Questa non è la storia di un carcere.
È la storia di un Paese.

Con sedici candidature al premio Goya, corrispondente spagnolo dei nostri David di Donatello, di cui soltanto cinque si sono trasformate in statuette assegnate – la competizione con As Bestas di Rodrigo Sorogoyen quest’anno era ardua – il bellissimo Prigione 77 di Alberto Rodríguez è stato tra i titoli protagonisti della passata stagione cinematografica iberica.
Ispirata a eventi reali – senza necessariamente essere cronaca di casi specifici, rappresentando situazioni comuni a tante persone diverse che hanno vissuto quel preciso periodo storico da dietro le mura di qualche istituto penitenziario – la sceneggiatura originale del film abbraccia un arco temporale di due anni determinante nella storia spagnola, dai mesi subito successivi la morte di Franco, che aveva innescato la transizione verso la democrazia voluta dal successore re Juan Carlos, al luglio 1978 quando il governo in carica ha rimosso una pesante eredità del regime dittatoriale, abrogando la vecchia Legge Generale Penitenziaria.
Febbraio 1976, il giovane Manuel Gémez Garcia entra nel carcere Modelo di Barcellona con l’accusa di aver sottratto somme di denaro all’azienda in cui lavora come contabile; si considera innocente, perché complice e ideatore dell’operazione è il figlio del titolare dell’azienda, ma poi scopre che proprio questi, insieme al padre, ha firmato la denuncia contro di lui per un reato che secondo il suo avvocato d’ufficio lo espone a una condanna da sei a otto anni. La transizione verso un ritorno alla pluralità democratica porta molto velocemente a un’amnistia generale, limitata però a prigionieri politici e incarcerati per reati d’opinione, che non scalfisce affatto le variegate situazioni di prigionieri rinchiusi per piccoli reati in base a leggi obsolete oggi inconcepibili: omosessuali, divisi tra congeniti e acquisiti, ‘pigri’ senza fissa dimora, minori giovanissimi, individui con problemi psichiatrici, messi tutti insieme a ladri, assassini e truffatori.

Mentre la Spagna tornava alla libertà, resistenze della Guardia Civil al cambiamento tra le mura del carcere mantenevano le cose lontane dall’evoluzione sociale esterna, la negazione di ogni diritto umano portò alla nascita del COPEL, associazione riconosciuta come interlocutore anche dall’autorità carceraria espressa in gruppi di detenuti uniti, in lotta per ottenere condizioni di vita migliori. Il supporto dell’opinione pubblica attraverso la stampa generò partecipate manifestazioni.

Alberto Rodríguez e Rafael Cobos, sodali coautori delle loro sceneggiature da oltre tre lustri, sono rimasti colpiti proprio dalla storia della nascita spontanea del COPEL che ha avuto un ruolo fondamentale nel cambiare l’idea del carcere in Spagna, da luogo punitivo a spazio di recupero. Intense prove d’attore per Miguel Herrán nel ruolo protagonista di Manuel e per Javier Gutiérrez, irriconoscibile nei panni di Pino, compagno di cella isolato da tutto che riscopre la solidarietà.

Tutte le azioni collettive narrate nel film, messe in campo dal popolo carcerario per attirare l’attenzione pubblica sulle condizioni inumane di vita all’interno dei penitenziari – l’asserragliarsi sui tetti per notti e giorni, le ferite auto inferte contemporaneamente da più prigionieri per mettere in crisi le strutture mediche – sono eventi documentati, realmente accaduti un po’ in tutta la Spagna, che per esigenze narrative sono ricondotte al solo Modelo di Barcellona.

Alberto Rodríguez aveva già firmato notevoli opere cinematografiche come La isla minima e con Prigione 77 realizza un tassello di memoria collettiva spagnola molto interessante, con i bellissimi titoli di coda che sono l’equivalente di una mostra fotografica sui fatti di allora. Adesso il film è finalmente nelle sale italiane distribuito da Movies Inspired.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. La popolazione carceraria esclusa dalla transizione verso la democrazia
  3. Affollate manifestazioni nelle immagini di allora, ottenute dall’impegno interno del COPEL
  4. Miguel Herrán e Javier Gutiérrez sono Miguel e il suo compagno di cella Pino
  5. Ferite auto inferte e asserragliamenti sui tetti nelle immagini d’epoca sui titoli di coda
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    © 2022 Telefónica Audiovisual Digital SLU / Atipica Films SL

IN COPERTINA

Miguel Herrán è l’ingenuo protagonista Manuel
© 2022 Telefónica Audiovisual Digital SLU / Atipica Films SL

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Modelo 77
  • Regia: Alberto Rodríguez
  • Con: Miguel Herrán, Javier Gutiérrez, Jesús Carroza, Catalina Sopelana, Xavi Sáez, Fernando Tejero, Víctor Castilla, Alfonso Lara, Iñigo de la Iglesia, Iñigo Aranburu, Javier Lago, Javier Beltrán, Aimar Vega, Julián Valcárcel, Nacho Marraco, Polo Camino, Roberto Garrido, Mikel Losada, Carles Sanjaime, Xavi Mira, Lewis Andry, Iván Hompanera, Sergi Torrecilla, Edgar Prates, Miguel Lago Casal, Lluís Allés, Marc Pujol, Ireneu Tranis, Bruno Belda, Albert Adrià, Javier Berger, Álex Peña, Kiko Pedrosa Martínez, Joaquín Carall Evraert, Miquel Abril, Juan Fuentes, Jose Luis Aguilar, Alejandro Romero, Ela García, Alicia Moruno, José Luis Rasero, Alberto Salas, Juan Carlos Pascual, Carlos Bernardino, Sergio Andolini, Juan Santiago Amaya, Juan Esteve, Elías González Ruiz, Pedro Castellón Carbonell, Miguel Errante, Pedro Rabal, Constantino Fernández, Rubén Carballés, César Cadaval, Xesco Palacín, Jordi Minguella, Daniel Mantero, José Onrubia, Natalia Falcón, Jaime Barros López, Nando Pérez, José Javier Vargas, Julio Vargas, Carlos Cepa, Daniel Astola, Rafa de Vera, José Gabriel Campos, Blanca Star Olivera, Bernat Mestre
  • Sceneggiatura: Rafael Cobos, Alberto Rodríguez
  • Fotografia: Álex Catalán
  • Musica: Julio de la Rosa
  • Montaggio: José M. G. Moyano
  • Scenografia: Pepe Domínguez Del Olmo
  • Costumi: Fernando García
  • Produzione: José Antonio Félez e Domingo Corral con Gervasio Iglesias e Alberto Félez per Movistar+ e Atipica Films con i finanziamenti del Gobierno de España – Ministerio de Cultura y Deporte e il sostegno della Junta de Andaluía – Consejería de Cultura y Patrimonio Histórico
  • Genere: Drammatico
  • Origine: Spagna, 2022
  • Durata: 125′ minuti