Locandina italianaMiami, Florida. Liberty Square è un quartiere della città al centro di un’ampia area di case popolari dove la criminalità convive alla luce del giorno con la vita quotidiana dei suoi miseri abitanti, in un miscuglio di etnie spinte ai margini della ricca società bianca.
In questa giungla urbana dove vige la legge del più forte, Chiron è un bambino sensibile e vulnerabile che non riesce a incarnare il modello di mascolinità dominante che quell’ambiente degradato impone, per questo è fatto bersaglio di persecuzioni da parte dei compagni di scuola e il coetaneo Kevin è il suo unico amico.
Tra la madre Paula prigioniera della dipendenza da crack e il cubano Juan, spacciatore dal cuore d’oro che in qualche modo riempie l’assenza di una figura paterna, il piccolo inizia il suo difficile percorso di crescita alla scoperta di se stesso.
Come una suite visiva in tre distinti movimenti i capitoli della storia, intitolati Little, Chiron e Black, mostrano quei frammenti determinanti nel viaggio esistenziale di un bambino fragile, poi adolescente e infine uomo, destinati a definirne l’identità intima e sentimentale.
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Dopo l’esordio nel lungometraggio con l’inedito Medicine for melanchony il regista Barry Jenkins trasforma un breve testo originale di Tarell Alvin Mc Craney – nato come progetto per una scuola d’arte drammatica – nella sua opera seconda Moonlight facendone materia del tutto personale; cineasta e scrittore sono nati entrambi a Liberty City frequentando le stesse scuole, crescendo a contatto con spaccio e consumo di droga come esperienza quotidiana.
Lasciando però accuratamente sullo sfondo violenza e disagio sociale, Jenkins pone al centro del film l’essenza interiore più pura del suo protagonista, che non può essere scalfita dalle cose del mondo.

Con raffinata sensibilità Moonlight racconta la crescita di Chiron, osando affidare il ruolo a tre attori diversi che sul set non si sono mai incontrati, ma che hanno saputo creare una connessione emotiva così forte da evitare ogni rischio di frammentazione della continuità narrativa.
Il piccolo Alex Hibbert, l’adolescente Ashton Sanders e lo statuario Trevante Rhodes esprimono la stessa dolcezza e vulnerabilità del personaggio che, complici alcuni stratagemmi di regia, crea davvero l’illusione di una stessa persona in età diverse.
Scelta credibile anche per gli altri tre interpreti che si alternano nei panni dell’amico Kevin: Jaden Piner da piccolo, Jharrel Jerome sedicenne e André Holland nell’età adulta.
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Alto livello anche per le altre interpretazioni con Mahershala Ali candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista nei panni del generoso Juan, in quelli della fidanzata Teresa la cantante Janelle Monáe al suo esordio sullo schermo – ma già tra le protagoniste del prossimo Il diritto di contare di Theodore Melfi – e l’inglese Naomie Harris, unica presente in tutti e tre i frammenti della vicenda, a dare volto a tormento e fragilità della madre tossicodipendente di Chiron.
Infine Miami, vero e proprio personaggio con i suoi colori accesi e il verde vivo delle palme, la brezza notturna a portare sollievo nella calura, l’atmosfera fuori orario del locale nel segmento finale e su tutto il rumore maestoso del mare, ritmico e ipnotico, come in un luogo sospeso nel tempo.
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La colonna sonora originale firmata Nicholas Britell contribuisce al lirismo di un’opera piena di grazia, tenerezza e intimità lungo l’intero arco narrativo, dalla sequenza d’apertura alla bellezza commovente del delicatissimo finale. Facendo riferimento a un particolare tipo di musica hip-hop del sud, noto come ‘chopped and screwed‘, il musicista ha rallentato e distorto i brani composti fino a trasformarli in esecuzioni completamente diverse per differenti momenti narrativi.
Pur raccontando il percorso di sopravvivenza di un ragazzo nero diverso in ambiente ostile, Moonlight è la storia universale di un individuo alla ricerca della sua identità, in cui chiunque si sia sentito almeno una volta fuori posto può facilmente identificarsi e lasciar fluire le emozioni.
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Con otto candidature all’Oscar il film di Barry Jenkins è l’avversario più temibile all’avanzare del coloratissimo La La Land di Damien Chazelle, che nominato quattordici volte appare favorito alla vittoria. Speriamo di veder trionfare Moonlight almeno nella categoria più ambita del miglior film dell’anno.

Dettagli

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Moonlight
  • Regia: Barry Jenkins
  • Con: Trevante Rhodes, André Holland, Janelle Monáe, Ashton Sanders, Jharrel Jerome, Alex Hibbert, Jaden Piner, Naomie Harris, Mahershala Ali, Shariff Earp, Duan “Sandy” Sanderson, Herman 'Caheej' Mc Gloun, Kamal Ani-Bellow, Keomi Givens, Eddie Blanchard, Rudi Goblin, Edson Jean, Patrick Decile, Herveline Moncion, Fransley Hyppolite, Jesus Mitchell, Larry Anderson, Tanisha Cidel, Stephon Bron, Don Seward
  • Soggetto: Tarell Alvin Mc Craney dal suo testo teatrale 'In moonlight black boys look blue'
  • Sceneggiatura: Barry Jenkins
  • Fotografia: James Laxton
  • Musica: Nicholas Britell
  • Montaggio: Nat Sanders, Joi Mc Millon
  • Scenografia: Hannah Beachler
  • Costumi: Caroline Eselin-Schaefer
  • Produzione: Adele Romanski, Dede Gardner e Jeremy Kleiner con Andrew Hevia e Veronica Nickel e in associazione con John Montague  per A24 e Plan B Entertainment con Pastel
  • Genere: Poetico
  • Origine: USA, 2016
  • Durata: 111' minuti
Alex Hibbert è il piccolo Chiron, blu alla luce della luna, nell’ultima bellissima immagine del film (© 2016 Plan B Entertainment / Pastel) Locandina italiana I tre capitoli di Moonlight: Little, Chiron e Black Alex Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes si dividono il ruolo del protagonista Janelle Monáe è Teresa / Mahershala Ali è Juan / Naomie Harris è la madre di Chiron, Paula Jaden Piner, Jharrel Jerome e André Holland incarnano le tre età dell’amico Kevin (© 2016 Plan B Entertainment / Pastel)