Il Cairo, 15 gennaio 2011. L’ufficiale di polizia Noredin Mostafa va in giro nel quartiere con l’auto di ordinanza, al volante il giovane Momo, a incassare denaro dai commercianti per le strade affollate anche di notte; mal sopporta le loro litanie sull’invadenza dei cinesi nel mercato, percepite come inutili scuse per non pagare la protezione, dalla brutalità della polizia stessa, che soltanto le tangenti possono garantire.
Salwa è una giovane sudanese analfabeta senza permesso di soggiorno, vive tra la povera gente del distretto di Arba Wa Nuss e lavora senza contratto come cameriera ai piani nel lussuoso Nile Hilton Hotel nella centrale piazza Tahrir; quando in una suite dell’albergo la cantante Lalena viene uccisa, la vita della ragazza è messa in pericolo dalla sfortuna di aver visto il volto dell’assassino.
Incaricato delle indagini Noredin si scontra subito con l’omertà che avvolge certi ambienti implicati nel delitto e molto vicini all’élite che governa il Paese, la fretta di giungere a una soluzione del caso inducono il Procuratore ad archiviarlo velocemente come suicidio, nonostante l’evidenza di un fendente mortale alla gola; ma il poliziotto non ci sta.
Mentre nella capitale sale la tensione e le strade sono invase dal popolo che invoca libertà e diritti, pur appropriandosi del denaro nella borsa della vittima e incassando quello offerto dalla direzione dell’albergo, Noredin continua a indagare sull’omicidio incurante di ogni invito a dimenticare.

Nato a Stoccolma da famiglia egiziana, Tarik Saleh con Omicidio al Cairo costruisce un giallo ispirato alla morte della cantante libanese Suzanne Tamim nel 2008, per raccontare la corruzione endemica di un regime in cui, come dice il potente di turno, non esiste giustizia. L’arco narrativo è collocato non a caso nei dieci giorni precedenti quel fatidico 25 gennaio 2011, passato alla Storia come inizio della Rivoluzione Araba in Egitto, creando un parallelo tra l’insorgere della protesta e la presa di coscienza del protagonista. La straordinaria sequenza finale sembra metafora di quella strumentalizzazione che spesso il potere riesce a fare anche del dissenso che gli si oppone.

Strutturato come un noir applicando i canoni del genere, il film è scandito da ricorrenti contrappunti di materiale documentario che dagli schermi televisivi testimonia la situazione politica e culturale di quel momento storico – un discorso del presidente Hosni Mubarak ormai al declino, la propaganda dei Fratelli Musulmani, persino un frammento di demenza televisiva italiana – che richiamano a tratti il Cinema d’impegno civile di Francesco Rosi; un accostamento alla realtà che è sintesi di esperienze pregresse del regista nel documentario e della produttrice Kristina Åberg, a lungo attiva come reporter in Medio Oriente.

Intento dichiarato di Tarik Saleh è condurci in un viaggio dentro la realtà contraddittoria di un Paese come l’Egitto, in cui si perpetua anche adesso un regime dittatoriale sotto l’attuale presidente Abdel Fattah al Sisi; ogni candidato dell’opposizione che abbia tentato di presentarsi alle elezioni previste per la fine di marzo 2018, è stato arrestato, picchiato o costretto all’esilio.
Determinante per la sincerità del ritratto d’ambiente l’ottima prova di Faris Faris nel ruolo del protagonista; svedese, ma nato a Beirut, l’attore si è fatto notare nella commedia Jalla! Jalla! di Josef Fares che gli ha aperto le porte di una prestigiosa carriera internazionale.

Tre giorni prima dell’inizio delle riprese la Sicurezza di Stato egiziana ha revocato il permesso di girare nell’estremo tentativo di bloccare la produzione, realizzata con finanziamenti europei, che si è dovuta spostare a Casablanca, in Marocco, senza per questo rinunciare alla verità del risultato finale.
Il contrasto tra la povertà dei quartieri popolari interni alla metropoli e i nuovi complessi residenziali fuori città, il ritratto feroce di forze dell’ordine corrotte al servizio del potere che utilizzano la tortura come abituale mezzo d’interrogatorio, definiscono lo stesso attuale panorama impietoso e violento in cui si è potuto verificare un delitto ancora non del tutto chiarito come quello di Giulio Regeni.

Vincitore del Gran Premio della Giuria per la sezione Cinema Mondiale nella categoria drammatico al Sundance Film Festival 2017, Omicidio al Cairo sarà nelle sale italiane dal prossimo 22 febbraio distribuito da Movies Inspired.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Noredin domina la città / Testimone in pericolo / Indagine in corso
  3. Fares Fares è Noredin
  4. Lo stile documentario del film
  5. Ahmed Seleem è l’imprenditore Hatem Shafiq / Mari Malek è Salwa / Mohamed Yousry è l’agente Momo
  6. La tortura come prassi abituale / Hichem Yacoubi è Nagi il tunisino / Hania Amar è la cantante Gina

© 2017 Atmo Rights / Ostlicht Filmproduktion Gmbh / Final Cut for Real Aps / Film I Väst / Nordsvensk Filmunderhållning / Sveriges Television / The Chimney Pot Sverige / Scanbox Ent Sweden / Foden Copenhagen Film Fund

IN COPERTINA
Noredin capovolto su un metaforico abisso a spirale
© 2017 Atmo Rights / Ostlicht Filmproduktion Gmbh / Final Cut for Real Aps / Film I Väst / Nordsvensk Filmunderhållning / Sveriges Television / The Chimney Pot Sverige / Scanbox Ent Sweden / Foden Copenhagen Film Fund

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: The Nile Hilton incident
  • Regia: Tarik Saleh
  • Con: Fares Fares, Mari Malek, Yaser Maher, Slimane Daze, Ahmed Seleem, Mohamed Yousry, Hania Amar, Hichem Yacoubi, Mohamed Sanaaeldin Shafie, Ahmed Khairy, Ahmed Hefny, Nael Aly, Ger Duany, Ashraf Tolba, Zoubir Amimi, Rebecca Simonsson, Elizabeth Arjok, Emad Ghoneim, Mohamed Bekoury, Abderrahmane Oubiham, Tareq Abdallah, Taher Badr, Abdelhak Belmjahd, Khaled Abdelhameed, Insaaf Ben Asker, Ibrahim Salah, Hachem Oubaida, Laila Kadiri, Mohamed Kafi, Abdelaziz Hajji Hassan Guennouni, Hiba El Mekki, Hamid Zouak, Mourad Hmimi, Abdellatif Bennani Abdellatif Ward, Hamid Lahwad, Chouaib Bakkal, Said Zitouni, Ahmed Messaoudi, Fatah Sail, Margret Malual, Nabil Zaari, Imane Yakine, Yassine Benhamida, Azzedine Riyad, Hicham Belaoudi, Adil Ammor, Brahim Khay, Ahmed Khairy, Mohamed Abdouni, Abderrahmane Medkour
  • Sceneggiatura: Tarik Saleh
  • Consulenza alla sceneggiatura: Magdi Abdelhadi
  • Fotografia: Pierre Aïm
  • Musica: Krister Linder
  • Montaggio: Theis Schmidt
  • Scenografia: Roger Rosenberg
  • Costumi: Louize Nissen
  • Produzione: Kristina Åberg con Marcel Lenz, Guido Schwab, Monica Hellström, Signe Byrge Sorensen e Karim Debbagh per Atmo in coproduzione con Ostlicht Filmproduktion e Final Cut for Real con Film I Väst, Nordsvensk Filmunderhållning, Sveriges Television, Chimney, Scanbox e Copenhagen Film Fund con il supporto di The Swedish Film Institute, Eurimages, Mitteldeutsche Medienförderung, The Danish Film Institute e West Danish Film Fund
  • Genere: Noir
  • Origine: Svezia / Germania / Danimarca, 2017
  • Durata: 111′ minuti