sostituire la Costituzione norvegese con la legge islamica.
Il documentario investigativo Recruiting for jihad [Reclutamento per la jihad] firmato a quattro mani da Adel Khan Farooq e Ulrik Imtiaz Rolfsen è il risultato di oltre tre anni di lavoro, adesso visibile anche al pubblico italiano grazie a CDI Camera Distribuzioni Internazionali; dopo l’anteprima a Ferrara domani il film sarà in proiezione al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con ingresso libero.
Recruiting for jihad è molto interessante per la sua capacità di farci comprendere una visione del mondo molto distante da noi, a partire dai fondamenti; per questi esponenti dell’integralismo islamico la libertà dell’individuo, che nella nostra visione occidentale è prioritaria, non ha alcun valore e deve sottostare alla legge coranica che rappresenta il volere di Dio. Vediamo Hussain fare presa su dei giovani, in alcuni casi anche giovanissimi, che abbracciano il fondamentalismo per riempire un vuoto esistenziale, spinti da quella necessità così umana di appartenenza a un gruppo o a una comunità.
Affabile e cordiale Ubaydullah Hussain si mostra senza censure per la sua ferma convinzione di essere depositario della Verità, idea che non gli consente reticenze; continua ad affermare di non aver esercitato nessuna violenza o coercizione nei confronti dei ragazzi reclutati, ma si nasconde dietro a evidenti ipocrisie per l’impossibilità di redimere le sue contraddizioni. Cittadino norvegese non vuole riconoscere la legge dello Stato, ma ne gode i privilegi, e resta senza argomenti quando gli viene contestata la solidarietà data agli autori di atti terroristici o quando gli si chiede perché anche lui, come i suoi nuovi adepti, non vada a fare ‘volontariato’ in Siria.
Nelle parole di un uomo che contesta gli estremismi del leader il vero valore della jihad così com’è intesa veramente dal Corano: una guerra santa interiore, che ogni credente deve intraprendere contro i suoi limiti umani per raggiungere un’elevazione spirituale. Qualcosa di molto lontano dalla violenza che si compie in nome di Allah. Una mattina i servizi segreti hanno bloccato la partenza verso la Siria di un diciottenne norvegese appena reclutato, hanno sequestrato tutto il materiale girato e volevano usarlo come prova accusatoria in tribunale. Una grave minaccia per la libertà d’informazione, così il dibattito per la difesa delle fonti, in molti casi segrete perché in pericolo se rese note, ha fatto irruzione nel documentario.
Questa indagine è un monito e sul piano politico ci vorrebbe più attenzione, anche in Italia; perché se è giusto costruire moschee per dare a migliaia di persone dignitosi luoghi di culto, è altrettanto inaccettabile che studenti iraniani nel nostro Paese possano minacciare librerie che espongono in vetrina I versetti satanici di Salman Rushdie – è successo a Padova, Napoli, Reggio Emilia e potrebbe succedere ancora – senza subire provvedimenti di espulsione. Si preferisce invece, in nome di un ipotetico rispetto culturale, coprire nudità di marmo ai Musei Capitolini e dare un giorno libero al personale femminile, come accaduto nel 2016 per la visita del presidente iraniano Hasan Rohani in Italia.
Recruiting for jihad mostra realtà non così distanti come potremmo pensare, dando spunti di riflessione interessanti. Sul sito ufficiale della CDI Camera Distribuzione Indipendente, alla pagina dedicata al film, è possibile prendere contatti e organizzare una proiezione.
Didascalie immagini
- Locandina originale
- Ubaydullah Hussain islamico norvegese / Intervistato da Adel Khan Farooq
- Thom Alexander Karlssen (1990-2015) morto in Siria / Il regista Adel Khan Farooq
- Il diciottenne Brusthom Ziamani arrestato a Londra e condannato a ventidue anni di carcere per aver pianificato la decapitazione di un poliziotto inglese
- Contestatore intelligente / Un giudice dell’Alta Corte norvegese
- I registi Ulrik Imtiaz Rolfsen e Adel Khan Farooq / La battaglia per la libertà d’informazione in primo piano
© 2017 Curry Film / UpNorth film
IN COPERTINA
Il diciottenne, prima dell’arresto all’aeroporto, insieme a Ubaydullah Hussain
© 2017 Curry Film / UpNorth film
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Den Norske Islamisten
- Regia: Adel Khan Farooq & Ulrik Imtiaz Rolfsen
- Con: Ubaydullah Hussain, Adel Khan Farooq, Ulrik Imtiaz Rolfsen, Anjem Choudary, Brusthom Ziamani, Siddhartha Dhar, Thom Alexander Karlssen, Benedicte Bjǿrnland, Jon Gelius, Rima Iraki, Frithjof Jacobsen, Fredrik Solvang, Kjersti Lǿken, Stavrum, Anine Kierulf, Arne Jensen, Vidar Strǿmme, Kim Gerdts, Jan Glent
- Operatori: Adel Khan Farooq, Johan Gjestland, Andreas Östlund, Ulrik Imtiaz Rolfsen, Hasneir Iqbal, Rayan Zomorodi, Bilal Khan Farooq, Lars Fernando Nerdal
- Musica: Erik Ljunggren, Andreas Utnem
- Montaggio: Inge-Lise Langfeldt
- Produzione: Lars Lǿge, Jonathan Borge Lie e Ulrik Imtiaz Rolfsen per Curry Film AS e UpNorth film ASNRK, Fritt Ord, NFI Norsk Film Institute, Bergesenstiftelsen & Eckbos Legal
- Genere: Documentario
- Origine: Norvegia, 2017
- Durata: 80′ minuti